Mercoledì 23 novembre si è tenuto in Campidoglio il primo incontro del tavolo di concertazione tra il Comune di Roma e i condomini delle palazzine interessate dal crollo avvenuto lo scorso 24 settembre in via della Farnesina, a Ponte Milvio.
Tavolo richiesto all’unanimità prima dal Consiglio del XV Municipio e poi dall’Assemblea Capitolina in due concitate sedute straordinarie dedicate alla vicenda.
Fabio d’Andrea, presidente dell’associazione territorio Ponte Milvio Farnesina che rappresenta i residenti coinvolti direttamente o indirettamente dal crollo, così commenta l’esito dell’incontro.
“Grande assente l’assessore Berdini che avrebbe dovuto avviare il discorso di concertazione di riqualificazione urbanistica e di supporto per la costruzione della palazzina n. 5 collassata. E non si è parlato né di ricostruzione né di riqualificazione del territorio”.
“Il Comune di Roma – sottolinea d’Andrea – alla presenza del’Assessore al bilancio Mazzillo e rappresentato per l’incontro dall’avvocato Angelo Stefanori, ha invece voluto ribadire che non darà alcun tipo di assistenza economica in tal senso, non sentendosi in alcun modo responsabile della geologia del territorio.”
Ma non è tutto, perchè “il Comune non provvederà a sue spese alla demolizione della palazzina crollata e della sua successiva ricostruzione se non fino a quando non verranno accertate le responsabilità di chi o cosa abbia determinato l’evento catastrofico. L’accoglienza alloggiativa delle persone che vivono nelle palazzina adiacenti a quella crollata e che necessitano di un abitazione più sicura, verrà programmata solo in seguito alla definizione dei tempi di conclusione del piano di demolizione di via della Farnesina n.5 e comunque verrà garantita fino alla conclusione della demolizione stessa e dei successivi rilievi tecnici che permettano il rientro nelle case evacuate.”
“Non è stato invece deciso ancora nulla – incalza d’Andrea – per i condomini della palazzina crollata che dovranno farsi carico della demolizione, almeno fino a quando non verranno accertate le responsabilità e che, quindi, non hanno alcuna certezza in termini di assistenza alloggiativa a seguito dell’imminente demolizione.”
I Condomini dovranno dunque ancora aspettare per avere risposte certe. “La questione infatti – sottolinea d’Andrea – è stata per l’ennesima volta rimandata dal momento che, neanche in questa occasione, è stato realizzato un programma organizzativo con tempistiche e azioni.”
“Solo promesse legate a molteplici incognite, come dal primo giorno” conclude con amarezza il presidente dell’associazione chiosando: “dispiace che non siano state date risposte o presentate proposte disattendendo le richieste del consiglio municipale e di quello comunale.”
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Fanno solo concerti
le ultime (e uniche) parole famose: non vi lasceremo soli…
da residente non coinvolta di via della Farnesina tutto il mio affetto e la mia solidarietà a questi concittadini.
I “tavoli di concertazione” sono come le “commissioni di inchiesta parlamentare”: raramente servono a fare chiarezza o a trovare una soluzione definitiva rispetto all’argomento per le quali erano state istituite. Questo non significa che non sia opportuno individuare un luogo o un “Tavolo” per un confronto diretto con i cittadini, ma tutti coloro che hanno lasciato intendere ( vedi molte forze politiche locali)che l’amministrazione avrebbe potuto assumersi i costi, anche parziali, della demolizione e ricostruzione o trovare altre forme di agevolazioni in tal senso, o mentivano sapendo di mentire o non avevano conoscenza delle leggi (magari assurde, ma vigenti) e delle procedure della pubblica amministrazione. Sul piano formale, purtroppo, il comune non ha molte altre strade da percorrere in questa fase a meno che non sia accertata sin d’ora e in modo incontrovertibile una sua responsabilità nel crollo. Quanti crolli ( magari meno gravi e non di palazzi ) ci sono stati solo nel Municipio XV negli ultimi anni? Per il muro privato crollato in via Cassia Antica che paralizzò la viabilità nel 2014, ha pagato il comune ( si parava di circa 200.000/ 300.000 euro)? e così in molti altri casi. Al momento se il Comune e il dirigente che dovesse firmare un tale provvedimento, si facesse carico dei costi anche parziali dell’intervento di demolizione e/o di ricostruzione, andrebbe incontro ad un possibile danno erariale di cui risponderebbe alla Magistratura contabile il dirigente stesso e non i politici, che illudono le persone vittime di questo crollo e i commercianti del luogo.
Sì Ghino i lavori per la frana di via Cassia Antica furono pagati dal Comune e per oltre un milione ( non ricordo bene la cifra esatta ) usando la procedura della esecuzione in danno e a quanto mi risulta sono ora in corso le pratiche per la restituzione del denaro al Comune. Altra amministrazione !!
Tanti saluti.
@ Martina
appunto, l’esecuzione in danno conferma che non è il comune a pagare e qualora non provvedessero i condomini del palazzo il comune avvierà tale procedura.
Quello che si evince da questa grave vicenda è, a mio modesto avviso, la scomparsa, l’eclisse del senso e del ruolo della Pubblica Amministrazione. Il Comune e il Municipio sembrano non intendere la Funzione Pubblica che obbligatoriamente debbono ricoprire in quanto enti costitutivi della Repubblica.
Se accade un dramma, perché tale è quanto avvenuto, e a seguito dell’evento (le cui cause non sono state sinora individuate, ma è assai improbabile, però, il mero cedimento strutturale del fabbricato) si determina che:
a) 120 cittadini sono privati del loro alloggio e dei loro beni e, per parte di questi, privati anche definitivamente della casa e di tutti i beni primari in essa custoditi
b) La modifica dei comportamenti quotidiani di decine di migliaia di cittadini
c) Il timore, diffuso fra gli abitanti, che le cause siano da ricercarsi nel sottosuolo, con implicazione e insicurezza per tanti altri cittadini,
d) La presenza del blocco della circolazione pedonale e automobilistica con peraltro pesanti implicazioni economiche per i numerosi operatori coinvolti
e) E fermiamo qui l’elencazione; ma le problematiche per lo scenario futuro appaiono molto più vaste e complesse
Non è concepibile per quanto sopra detto e per quanto, irresponsabile inesperta, o spregiudicata sia un’amministrazione, che la stessa non intenda svolgere un ruolo guida. Non prenda in mano la situazione, non rediga un piano azioni per far comprendere ai cittadini che si stanno perseguendo gli obiettivi desiderati. Occorre dare a tutti i cittadini la garanzia che l’Amministrazione non ha perso il senso del Bene Pubblico in questa occasione e per malaugurate esigenze future.
L’amministrazione comunale si renda principale attrice e interlocutrice con la magistratura, con gli enti preposti a garantire lo stato del territorio, con chi cura gli interessi dei privati cittadini, con i soggetti politici e scientifici che hanno a cuore le sorti di questa città. Acceleri i processi per addivenire a una soluzione delle diverse problematiche.
Questo, sinora, non mi pare sia accaduto. Mi auguro, come cittadino, di poter leggere, magari su su VCB, nei prossimi giorni notizie positive
Il Comitato Abitare Ponte Milvio ha preferito mantenere un atteggiamento di estrema discrezione nei confronti della vicenda del crollo della palazzina di via della Farnesina, pur avendo manifestato la sua piena solidarietà nei confronti dei concittadini colpiti cosi gravemente nel loro privato.
Tale scelta è stata suggerita principalmente da motivi di opportunità, non desiderando noi in alcun modo sovrapporci all’azione che giustamente gli abitanti della palazzina hanno inteso intraprendere in prima persona, subito riunitisi nella Associazione territorio Ponte Milvio Farnesina.
Molteplici sono le problematiche derivate dal disastroso evento, sotto diversi profili e diversificate scale di grandezza, e queste, per essere affrontate in modo rigoroso, chiamano specifiche professionalità di vario genere.
Invece, come spesso accade in questi casi, anche in questo alto è lo schiamazzo dei diversi improvvisati “esperti”, subito spuntati secondo l’indistruttibile costume italico per cui nel nostro Paese ci sono 60 milioni di allenatori di calcio, unici garanti dello scudetto.
Non desideriamo aggiungerci al coro assordante, comunque riteniamo che sia non solo necessario, ma perentorio perchè ormai superato ogni limite, scendere in campo, schierandoci con estrema chiarezza al fianco dei cittadini colpiti.
Non vogliamo atteggiarci ad esperti (del nulla) e non abbiamo consigli simil-professionali da somministrare.
Consapevoli delle oggettive difficoltà che inesorabilmente concorrono alla complessità generale, ci limitiamo ad osservazioni di opportunità politica, con la volontà di agire come ulteriore pressione sugli Amministratori, anche e soprattutto con intenti propositivi.
La vicenda infatti, a due mesi dall’accaduto, ha oramai assunto caratteri grotteschi, nei quali è possibile ravvisare atteggiamenti ottusamente (o strumentalmente, se preferite) burocratici, latitanze non oltre sopportabili, disperazioni e pianti a dir poco ispirati da “leggera” furbizia, e su tutto grava pesantemente il sicuro disagio principalmente per le famiglie colpite, ma anche per una intera cittadinanza di lavoratori e di residenti che già ne sopportano di tutte.
Il riferimento, nell’ordine dei caratteri grotteschi elencati, è per il Comune “burocrate”, il Municipio “latitante” che ben si accompagna al primo, alcuni commercianti “disperati e piagnucolosi” che – diciamolo con chiarezza – speculano sulla circostanza, così arrecando danno a tutta la categoria dei loro colleghi onesti e volenterosi, i quali viceversa vorrebbero anch’essi essere tutelati con senso di giustizia e senso di realtà.
Non è chiaro, anzi molto oscuro, il comportamento del Comune, per esempio considerando la vistosa assenza, durante la riunione dello scorso 23 novembre in Campidoglio tra i residenti interessati e l’Amministrazione, dell’Assessore Berdini il quale, a nostro timidissimo avviso, aveva forse qualche competenza in merito alla vicenda.
Quale, dunque, la reale volontà politica del Comune di gestire la situazione e portarla verso una soluzione condivisa che cancelli questa ennesima emergenza in una parte di città perennemente in emergenza?
La Giunta del XV Municipio, se c’è, sarebbe gradito che finalmente “battesse un colpo”!
Dove è, cosa pensa, quale posizione ha (semmai ne avesse una), intende “sporcarsi le mani” in qualche modo o preferisce restare lì a guardare “aspettando Godot”?
Vi è qualche minima interlocuzione tra i nostri Amministratori municipali e i loro confratelli comunali e, quando anche per sbaglio dovesse accadere, possiamo conoscere il contenuto dei loro colloqui?
Intendono occuparsi del territorio che amministrano e farsi parte diligente nell’interesse dello stesso?
Pensiamo, ad esempio, solamente al problema della viabilità: ritengono loro (sempre gli Amministratori municipali) che gli strategici provvedimenti, con tanta solerzia ed invidiabile tempismo da loro assunti, si siano in qualche misura rivelati risolutivi o hanno contezza del caos mastodontico in cui versa quest’area?
Possiamo sperare in qualche timido segnale o dobbiamo definitivamente rassegnarci alla Caporetto prossima ventura che sta per precipitare fragorosamente sulla nostra quotidianità con l’avvicinarsi delle Feste?
A completare il quadro, poi, alti arrivano i lamenti di alcuni commercianti, molto fortemente sostenuti da alcune Associazioni di categoria che ben altra credibilità potrebbero guadagnarsi se avessero comportamenti più rigorosi.
Questi lamentano perdite percentualmente mostruose dovute al fatto che le sedi delle loro attività commerciali non sono più raggiungibili dai clienti – come qualcuno li ha definiti – “suvdotati”.
Ma non sarebbe più produttivo fare, e condividere, analisi serie, concertare azioni comuni, proporre soluzioni e renderle condivise, integrarsi vicendevolmente con tutti gli altri soggetti del territorio, a cominciare dai residenti?
Concludendo, come Comitato Abitare Ponte Milvio ci schieriamo al fianco dei cittadini colpiti dal crollo e di quanti ugualmente penalizzati dallo sgombero delle costruzioni attigue.
Chiediamo, ad altissima voce, un segnale dal Comune e, ancora di più, dal nostro XV Municipio perche non facciano trascorrere altro inutile tempo nella totale inazione e mancanza di capacità decisionale.
Viceversa attendiamo che assumano responsabilmente decisioni capaci di indicare una strada percorribile e risolutiva nell’interesse dei residenti e del territorio tutto.
Dimostrando anche la capacità di individuare strategie di lungo periodo con la pianificazione di una rigorosa analisi preventiva dello stato di fatto e della situazione generale dell’intero territorio e del patrimonio costruito.
Dichiariamo la nostra disponibilità a partecipare a tavoli tecnici, per lo studio di soluzioni alternative per la situazione del traffico veicolare, a questo fine rivolgendoci ai numerosi commercianti di buona volontà con i quali volentieri siamo pronti ad aprire un dialogo comune e reciprocamente rispettoso nel nostro comune interesse di “abitanti di Ponte Milvio”.
Sicuramente, non intendiamo tollerare oltre l’inaccettabile mancanza di una informazione continua e trasparente sull’evoluzione della vicenda.
Questa è tassativamente dovuta, in primis, ai residenti della palazzina crollata e di quelle attigue, subito dopo a tutti i cittadini affinché possano consapevolmente partecipare al processo di miglioramento delle condizioni di vita di questa parte di città.
Paolo Salonia
Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio
Ho esitato più volte ad intervenire su questa dolorosa vicenda, che mi coinvolge anche perché abito a pochi passi da palazzo crollato, in quanto troppe e troppo alte sono le Autorità coinvolte, poche le informazioni, e si rischia di parlare al vento.
Prendo però lo spunto dal post di Salonia, in gran parte condivisibile, per tentare solo qualche approfondimento concreto:
– sembra dall’articolo di VCB che la demolizione avverrà a carico degli sfortunati proprietari, sulla base di un piano di demolizione che deve però essere ancora approvato dalla Procura della Repubblica. Tutti credo saremmo interessati a sapere da chi sta all’interno di questa vicenda, quali tempi e quali evoluzioni ci attendono, ma più di questo non saprei che dire.
– Si dice che il Comune ha avviato una indagine geognostica su tutta la zona interessata dal crollo. Sarebbe stato utile se i proprietari dei palazzi interessati fossero stati informati, per consentire loro di partecipare alle indagini, anche eventualmente partecipando alle spese. Forse il Municipio potrebbe farci sapere qualcosa?
– Per quanto riguarda la viabilità, ben vengano riunioni e proposte, il mio Comitato ha recentemente inviato 2 note alla Polizia Locale e al Municipio per chiedere la liberazione del tratto compreso tra via Flaminia e via Cassia, e l’inizio di questa via, dalle auto perennemente in sosta vietata che impediscono il regolare deflusso del traffico, che oggi è aumentato dalla chiusura di via degli Orti della Farnesina, ma temo con scarsi risultati.
Vogliamo fare uno sforzo congiunto, Comitati, Associazioni di Categoria, proprietari degli immobili, e quant’altri, per indire una riunione che ci consenta di mettere in fila tutti gli argomenti , scambiare informazioni, avanzare proposte? Io sono a disposizione
Carmine Perrone Comitato Ambiente e Legalità – Ponte Milvio ambientelegalitamilvio@tim.it
Signor Salonia, Lei forse non sa che per quello che scrive e per quello che fa è un naturale esponente di FDI-AN, consideri che dal 2007 dopo la grande confusione generale da più parti, autorevoli parti, c’è stato l’invito di rimettere ogni cosa nelle mani dell politica, risultati così se ne potranno ottenere, contatti FDI per un’azione comune, e si prenda la tessera di FDI-AN.
Cordialmente
leosc
Esprimo il mio apprezzamento per il comunicato dell’Associazione. Una sola notazione per quanto riguarda i commercianti di via della Farnesina: già da prima del crollo ma soprattutto adesso i Vigili Urbani hanno deciso che il primo tratto di via della Farnesina è “zona franca” ossia una zona dove si può parcheggiare impunemente in doppia fila spesso su entrambi i lati, evidentemente per non arrecare disagio in primis ad un noto marchio di abbigliamento che ha diverse vetrine su tale tratto. Dal numero delle auto in doppia fila, presenti tutti i giorni ed in particolare il sabato, viene da pensare che forse l’afflusso di clienti non è poi tanto diminuito ma anzi si giova della totale assenza di qualsiasi intervento da parte dei vigili. Tutto questo a discapito dei residenti che per uscire dal quartiere sono deviati su una strada dove il restringimento della carreggiata è ormai costante.
Gentile Signor leosc (nome e cognome in chiaro mai da questi coraggiosi commentatori), mi permetto di rispedire al mittente l’invito, convinto come sono che, data anche la forma e la sostanza del suo incomprensibile scritto, si possa trovare molto più a suo agio lei in quegli ambienti che non io che sono solamente un modesto cittadino che cerca di contribuire al bene comune (spero che il concetto non sia troppo alto).
E con questo obiettivo scrive con estrema chiarezza e sincerità le cose delle quali è convinto, assumendosene la responsabilità.
Addirittura sottoscrivendo con nome e cognome.
Senza alcuna cordialità la saluto
Paolo Salonia
@ Salonia con buona Fede. Mi corre l’obbligo di replicare perché Lei Signor Salonia non è un comune o modesto cittadino Lei è il Presidente del Comitato Abitare Ponte Milvio se abbiamo capito bene, diversamente ci perdoni, ma noi lettori di questo sito e dei giornali La consideriamo in quella veste, almeno io, per cui Le ho proposto di avvicinarsi alla politica come si dice oggi e mi sono permesso di indicare il Movimento più consono per quello che scrive e per quello che Lei fa ovvero funzione interesse del territorio e dei suoi cittadini (che personalmente non amo un granché) ma dallo suo Statuto, FDI -AN promuove l’associazionismo ed il colloquio costante con la Cittadinanza al fine proprio di trovare una sintesi politica per contrastare i fenomeni che oggi sono la causa di tanta confusione, come Lei ha potuto constatare ad esempio in questa vicenda dove si è parlato di tutto e mai del dramma dal punto di vista umano in cui sono piombati gli abitanti di questa distinta palazzina di Ponte Milvio.
Consideri che più tempo passa e più apparirà chiaro il trauma vero di questi cittadini e della zona tutta per questo accadimento che rischia di essere percepito e gestito male, ovvero come riparabile attraverso interventi dipendenti dalle disponibilità economiche di questo o di quello.
Per cui solo un’anima politica potrà a mio avviso restituire a questa popolazione la Sua amata popolazione il senso di questa tragedia inaspettata.
leosc (non serve il mio nome, comunque sono un iscritto a
FDI-AN)