Home TIBERINA Comitato via Tiberina: “Sul River false informazioni: non è stato chiuso”

Comitato via Tiberina: “Sul River false informazioni: non è stato chiuso”

river via tiberina
Galvanica Bruni

Il Comitato via Tiberina, che rappresenta la comunità locale compresa la trentina di famiglie residenti in via Tenuta Piccirilli, rivendica di aver visto giusto quando il 20 giugno, in una nota diffusa a valle di un’assemblea pubblica alla quale aveva preso parte il presidente del XV Stefano Simonelli, scrisse “non illudetevi, il 30 giugno il campo nomadi River non chiuderà“.  Ed infatti, sottolinea oggi in un nuoco comunicato, “Da quel giorno sono avvenute le operazioni di rimozione dei moduli abitativi di proprietà del Comune di Roma, ma le persone rimangono all’interno dell’area, quindi il campo non può essere definito chiuso“.

Succederà quindi che al posto dei container comunali sorgeranno nuove baracche, che nuovi arrivi incontrollati possano aggiungersi a chi non se n’è andato. E’ quel che teme il Comitato spiegando che pur avendo ottenuto la continuazione del presidio H24 delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza sul territorio e scongiurare nuovi ingressi al campo, “ciò non basta, chiediamo alle amministrazioni di intervenire tempestivamente nel risolvere questa situazione al fine di evitare il proliferare di baracche in un quartiere che è già circondato da numerosi insediamenti informali.”

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Ma il Comitato dice la sua anche su Aqua, il progetto presentato dalla Seges Srl col quale si vorrebbe trasformare il camping River in una cittadella composta da edifici fissi in legno, mini impianti sportivi, uffici, corsi di formazione, aree verdi, piazzette, piccole attività commerciali. “È bene ricordare – sottolineano i portavoce del Comitato – che l’area dove sorge il Campo River è stata definita dall’Autorità di Bacino del Fiume Tevere, area a rischio esondazione del Tevere, nonché “cassa di espansione” delle piene, e che il Piano Regolatore Generale ha apposto, in seguito a ciò, il vincolo di inedificabilità e tutela integrale“.

Attenzione quindi, è il monito del Comitato, “la strumentalizzazione della condizione di queste famiglie alla quale stiamo assistendo attraverso comunicati e proposte improbabili, sta distogliendo lo sguardo dalla risoluzione del problema che prevede come obiettivo ultimo il rispetto dei diritti e della legalità nei confronti di tutti“.

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