
Basta guanto di velluto, oggi tocca al pugno di ferro chiesto da Matteo Salvini – che ieri aveva assicurato alla Sindaca il supporto delle forze di Polizia per procedere allo sgombero – dettare legge nel campo nomadi River di via Tenuta Piccirilli, sulla Tiberina.
Già da ieri sera diverse fonti parlavano di un’imminente azione e girava la voce che fossero stati modificati i turni di servizio di tanti agenti della Polizia Locale per assicurarne la presenza questa mattina. I rumor hanno trovato conferma alle prime ore di oggi quando decine di auto e personale delle forze dell’ordine, oltre centocinquanta agenti della Polizia Locale di Roma, guidati dal comandante Antonio Di Maggio, e numerosi assistenti sociali sono entrati nel campo dando il via allo sgombero definitivo.
Sgombero motivato da seri problemi igienico-sanitari documentati da ASL e ARPA nelle relazioni redatte fra aprile e maggio e recepite dall’ordinanza 122 del 13 luglio a firma Virginia Raggi che è stata notificata il 20 luglio ai diretti interessati ai quali era stato dato ordine di abbandonare l’insediamento entro 48 ore in quanto si riteneva “inderogabile adottare le necessarie misure volte a salvaguardare nell’immediatezza le condizioni igienico-sanitarie dell’area e la salute delle persone ancora presenti nell’ insediamento nonché dei cittadini che vivono nelle zone circostanti“.
La Corte Europea diritti dell’Uomo, cui il Campidoglio ha inviato le informazioni richieste sul tema, dopo il ricorso di 3 abitanti del campo aveva deciso la sospensione dello sgombero fino a domani, 27 luglio, ma l’accelerazione impressa questa mattina ha dimostrato che le considerazioni del CEDU hanno fatto poca breccia.
Il primo ad esser stato allontanato al via delle operazioni è stato Marcello Zuinisi, responsabile dell’Asociazione Nazione Rom. Poi è scattata l’azione. Al momento, a quanto si apprende, oltre a quelle già andate via dal campo, altre 20 persone hanno accettato l’offerta di accoglienza presso le strutture del sistema allestito dai servizi sociali capitolini.
Sul posto gli operatori della sala operativa sociale che, a quanto si apprende, stanno offrendo accoglienza immediata nel circuito capitolino proponendo anche soluzioni che garantiscono ai nuclei familiari di restare uniti mentre in parallelo gli operatori dell’ufficio rom stanno illustrando le soluzioni di medio e lungo periodo alternative al campo a cui si può aderire fino al 30 settembre.
Asciutto e trionfale il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini su twitter: “Vigili e assistenti sociali per svuotare il campo. È finalmente in corso lo sgombero del campo Rom Camping River di Roma. Legalità, ordine e rispetto prima di tutto!“
Ma Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 Luglio – che ha ottenuto da Strasburgo la sospensione dello sgombero – ribatte: “Ci troviamo di fronte ad una gravissima violazione del governo italiano di fronte alla Corte per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Un precedente unico e gravissimo. È totalmente infondata la notizia secondo cui `la sospensiva della Corte europea dei diritti dell’uomo, che scadrebbe domani, sarebbe stata sbloccata per via di un’emergenza igienico sanitaria. Siamo in contatto con la Corte di Strasburgo e ci hanno confermato che non c’è stata alcuna retromarcia“.
Alcune fonti riferiscono che lo sgombero si concluderà entro questa sera, poche ore ancora quindi e il sipario calerà definitivamente sulla vicenda River. In tanti esultano sui social ma c’è anche chi, paventando il sicuro rifiorire di insediamenti abusivi sul territorio, si chiede sotto quale ponte andranno tutti coloro che non intendono aderire al patto di responsabilità e che in queste ore vengono estromesse dal campo senza alternative. Presto li rivedremo costruire baracche fra i canneti sulla sponda del Tevere? Ma per chi esulta questo è un problema secondario, l’importante oggi è dire: il River è stato chiuso.
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