Home ATTUALITÀ Sì, c’è un altro sabato del villaggio

    Sì, c’è un altro sabato del villaggio

    zapping
    Galvanica Bruni

    Giacomo Leopardi non avrebbe avuto bisogno, fosse vissuto oggi, della “donzelletta che veniva dalla campagna” per scrivere “Il sabato del villaggio”. Al calar del sole gli sarebbe bastato un telecomando in mano per sentirsi a proprio agio davanti al foglio bianco.

    E con una birra nell’altra mano (ma senza rutto libero, dicono fosse troppo educato) si sarebbe sbizzarrito nella sua Recanati regalandosi una serata da primatista mondiale dello zapping.

    Continua a leggere sotto l‘annuncio

    Di qua la finale del tennis con Lorenzo Musetti, poi dall’altra parte riflettori accesi sulla sciabola di bronzo di Gigi Samele; poi un attimo su mamma Rai per “beccare” l’ultima gag della carriera di Paolo Panelli e Bice Valori, quella della signora che va ai matti col tassinaro, che preferisce portarla ai Parioli invece che a via Piccolomini, perché “che me movo da qui solo pe tre scatti?”.

    Poi di nuovo dall’altra parte, che c’è la replica di Filippo Ganna che “s’abbraccica” Mattarella “stile Pertini”, in trasferta parigina per tifare Italia. E ancora… le lacrime di Musetti che perde a Umago e la gioia degli staffettisti azzurri, bronzo nella 4×100 stile libero.

    Ah, di sicuro uno come Leopardi si sarebbe pure registrato per poi vederlo a tarda notte “Finalmente l’alba”, mandato in contemporanea ai Giochi olimpici perché i film belli li propongono sempre quando c’è qualcosa di intrigante pure sugli altri canali.

    E infine avrebbe chiuso la serata con quell’anomalo spareggio per l’ingresso in finale dei 100 metri rana fra il tedesco Melvin Imoudu e l’azzurro Ludovico Viberti, in gara solo loro due per l’effimera ottava vasca valida per un ipotetico podio; e diecimila spettatori a fare il tifo per il “bracciata contro bracciata” su due corsie, chicca che solo un’Olimpiade può offrire.

    E qui, chissà Giacomino che finale avrebbe scritto, che quando nacque lui stava per chiudere il sipario la rivoluzione francese. Coi transalpini che duecentodieci anni fa s’ammazzavano e oggi ostentano la triplice “liberté, égalité, fraternité”. Che da loro unisce e da noi (la Triplice) è dal 1972 che divide…

    Massimiliano Morelli

    © RIPRODUZIONE VIETATA

    LASCIA UN COMMENTO

    inserisci il tuo commento
    inserisci il tuo nome