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Tomba del Gladiatore, pensare che 4 anni fa volevano rinterrarla. E invece…

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E pensare che solo quattro anni anni fa si voleva rinterrare tutto il sito non essendoci i fondi per continuare le ricerche e gli scavi. Una decisione che fece rizzare i capelli a studiosi, archeologi, agli storici. Una decisione contro la quale si sollevò tutto il mondo dell’arte e della cultura, una decisione contro la quale si fece portavoce ed artefice di una petizione internazionale addirittura Russell Crowe, il divo di Hollywood che al cinema ha interpretato il ruolo del Gladiatore nel film di Ridley Scott e che gli è valso un premio Oscar.

La Sovrintendenza fece quindi dietrofront. E per fortuna, perché oggi invece è stata confermata la tesi: si tratta veramente della scoperta archeologica più importante degli ultimi 30-40 anni.

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Sulla Flaminia, in via Vitorchiano, un intero tempio romano, completo di colonne in marmo e frontoni, in un’area intatta e ben conservata comprensiva di un affascinante tratto dell’antica via Flaminia, è lo straordinario spettacolo emerso ben conservato dal fango sette metri sotto il livello della ferrovia Roma Viterbo. Con i suoi basolati scuri vulcanici, è un Foro Romano in miniatura con al centro la fantastica tomba del generale Marco Nonio Macrino, ribattezzata come ‘Tomba del Gladiatore‘ a seguito del famosissimo film.

Ma in quell’area che gravita su un lotto potenzialmente ancora edificabile, area chiusa al pubblico nonostante la grande ricchezza dei reperti custoditi, non c’è solo il mausoleo di Marco Nonio Macrino,  c’è una vera e propria necropoli militare.

Questa nuova scoperta è stata effettuata grazie alle campagne di scavo e di studio condotte dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’Area archeologica centrale di Roma, scoperte illustrate oggi nel corso del convegno di studi ‘Marco Nonio Macrino e la necropoli monumentale sulla via Flaminia: nuove acquisizioni e prospettive’ che si è svolto nel Museo delle Terme di Diocleziano a Roma.

Le nuove indagini, riferisce Adnkronos, hanno contribuito a chiarire l’aspetto di monumenti già emersi e hanno restituito altri tre edifici funerari monumentali, uno dei quali, in età tardo antica, sarebbe stato sfruttato per impiantare una fullonica (officina per il lavaggio e la tintura delle vesti).
Rinvenuto anche un numeroso gruppo di stele di pretoriani, che lascia spazio all’ipotesi di un’area, o almeno un monumento, a loro espressamente dedicato.

Oltre alla presenza della tomba di Macrino e di due sepolcri monumentali, di cui uno sicuramente attribuibile a un console vissuto sotto Adriano, sono stati riportati alla luce i resti marmorei di un sepolcro a dado e di un sepolcro ad altare di qualche decennio precedente.

Il primo è appartenuto a un personaggio probabilmente di rango equestre – come si evince dalla sepoltura di un cavallo presso l’entrata del sepolcro –, la cui carriera militare si svolse tra l’epoca di Augusto e quella di Caligola. La decorazione marmorea di questa tomba, con i suoi tralci vegetali e i girali di acanto, rimanda al repertorio iconografico dell’arte ufficiale di età augustea.

Il lavoro degli archeologi si sta ora concentrando sullo scavo dell’edificio funerario sotto la fullonica. Il monumento, di complessa interpretazione, databile nella seconda metà del II secolo d.C., si ergeva a lato del sepolcro di Marco Nonio Macrino ed era orientato nella stessa direzione. Questo fa supporre una interdipendenza fra i due sepolcri, probabilmente inglobati in un unico progetto, con il monumento funebre sotto la fullonica destinato alle sepolture della familia del senatore bresciano o allo svolgimento dei riti e del culto funerario connessi alla sua figura.

La trasformazione in fullonica, rimasta in uso fino ad età tardo-antica avanzata, oltre a offrire i dati per una ricostruzione puntuale delle fasi di lavorazione, dà l’idea di un cambio di destinazione d’uso dell’area, da zona di sepolcri a quartiere lavorativo.

Alla luce dei nuovi scavi, quella della Via Flaminia appare come una delle necropoli più importanti del suburbio romano, da cui emerge una particolare concentrazione di sepolture di militari che qui hanno voluto lasciare, con la costruzione di monumenti di straordinaria grandiosità, l’imperitura memoria del loro valore.

Grazie anche al clamore internazionale della scoperta della ‘Tomba del Gladiatore’, la Soprintendenza oggi, per fortuna, è impegnata non a rinterrare ma ad inserire l’area archeologica nell’elenco dei luoghi pubblici da preservare e valorizzare.

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4 COMMENTI

  1. Grazie di occuparvi di tutto questo!Spero di tutto cuore che non arrivino dei SELVAGGI a distruggere!!!!!grazie ancora di vostro meraviglioso lavoro!

  2. Attualmente area ancora chiusa e non visitabile e nulla si vede dal di fuori come quella di Grottarossa. Gli abitanti del posto neanche ne sono a conoscenza

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