Se non ci siete mai andati dovete farlo assolutamente e portare con voi i vostri bambini che sicuramente impazziranno dalla gioia: stiamo parlando del Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, in assoluto uno dei più grandi e straordinari musei dedicati al volo.
Novantacinque velivoli in esposizione, 13.000 mq di strutture coperte, importanti collezioni di motori e armi, un Centro Documentale dedicato ad Umberto Nobile e poi un luogo di eccezionale bellezza che affaccia sul lago di Bracciano.
Abbiamo avuto la fortuna di visitarlo in una splendida giornata di sole accompagnati dal Ten. Colonnello Salvatore D’Amuri, nipote di un motorista che effettuò negli anni ‘30 una delle prime Trasvolate Atlantiche.
Come arrivare a Vigna di Valle
Arrivare al museo è facilissimo: si percorre la Cassia e poi la Braccianese fino al km 18 dove si svolta a destra per Vigna di Valle. E’ sufficiente seguire la segnaletica di colore giallo per arrivare in 10 minuti all’ingresso dove si può parcheggiare in un ampio piazzale.
L’ingresso è consentito tutti i giorni a partire dalle ore 9 e non presenta ostacoli di sorta per le personale disabili; all’interno c’è anche una tavola calda dove poter pranzare mentre le scolaresche, su prenotazione, possono usufruire del servizio mensa dell’Aereonautica Militare.
Il colpo d’occhio
Il Museo Storico sorge nell’area dove nel 1904 fu impiantato il primo Cantiere Sperimentale e dove nel 1908 si alzò in volo il primo dirigibile italiano; successivamente l’area fu adibita a idroscalo e in tempi più recenti a base operativa per i Canad-air della Protezione Civile.
Il museo è disposto su quattro padiglioni espositivi ricavati da altrettanti hangar all’interno dei quali, per epoche storiche, sono conservati velivoli ma anche tute, uniformi, equipaggiamenti, documenti e cimeli storici donati da privati o dai familiari degli aviatori.
Nell’ordine, l’Hangar Troster (da dove inizia in genere la visita) dedicato ai pionieri, ai dirigibili e alla prima guerra mondiale; l’Hangar Velo, voli polari, coppa Schneider e velivoli tra le due guerre; l’Hangar Badoni, dedicato agli aerei prodotti e impiegati nel secondo conflitto mondiale e ai grandi velivoli e, infinr, l’Hangar Skema con i moderni velivoli a getto.
Alcuni apparecchi sono poi collocati all’esterno dei padiglioni come l’idrovolante Gruman o, recentissimo acquisto e ancora in fase di montaggio, l’Atlantique con funzioni antisom.
La visita
Il percorso di visita ha inizio da una grande sala dove sono custodite all’interno di teche o vetrine i medaglieri dei piloti, specialisti e motoristi che hanno fatto la storia dell’Arma aeronautica: non va dimenticato infatti che l’epopea degli aviatori è ricca di imprese, primati e di grandi eroismi che richiamano alla mente nomi come Baracca, Nobile e Buscaglia.
La visita continua nell’hangar Troster dove invece sono custoditi i velivoli più antichi come la riproduzione dell’apparecchio dei fratelli Wright e poi i Bleriot e gli Spad oltre ai resti di un pallone aerostatico (i più antichi al mondo) lanciato nel 1804 da Parigi per l’incoronazione di Napoleone e precipitato poi a Roma in località Tomba di Nerone.
Il secondo padiglione, l’hangar Velo, è quello che emoziona di più perché accoglie oltre agli idrovolanti Macchi-Castoldi, vincitori dell’ambita Coppa di velocità Schneider (record di709 km/h), anche i cimeli di quelle che furono le prime imprese con dirigibili ai poli capitanate da Umberto Nobile (il protagonista della tragica vicenda della “ Tenda Rossa”) e delle Trasvolate Atlantiche condotte da Italo Balbo in Brasile (1930) e in America del Nord (1933).
Forse i nostri giovani, distratti da altre cose, ignorano questi fatti eppure si trattò di imprese di straordinaria portata e coraggio che suscitarono emozione in tutto il mondo. Gli equipaggi dei 24 velivoli che avevano viaggiato in formazione serrata furono accolti a New York da decine di migliaia di americani in un clima di eccezionale entusiasmo.
La visita prosegue nel terzo hangar, il Badoni, dove oggi sostano nelle loro livree grigie e mimetiche i velivoli che parteciparono al secondo conflitto mondiale tra cui i famosissimi Folgore e Veltro oltre ad un esemplare del Savoia-Marchetti 79 chiamato dagli alleati “il Gobbo maledetto”.
In questo padiglione è anche custodita una riproduzione della “cicogna” che atterrò a Campo Imperatore per portare in salvo Mussolini; un monomotore che, con vento contrario, poteva atterrare in uno spazio di appena 10 metri.
Il quarto hangar, lo Skema, accoglie invece i moderni jet e gli elicotteri impiegati oggi dall’AM sia per le missioni di combattimento che di salvataggio; ovviamente la parte del leone va ad un esemplare di “Tornado”, un velivolo multiruolo che ha partecipato a missioni operative sia nel Golfo che nella ex-Jugoslavia.
La visita al Museo Storico di Vigna di Valle termina con una piacevole passeggiata sul lungo lago dove è ancora custodita la gru che serviva a sollevare gli idrovolanti dall’acqua e depositarli sul terreno per le riparazioni e le manutenzioni e una sosta al “book-shop” dove, oltre a numerosi testi, sono anche in vendita oggetti e gadget aeronautici.
Una vera eccellenza
Il museo di Vigna di Valle è una eccellenza non soltanto dell’Aeronautica Militare Italiana ma anche del nostro paese perché in una cornice naturale di rara bellezza si è provveduto a raccogliere (e restaurare) con cura ed amore un patrimonio storico di eccezionale valore.
Il museo è anche il giusto tributo all’opera di uomini che con l’uniforme “azzurra” hanno servito per oltre un secolo il paese.
Tra pochi giorni, massimo una settimana, il museo riaprirà i battenti (attualmente è chiuso per alcune attività di manutenzione) più bello e interessante di prima; se volete trascorrere una bellissima giornata sulle sponde del lago di Bracciano non perdetevi una visita alle sue strutture: rimarrete letteralmente incantati anche se non siete degli appassionati del volo. A Vigna di Valle i vostri bambini invece toccheranno il cielo con un dito.
Francesco Gargaglia
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forse l’unico museo militare di Roma degno! Quello del Genio – seppur bellissimo – è sempre chiuso, idem quello dei Bersaglieri mentre – quello dei Granatieri – è aperto in giorni e orari improbabili. Rimangono quello dei Carabinieri e quello della Cecchignola ma non nutro grandi speranze…..
Gentile Dado, concordo con lei sui “giorni e orari improbabili” dei musei militari di Roma (oltre a quelli da lei citati ci sono anche il Museo della Fanteria e il Museo delle Bandiere al Vittoriano) spesso chiusi per manutenzione o visitabili solo su prenotazione. Purtroppo questi musei (gli unici ad ingresso gratuito) risentono di magri bilanci, scarsezza di personale (non è possibile mettere un militare o dipendente civile in ogni sala come avviene per i musei comunali), necessità di continue manutenzioni su armi e mezzi. Una soluzione potrebbe essere il ricorso a volontari (ad esempio militari in pensione disposti a fare da guida) o a Onlus come avvenuto per il Polo Armi Leggere di Terni dove c’è una delle più belle e fornite collezioni di armi leggere del mondo.
52 anni fa son partito da quel posto ci son tornato diverse volte e ora ci tornerò ancora di più per trovare una persona cordiale e allegra conosciuta a ” Cadimare” che mi ha promesso l’aperitivo in riva al lago …….. COMANDANTE ogni promessa è debito sia da parte mia che sua …. E allora alla prossima
ab