“Mercoledì 22 aprile alle 18.15 ci sarà una Santa Messa in diretta in ricordo di Gaia e Camilla. Per tutti coloro che vogliono partecipare potete andare su Instagram ‘amicipreziosissimosangue‘ e su facebook ‘amicipreziosissimo‘. Grazie a tutti quelli che ci saranno vicini”.
A scriverlo su facebook è Gabriella Saracino, la mamma di Gaia Von Freymann, invitando a qualche minuto di raccoglimento in preghiera in una funzione che si terrà a distanza di quattro mesi dalla tragedia in cui perse la vita la figlia assieme alla sua amica Camilla Romagnoli.
Le indagini da parte della Magistratura sembrano nel frattempo essere in dirittura d’arrivo. Nella seconda settimana di aprile il Procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il sostituto Roberto Felici hanno depositato in Procura la richiesta di giudizio immediato per Pietro Genovese.
La richiesta, porterebbe il giovane, tutt’ora agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio stradale plurimo, direttamente in aula saltando la fase dell’udienza preliminare. I due PM basano i loro capi d’accusa su quanto emerge dalla perizia effettuata dai tecnici del pubblico ministero la sera dello scorso 10 febbraio sul tratto di strada in cui le due sedicenni sono decedute.
secondo i calcoli effettuati da Mario Scipione, consulente della Procura, se l’auto su cui viaggiava Genovese avesse rispettato il limite di 50 km/h fissato per quel tratto di strada, sarebbe sopraggiunta sul luogo dell’impatto con le due ragazze esattamente un secondo e mezzo dopo, frazione di tempo in cui molto probabilmente Gaia e Camilla avrebbero completato l’attraversamento pedonale, evitando così l’incidente fatale per le due giovani.
Resterebbe in ogni caso confermato, come rilevato dai risultati della perizia depositati in Procura, che le due giovani quella notte non avrebbero attraversato sulle strisce pedonali, come sostenuto precedentemente dai legali delle due famiglie, ma esattamente 18 metri più avanti e avrebbero impegnato la carreggiata in un tratto di strada poco visibile. In ogni caso però sarebbe stata proprio l’alta velocità dell’auto del ventenne ad essere la causa dell’impatto. Scipioni nel suo documento ne è convinto: “il sinistro non si sarebbe verificato se Genovese avesse marciato alla velocità massima di 50 chilometri orari”.
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