Home VIGNA CLARA Stazione Vigna Clara, il TAR dà ragione a RFI: no contraddittorio

Stazione Vigna Clara, il TAR dà ragione a RFI: no contraddittorio

RFI stazione vigna clara
ArsBiomedica

Nuovi sviluppi nella vicenda della Stazione Vigna Clara, pronta per essere riaperta in vista dell’attivazione delle linea Vigna Clara – Ostiense. Il Tar del Lazio, a seguito dell’udienza del 25 settembre e con sentenza pubblicata il 21 ottobre, ha dato ragione a RFI e il via libera definitivo alle prove tecniche in autonomia.

Prove, cioè, che RFI potrà condurre senza l’obbligo della presenza fisica dei ricorrenti “presso i luoghi di cantiere, ossia presso la galleria Cassia–Monte Mario e, più in generale, presso le aree ferroviarie coinvolte, anche per mezzo di propri consulenti tecnici”.

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A chiamare in causa RFI erano stati il Condominio di via Cesare Ferrero di Cambiano 6, la Casa di Cura Ars Medica ubicata nella stessa strada e due cittadini a titolo personale che, rivolgendosi al TAR a inizio dello scorso giugno, avevano chiesto un formale “chiarimento” al Tribunale Amministrativo in merito alla sentenza di marzo 2018.

Con tale sentenza, per consentire l’entrata in esercizio della linea, il TAR aveva infatti ordinato a RFI di “attivare daccapo e secondo le leggi oggi vigenti, tutti i necessari procedimenti di verifica di impatto ambientale” chiamando l’Azienda ad  effettuare una “nuova e più approfondita campagna sperimentale” sulle condizioni di esercizio.

In altre parole, Il Tribunale Amministrativo imponeva a RFI  di  sottoporre la tratta alla procedura di valutazione di impatto ambientale e poi di avviare una campagna prove dei treni per misurare l’effettivo impatto sui fabbricati circostanti, quantificando cioè presenza e portata delle potenziali presunte vibrazioni al passaggio dei treni, vibrazioni lamentate dai ricorrenti che temevano per la staticità dei loro palazzi.

Il ricorso di giugno 2019

Il ricorso-richiesta di chiarimento (che di fatto ha bloccato le prove tecniche già in corso dalla scorsa primavera) verteva su un dubbio interpretativo di tale sentenza.

I ricorrenti, nel lamentarsi del fatto che RFI, avendo loro preannunciato l’inizio della campagna prove dei treni e pur avendo acconsentito alla richiesta di “visionare e presidiare durante le prove la strumentazione posizionata nei locali del Condominio […] e/o negli spazi pubblici ad esso afferenti”, contestavano all’Azienda di aver loro negato di presenziare alle prove all’interno della galleria.

Così facendo, secondo i loro legali, si determinava una lesione del principio di contraddittorio, principio sancito da leggi e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

In tal senso, i ricorrenti chiedevano al TAR di chiarire che la campagna sperimentale fosse svolta in contraddittorio con i loro consulenti tecnici e i difensori, consentendo agli stessi la partecipazione alle prove sopratutto nella galleria e di poter presentare osservazioni sia al progetto di sperimentazione di RFI sia ai risultati delle prove stesse. Osservazioni che RFI sarebbe stata tenuta a prendere in considerazione.

Secca la replica di RFI che in una memoria presentata a inizio settembre ribadiva di aver comunque assicurato ai ricorrenti “ampia partecipazione alle operazioni sino ad ora svolte ai fini dell’avvio della nuova campagna di sperimentazione” confermando la propria “disponibilità a che le parti ed i rispettivi consulenti presenzino fisicamente alle misurazione che saranno svolte negli immobili di proprietà dei ricorrenti”.

La decisione del TAR

“La pretesa dedotta in via principale con il ricorso in epigrafe non è fondata e non può essere accolta“. Inizia così la parte della sentenza nella quale la sezione terza-ter del Tar Lazio esprime il suo giudizio sul ricorso-chiarimento respingendolo al mittente.

E lo fa spiegando che negli atti precedenti in nessun punto era stato detto “che la campagna sperimentale da avviarsi ad opera delle amministrazioni…dovesse essere condotta assicurando alle parti ricorrenti la loro fisica presenza presso i luoghi di cantiere, ossia presso la galleria Cassia– Monte Mario e, più in generale, presso le aree ferroviarie coinvolte, anche per mezzo di propri consulenti tecnici“.

Ma non solo. “Una simile prescrizione ….non può essere ricavata implicitamente dalle norme e dai principi invocati dai ricorrenti, norme e principi i quali, al più, consentono loro di esercitare il proprio diritto di difesa mediante una partecipazione ab externo nell’attività di esecuzione della sentenza, conferendo la potestà di reagire ad eventuali inerzie e/o inadempienze dell’amministrazione rispetto al dictum giudiziale, ma non consentono di interloquire con le operazioni di natura prettamente tecnica che l’amministrazione, nell’esercizio della sua discrezionalità, ritenga di avviare e di portare a compimento…”.

Ipse dixit. La conclusione della sentenza non lascia spazio ad ulteriori dubbi interpretativi. “In risposta alla domanda di chiarimenti formulata dai ricorrenti, si deve precisare che la ‘nuova e più approfondita campagna sperimentale’…. menzionata nel dispositivo della sentenza n. 3418 del 2018, non deve svolgersi in contraddittorio con i consulenti tecnici e i difensori dei ricorrenti“.

Semaforo verde

Semaforo verde dunque per RFI che ora potrà portare a termine senza altri ostacoli la campagna sperimentale i cui risultati dovranno essere consegnati alla Regione Lazio e valutati e approvati dall’Arpa.

I tempi non paiono brevi ma, se ci saranno tutti gli ok, come annunciato nel passato da più parti la stazione  potrebbe essere riaperta e la linea Vigna Clara-Ostiense attivata per luglio 2020, in concomitanza con l’orario estivo Trenitalia del prossimo anno.

Claudio Cafasso

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9 COMMENTI

  1. Evviva finalmente una buona notizia. Basta con il terrorismo psicologico sul degrado e l’abbandono di questa stazione. Ora attendiamo la comunicazione della data di inizio delle prove tecniche e ci auguriamo di vedere con i nostri occhi il T.A.F., il Treno ad Alta Frequentazione che sarà utilizzato da RFI per la campagna sperimentale.

    Cristina Tabarrini
    Presidente Comitato Un Anello per Roma

  2. Sarebbe auspicabile completare le prove sperimentali entro il prossimo giugno 2020, in coincidenza con l’apertura a Roma dei Campionati Europei di calcio; i tal modo si consentirebbe ai tifosi della nostra nazionale di raggiungere in treno lo stadio Olimpico, così come avvenne trent’anni prima (1990) in occasione dei campionati mondiali di calcio !

    • Va detto che la stazione “Farneto”, aperta nel 1990 per servire lo Stadio Olimpico e poi subito chiusa come è noto non sarà mai riaperta, per tutta una serie di ragioni tecniche su cui non mi dilungo. Per cui possiamo escludere che il collegamento ferroviario possa essere utilizzato per le quattro partite previste a Roma durante gli Europei del 2020, così come per qualsiasi altro evento allo Stadio Olimpico.
      Ma questo secondo me è un dettaglio: la vera funzione dell’apertura di Vigna Clara è quella di essere propedeutica all’attivazione dell’intero anello ferroviario, che servirà la città per 365 giorni l’anno, e non solo per gli eventi previsti allo Stadio Olimpico.

  3. Speriamo che si acceleri anche il raddoppio della tratta Valle Aurelia Vigna Clara e la chiusura dell’anello ferroviario. Con buona pace dei ricorrenti!

  4. Per la chiusura dell’anello ci vorrà un po più di tempo: ci sono da fare diverse opera d’arte. Il ponte sopra la Flaminia, il superamento della Ferrovia Roma – Civita Castellana – Viterbo, il ponte sul Tevere ed il Ponte sulla Salaria. Per il raddoppio Valle Aurelia – Vigna Clara dovrebbe essere tutto più semplice. Speriamo

  5. speriamo anche se ci abbiamo creduto talmente tante volte … se intanto iniziassero i lavori per la chiusura dell’anello ferroviario.. sennò non la vedremo mai.. rotonde , pup e sottopassaggi..sarebbe ora che Roma si adeguasse e la gente avesse meno paure del progresso.

    • la paura del progresso ce l’abbiamo perchè siamo rimasti ancora alla mentalità da “povero che deve rimanere povero insieme a tutti quanti i poveri come lui” ed è da ben prima della Seconda Guerra mondiale che si è instaurato questo atteggiamento da parte degli Italiani. ma ahime (in senso sarcastico) il Progresso non ha mai fatto sconti e certo non possono bastare “fisime” simili ad ostacolarlo ben oltre il consentito

  6. Ne ho lette e sentite tante. Sentenze che poi magicamente venivano fermate da vari ricorsi.
    Quando vedrò partire il primo treno, sarò convinto che finalmente la linea è attiva e allora potrò essere davvero contento. Fino a quel momento, rimarrò diffidente.

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