Magari un giorno ci invaghiremo anche della breakdance, ma la domanda diventa spontanea: che ci fa ai Giochi olimpici, una disciplina del genere?
Allora si potrebbe dare spazio pure alla danza sportiva, tanto per fare un esempio. Rimane il fatto che protagonisti, più degli atleti, sembrano essere quei due simil-dj che fanno gran cagnara fra una sfida e l’altra. Mah…
Così, regalandoci la nostra dose di zapping quotidiano incorniciato da spot pubblicitari d’ogni tipo, ci siamo imbattuti nella discussione fra un telecronista e una “spalla”, che ha dato ragguagli tecnici sull’esercizio dell’italiana in gara in quel momento, specialità ginnastica ritmica. Una a parlare seriamente, l’altro a irriderla per la troppa precisione nel dettaglio, forse sarebbe stato meglio silenziare i microfoni.
Che fine ha fatto la poesia di Sandro Ciotti, capace di aprire una radiocronaca con la frase “A Napoli la giornata è splendida, manca solo Caruso che canti O’ sole mio”?
L’italiana in questione era Sofia Raffaeli, che ha conquistato un bronzo, la prima medaglia italiana nella storia della specialità. La Raffaeli è brava, ma nell’ultima prova commette un errore e da buoni italiani si fa quasi spallucce a quella sbavatura. Che se fosse stata commessa da una non azzurra, ci sarebbe stata l’interrogazione parlamentare.
Una sequenza di medaglie di bronzo. Una la conquista Antonino Pizzolato nel sollevamento pesi, il siculo chiude la gara con 384 chili alzati nella categoria 89 chili. E poi, quando meno te l’aspetti, arriva l’oro dal ciclismo femminile su pista grazie alla coppia Consonni-Guazzini. Peccato solo che il loro successo venga affiancato dall’ormai disgustoso “ma che cosa hanno fatto?”, come se non esistessero altre parole per commentare una vittoria.
E a seguire altri due bronzi: Simone Alessio nel taekwondo, categoria 80 chili; Andy Diaz, alla sua prima presenza in maglia azzurra, nel salto triplo. Chiusura con l’apoteosi finale con l’argento (e record italiano) di Nadia Battocletti, alla sua quarta gara nei diecimila metri.
Menzione speciale per la nazionale di pallanuoto, il Settebello volta le spalle agli arbitri durante gli inni nazionali, prima di Italia-Spagna, per protestare dopo la sconfitta “pilotata” contro l’Ungheria. E giocano i primi quattro minuti volutamente con un uomo in meno. Diciamo che “quando ce vò, ce vò”.
Massimiliano Morelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA