“Abbiamo sempre sostenuto la necessità di superare i campi rom perché, se da un lato sono stati utili a risolvere gli aspetti emergenziali legati alla proliferazione delle baracche e degli insediamenti informali, dall’altro, non sono stati in grado di produrre risultati significativi sul terreno dell’integrazione sociale”.
E’ quanto dichiarano in una nota Marco Tolli, della segreteria romana del PD, Gina Chirizzi, consigliera al Municipio XV e Ilaria Mandolesi, rappresentante dei Democratici di Prima Porta e Labaro, ricordando che “Il Camping River, nato nel 2005 nell’ambito di una serie di operazioni condotte dall’amministrazione comunale per sanare le baraccopoli abusive diffuse in città, per oltre 10 anni, ha ospitato molte famiglie in un contesto problematico dal punto di vista sociale, ambientale e urbanistico. Gli insediamenti lungo la via Tiberina sono di origine abusiva e ancora oggi si presentano diradati, privi di infrastrutture, servizi e qualità urbana. La stretta vicinanza del Tevere ha sempre impedito il recupero di questi tessuti, condannandoli alla marginalità e al degrado.”
“Queste sono le ragioni che in questi anni hanno spinto il PD di Labaro e Prima Porta ad una campagna per la chiusura progressiva del River e più recentemente a contrastare il bando da 1,5 milioni di euro con cui l’attuale amministrazione comunale intendeva stabilizzare e normalizzare il Camping River: la Sindaca Raggi non ha mai avuto in programma la chiusura di questo villaggio; solo a seguito dei nostri rilievi formali è stata costretta ad annullare il bando. La conseguente cessazione dei rapporti contrattuali con la gestione del camping e l’immobilismo dell’amministrazione hanno permesso che la struttura assumesse il profilo di area occupata illegalmente. Roma Capitale ha quindi interrotto le forniture idriche e il funzionamento del depuratore a servizio del campo, innescando una preoccupante emergenza sanitaria e ambientale, alla quale ha risposto con l’ordinanza di sgombero avvenuto oggi. L’area è stata chiusa ma come purtroppo avevamo previsto circa 200 persone si sono accampare ai margini della strada dove resteranno anche questa notte. E tra mucchi di indumenti, valige, pentole ci sono tanti bambini e neonati”.
“Noi, che anche in solitudine, ci siamo battuti per la chiusura del River, abbiamo a più riprese invitato l’amministrazione a ricalibrare le proposte di assistenza per l’uscita dal campo, concordandole con i diretti interessati. Si è scelta la strada peggiore, quella che ha portato ad un intervento frettoloso, in parte traumatico e non risolutivo, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
Chiediamo – concludono i tre esponenti PD – un intervento urgente della Protezione civile e la riapertura del tavolo per evitare che queste persone dormano per strada o che si formino nuove baracche nel quartiere”.
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