Il cinghiale in dieci punti: un decalogo per chiarire alcuni aspetti della questione cinghiali in libertà nelle strade della capitale, oggi al centro delle cronache per via del fascicolo aperto dalla Procura dopo l’incidente mortale avvenuto nella notte fra venerdì 17 e sabato 18 marzo 2017 in via dell’Inviolatella Borghese, sulla Cassia, causato dall’attraversamento di un cinghiale.
Nel documento reso noto dall’Ente Parco di Veio si affrontano le questioni delle recinzioni, delle segnalazioni stradali e si chiarisce il ruolo del Parco Regionale Naturale, che “non è un parco pubblico e non è proprietario dei terreni che rientrano nell’Area protetta e che ha una competenza limitata alla tutela della biodiversità, non estesa all’incolumità pubblica“.
L’Ente Parco specifica di aver avviato dal 2011 un piano che ha previsto la cattura dei cinghiali “mediante foraggiamento orientato a gabbie.” Un nuovo piano è stato recentemente approvato e pubblicato dalla Regione Lazio.
Il decalogo: il cinghiale in 10 punti
1. le incursioni sono motivate
I cinghiali, come tutti gli animali selvatici, prediligono gli ambienti naturali. Le incursioni in contesti urbani sono motivate da qualcosa che li attrae: trovare cibo facilmente (vicino ai cassonetti o discariche), fuggire da eventuali battute di caccia o sentire delle scrofe in estro (nei piccoli paesi della cintura metropolitana, ma non a Roma).
2. non sono aggressivi
I cinghiali non sono né aggressivi, né pericolosi, ma lo possono diventare se si sentono privati di una via di fuga.
3. un problema comune
Il problema dei cinghiali a Roma è comune a tutte le città europee dotate di una cintura verde: Torino, Genova, Bologna in Italia, Berlino e Barcellona in Europa.
In queste città sono stati avviati dei piani di cattura e abbattimento con tiratori scelti anche con visori notturni, in modo da garantire la sicurezza degli abitanti.
4. i parchi naturali di Roma Nord
A Roma Nord sono presenti due Parchi Regionali Naturali (non “parchi pubblici” come li ha definiti qualcuno) che si estendono su terreni pubblici e privati, ma non di proprietà degli Enti Parco.
Sono il Parco Regionale di Veio (all’interno del quale si trovano i Parchi pubblici dell’Inviolatella Borghese, Parco Papacci o della Pace, Parco Volusia) e la Riserva Naturale dell’Insugherata, una del 13 aree protette gestite dall’Ente RomaNatura (tra cui il Parco del Pineto, la Riserva Naturale della Marcigliana e la Riserva Naturale di Decima Malafede recentemente citate per il medesimo problema).
5. la mission
Roma Natura e Veio sono stati istituiti con legge regionale n.29/97 per tutelare il patrimonio ambientale (biodiversità e geodiversità) e promuovere uno sviluppo dei territori compatibile con la tutela dell’ambiente.
A tal fine, gli Enti Parco stimano i danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura, indennizzandoli dal punto di vista economico.
6. recinzioni perimetrali non previste
Nei parchi naturali le recinzioni devono essere limitate al minimo per permettere il passaggio della fauna che sono chiamati a tutelare.
Nessuna norma prevede la necessità di una recinzione perimetrale del parco, bensì solo una segnaletica di avvertimento.
Il posizionamento di recinzioni lungo le strade principali è una competenza del proprietario del fondo che deve richiedere il nulla osta all’Ente Parco per il suo posizionamento.
7. una grande estensione
Il Parco di Veio si estende su 14.984 ettari: l’area verde parte dal Parco dell’Inviolatella e si estende tra via Cassia e via Flaminia fino all’altezza di Magliano Romano – via Campagnanese ed ha al suo interno centri abitati, strade e proprietà pubbliche e private.
8. biodiversità e equilibrio ecologico
Anche i cinghiali fanno parte del patrimonio di biodiversità del parco e, per poter intervenire con azioni di controllo sulla popolazione (catture o abbattimenti) è necessario accertare una condizione di squilibrio ecologico.
Questo può essere valutato in base all’entità degli indennizzi erogati (che non deve portare al dissesto finanziario) o, in base ai danni provocati sulla biodiversità.
9. le competenze
Nonostante il Parco di Veio abbia una competenza limitata alla tutela della biodiversità e non estesa all’incolumità pubblica e, nonostante il Parco abbia da sempre contenuto l’entità degli indennizzi erogati, supportando gli agricoltori nella protezione dei fondi attraverso la concessione gratuita di recinzioni elettrificate, avendo constatato un problema di coesistenza tra uomo e cinghiale, a partire dal 2011 ha provveduto a predisporre un piano di controllo della popolazione di cinghiale previa autorizzazione della Regione Lazio e dell’ISPRA.
Il Piano ha previsto la cattura dei capi con foraggiamento orientato e gabbie e il loro trasporto ad un mattatoio autorizzato con la commercializzazione finale dal 2011 al 2015 con proroga concessa per il 2016.
Nel frattempo è stato predisposto un secondo piano di controllo di recente approvato dalla Regione Lazio e pubblicato l’11 aprile 2017.
Il Parco ha anche provveduto a formare un gruppo di 24 coadiutori nelle attività di selecontrollo per poter procedere negli abbattimenti mirati in condizioni di sicurezza. Gli abbattimenti sono stati previsti nel nuovo piano di controllo.
10. segnaletica già richiesta
Il Parco ha provveduto a segnalare agli enti competenti per la manutenzione stradale i siti lungo le strade maggiormente soggetti ad attraversamento della fauna, richiedendo e sollecitando il posizionamento dell’opportuna segnaletica di attraversamento della fauna selvatica.
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La Regione Lazio ha autorizzato la cattura e l’abbattimento di 300 cinghiali nel Parco di Veio. Ammesso e non concesso che all’interno di quest’area naturale protetta i cinghiali siano in eccesso, logica vuole che i 300 capi che verrebbero ammazzati non possono essere solo e soltanto quelli affamati di cibo che abbandonano il loro habitat naturale (che è il bosco), per cui non si capisce in base a quale astruso ragionamento l’abbattimento del tutto gratuito di 300 cinghiali convincerebbe o meglio dissuaderebbe tutti gli altri animali della stessa specie dal fare le loro brave scorrazzate fin dentro i centri abitati.
Non esiste alcuna decisione della Regione che autorizzi l’abbattimento di cinghiali, nè si comprende da dove derivi il numero indicato di 300. Esiste un piano di controllo recentemente approvato dalla Regione Lazio e pubblicato sul Burl che è consultabile sul sito del Parco di Veio a questo indirizzo web : http://ww2.gazzettaamministrativa.it/opencms/export/sites/default/_gazzetta_amministrativa/amministrazione_trasparente/_lazio/_parco_regionale_di_veio/200_inf_amb/2017/Documenti_1485437907722/1485437997774_pianocontrollo_2017-2022_def_x2x.pdf .
In pratica solo chiacchiere mentre un motociclista ha perso la vita dopo uno scontro con un cinghiale e di notte è pericoloso girare in certe zone abitate limitrofe ai parchi come quello di Veio.