La telenovela sui cinghiali in libertà nelle strade di Roma, in realtà un vero ping-pong fra Comune di Roma e Regione Lazio, si arricchisce di un nuovo atto. Mentre gli ungulati scorrazzano liberamente rovesciando cassonetti e passeggiando anche di giorno nelle strade e nelle piazze della capitale, Campidoglio e Pisana si rintuzzano le responsabilità.
Giusto ieri, mercoledì 1 settembre, la sindaca Raggi è arrivata al punto di denunciare la Regione alla Procura della Repubblica. Secondo l’amministrazione capitolina la “presenza massiccia e incontrollata dei cinghiali” in città sarebbe “conseguenza della mancata previsione e/o attuazione da parte della Regione Lazio di efficaci piani di gestione“. Il riferimento è all’articolo 19 della legge 157 del ’92 che prevede che siano “le Regioni a dover provvedere al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia“.
Nell’esposto il Campidoglio afferma inoltre che la Regione Lazio “risulterebbe inoltre inadempiente al Protocollo d’Intesa sottoscritto con la Città Metropolitana di Roma Capitale e Roma Capitale” che prevede che sia appunto l’ente regionale “a dover predisporre piani di gestione nelle aree ricadenti nel territorio di Roma Capitale e a dover individuare strutture regionali in grado di ricevere gli animali vivi, catturati nell’ambito delle attività di controllo numerico“.
Ma è pur vero che sulla base dello stesso protocollo d’intesa sottoscritto a settembre 2019 il Campidoglio si era impegnato, fra l’altro, a individuare una mail e un numero telefonico dedicati ai cittadini per segnalare la presenza di cinghiali in città, e questo non è avvenuto tant’è che chiunque abbia questa intenzione si trova ancora oggi sballottolato da un centralino all’altro alla ricerca di un valido interlocutore. E non solo. Il Comune si sarebbe dovuto adoperare per evitare la presenza di rifiuti organici e non nelle strade di Roma, prima fonte di alimentazione dei cinghiali, e a provvedere alla pulizia delle aree pubbliche con particolare attenzione alle aree verdi. E anche questi impegni, stando alla cronaca, paiono assai disattesi.
La replica della Regione Lazio
E infatti non s’è fatta attendere la replica della Regione Lazio che in una nota diffusa oggi alla stampa comunica: “In attesa di ricevere il contenuto dell’esposto presentato dalla sindaca di Roma Virginia Raggi sulla emergenza dei cinghiali nella Capitale si ricorda ancora una volta che la responsabilità degli animali che si trovano fuori dai parchi è in capo ai comuni. Spetta dunque agli amministratori locali intervenire per contenere la presenza degli animali sulle strade e sul territorio cittadino al fine di salvaguardare la sicurezza della comunità.
Ma non basta. Stando alla Regione, “come stabilito nel Collegato approvato dal Consiglio Regionale nei primi giorni di agosto i piani di abbattimento sono attuati dalle guardie dipendenti delle provincie e della città metropolitana di Roma Capitale. E gli animali catturati e/o abbattuti nel corso delle operazioni di controllo restano a disposizione e a carico di chi ha effettuato l’intervento.”
In poche parole, il senso della nota è che è sempre Virginia Raggi a dover rispondere di ciò che accade in materia di cinghiali, una volta come sindaca di Roma e una volta come sindaca della Città Metropolitana di Roma.
E Infine la stoccata sui rifiuti nelle strade. La Regione ricorda, come è sotto gli occhi di tutti, che “negli ultimi anni, la continua presenza di rifiuti nell’area urbana di Roma è certamente un fattore che ha favorito la presenza della specie, offrendo agli individui le risorse trofiche necessarie per riprodursi con maggiore efficacia.”
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