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Pian dell’Olmo e Quadro Alto, rispunta l’ipotesi della discarica?

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Ciclicamente l’avvocato Cerroni ci riprova. L’ultima volta fu ad agosto 2013 quando il gran patron della Colari e proprietario della discarica di Malagrotta, scrisse al Sindaco di Roma, al Presidente della Regione Lazio e al Ministro dell’Ambiente.

Pr dire cosa? Per rilanciare l’ipotesi dei siti di Pian dell’Olmo, nel territorio del XV Municipio, e Quadro Alto, nel comune di Riano, due ampie cave poco distanti l’una dall’altra e ambedue servite dalla sola via Tiberina, che secondo Cerrone, proprietario di ambedue, erano idonee ad ospitare i rifiuti della Capitale.

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Un’ipotesi però che era stata già bocciata l’anno precedente dallo stesso Prefetto Goffredo Sottile, allora commissario per l’emergenza rifiuti di Roma, che così scriveva al Parlamento Europeo dove era approdata la protesta di decine e decine di migliaia di cittadini del Municipio XV e dei diciotto comuni della Valle del Tevere: “L’individuazione del sito da adibire a discarica provvisoria nella località di Pian dell’Olmo può considerarsi superata“.

Fu una decisione che arrivò dopo due anni di battaglie, di occupazioni delle aree, di blocchi stradali, di petizioni, di manifestazioni a Montecitorio, battaglie che videro uniti cittadini dei diciotto Comuni della Valle del Tevere e del XV Municipio a prescindere dal credo politico. Ad unirli fu un NO secco e determinato all’ipotesi delle due discariche sulla Tiberina.

Passano quattro anni e Manlio Cerroni ci riprova.
“Le pagine del quotidiano Il Tempo hanno ospitato i consigli che l’Avv. Manlio Cerroni ha rivolto alla Sindaca Raggi in materia di rifiuti. Niente di nuovo: è tornato ad indicare Pian dell’Olmo e Quadro Alto come i siti, secondo lui, più idonei ad ospitare i rifiuti della capitale”.

E’ quanto dichiara in una nota Gina Chirizzi, consigliere PD al Municipio XV, che rivolgendosi virtualmente a Virginia Raggi le ricorda che “questa ipotesi è già stata rigettata da una straordinaria mobilitazione dei cittadini e che tutti noi, assieme ai residenti dei comuni a nord di Roma, siamo ancora pronti a difendere il territorio nel quale viviamo da eventuali scelte che vadano nella direzione auspicata dall’Avv. Cerroni”.

“Siamo, come allora, consapevoli che è necessario chiudere il ciclo dei rifiuti, portare Roma fuori dall’emergenza e scegliere un sito per attivare una piccola discarica di servizio. Tuttavia voglio ricordare che il territorio al quale guarda Cerroni è già carico di tensioni perché gravato dalla presenza, sulla via Tiberina, di uno dei campi nomadi più grandi autorizzati, il River di via Tenuta Piccirilli, e dal CARA, il Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto”.

“La viabilità è del tutto inadeguata e mai sopporterebbe il peso di centinaia di mezzi pesanti al giorno ma, soprattutto – conclude Chirizzi – occorre tener conto che le aree in questione sono molto delicate dal punto di vista idrogeologico, data la presenza di falde acquifere non in profondità che potrebbero essere inquinate dal pergolato dei rifiuti”.

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1 commento

  1. La sciagurata ipotesi di realizzare una discarica nelle cave di Pian dell’Olmo e Quadro Alto nel comune di Riano, alla porte di Roma, è già stata sonoramente bocciata dal Prefetto Goffredo Sottile commissario straordinario all’emergenza rifiuti, nel 2012.
    Le cave di proprietà, o meglio nella disponibilità, del Co.La.Ri di Manlio Cerroni sono, infatti, siti palesemente inidonei a ospitare una discarica; su di essi gravano vincoli non superabili neanche da ordinanze prefettizie (conformazione geologica del terreno, presenza di falde acquifere, distanza dal centro abitato, rischio idrogeologico).
    Per la cronaca, prima della bocciatura del Prefetto Sottile, che mise una pietra tombale sulla questione, c’erano stati i pareri negativi della commissione parlamentare eco-mafie guidata dall’ on. Gaetano Pecorella, della commissione parlamentare europea all’ambiente (venuta appositamente a Riano in missione) guidata dall’ on. David Sassoli, del CNR, del Mibact e dell’Autorità del bacino del Tevere. Contro l’ipotesi della discarica si erano palesemente espressi anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Senato Renato Schifani e le più alte cariche istituzionali e politiche.
    La relazione della Regione Lazio in cui venivano annoverati i i siti di Riano per ospitare una discarica, in seguito a inchieste giornalistiche, denunce e segnalazioni di comitati e cittadini, si rilevò un clamoroso “copia e incolla” della richiesta presentata due anni prima dal Co.La.Ri alla stessa Regione Lazio e dalla stessa rigettata.
    Contro l’ipotesi di realizzazione di una discarica a Riano, in difesa della legalità e del territorio, nel 2012, ci fu una mobilitazione popolare senza precedenti nella storia della Repubblica, per fatti analoghi, a cui si unirono rappresenti del mondo accademico e dell’arte de della cultura.

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