
255 metri di lunghezza per 27 di larghezza, articolato su sette arcate e realizzato in calcestruzzo interamente rivestito da travertino romano, Ponte Flaminio – progettato da Armando Brasini – fu iniziato nel 1938, alla vigilia del secondo conflitto mondiale. I lavori vennero sospesi nel 1943, quando alcune strutture già realizzate subirono dei danni a causa degli eventi bellici, per riprendere solo nel 1947 e finire nel 1951.
Nei primi anni sessanta fu chiuso al transito per un problema strutturale al quinto pilone che causò un cedimento del piano stradale; i lavori di risanamento si conclusero nel 1964 e venne riaperto. Quelli furono gli ultimi interventi strutturali.
Oggi Ponte Flaminio è fortemente ammalorato e necessita di cure immediate. A dirlo sono i tecnici del Dipartimento capitolino SIMU con una relazione che lascia pochi dubbi. A renderla nota è il quotidiano La Repubblica nell’edizione romana di domenica 17 febbraio.
“Corroso dal tempo e dall’acqua, il ponte ha problemi di impermeabilizzazione che negli anni hanno portato a un profondo ammaloramento del calcestruzzo fino alle barre d’armatura” dicono i tecnici segnalando che il problema è evidenziato “anche dalle piante cresciute tra le statue in travertino che creano con le loro radici percorsi per l’infiltrazione dell’acqua e testimoniano la costante presenza di umidità”.
Ma non è tutto. “Il calcestruzzo con cui sono state realizzate le strutture interne di sostegno all’impalcato non appare particolarmente compatto” sottolineano i tecnici nella relazione dicendo che l’interno di Ponte Flaminio “oggi è sicuramente un ambiente favorevole al rapido progredire della corrosione” tan’tè che i pilastri che lo sostengono “presentano il medesimo tipo e intensità di degrado dell’impalcato”.
La gara per i lavori è già partita e si ipotizzano almeno due anni di lavori: è quanto anticipa La Repubblica scrivendo che i cantieri non saranno aperti prima di dodici mesi. Stando infatti all’agenda del SIMU, ne occorreranno tre per il progetto di fattibilità di massima, cinque per il progetto definitivo e quattro per quello esecutivo.
Nel frattempo Ponte Flaminio resta percorribile in quanto – come dicono i tecnici del SIMU – “il ponte è continuamente monitorato grazie agli appalti di sorveglianza”.
Ma in tutto questo una buona notizia c’è, ed è sempre la relazione del SIMU a darla: non tutto il ponte è ridotto nelle stesse cattive condizioni.
Nel frattempo, però, Ponte Flaminio continua ad essere preda dei vandali e del degrado. Oltre alle scritte che ne deturpano i marmi da anni (lo testimoniano le date, sotto alcune c’è scritto 2016), basta percorrerlo a piedi per capire qual è lo stato di degrado in cui versa. I grandi vasconi sono ricolmi di sporcizia e di canne palustri marcite, in diversi punti il travertino anziché essere bianco è nero. Per non parlare dei rifiuti accumulati negli angoli e sulle scale.
Edoardo Cafasso
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