L’ex campo nomadi River di via Tenuta Piccirilli continua a tenere impegnata l’amministrazione capitolina.
Ad oggi, nonostante il contributo economico di 10mila euro a famiglia messo a disposizione per incentivare l’abbandono del campo d parte degli ospiti, pochissimi sono riusciti a stipulare un regolare contratto di affitto e quindi il River continua ad essere occupato come prima con l’aggravante che il Campidoglio, lo scorso 30 settembre, ha definitivamente chiuso con la cooperativa Isola Verde, alla quale da anni è affidata la gestione del campo, sospendendo i servizi primari e di vigilanza.
Così, quando un paio di settimane fa gli ospiti del campo sono rimasti senza acqua a causa di un guasto tecnico all’impianto di depurazione, è dovuta intervenire la Protezione Civile con una distribuzione quotidiana di bottigliette d’acqua e un’autobotte, il tutto al costo di circa 1500 euro al giorno pagati dalle casse comunali.
Una situazione critica che ha visto correre ai ripari il Campidoglio che, con un’ordinanza a firma Virginia Raggi, ha disposto che “la cooperativa Isola Verde deve provvedere, a proprio carico, al ripristino dell’impianto idrico e di potabilizzazione e del sistema di depurazione delle acque reflue domestiche” a servizio del River.
“L’intervento – fa sapere il Campidoglio in una nota – viene disposto in quanto le condizioni igienico-sanitarie rilevate sul luogo, in seguito a un sopralluogo effettuato dal Dipartimento Simu e dalla Asl Rm1, rischiano di pregiudicare gravemente lo stato di salubrità dell’area per gli occupanti, con possibili ripercussioni anche sulla salute dei cittadini che occupano le aree circostanti”.
“Nel complesso il provvedimento è disposto poiché alcuni nuclei familiari continuano a permanere nell’area senza alcun titolo e con tolleranza da parte della cooperativa. Quest’ultima – precisa la nota – non ha intrapreso alcuna valida azione per accompagnarne la fuoriuscita, contravvenendo all’impegno contrattualmente assunto con Roma Capitale e concorrendo così alla situazione di criticità igienico-sanitaria”.
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