Stazioni aperte, opere di rinnovamento e incremento delle corse. Sono queste le richieste del Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord che nella mattina di sabato 16 novembre ha manifestato in piazza del Popolo nonostante il cattivo tempo.
La protesta, indetta nell’assemblea pubblica tenutasi lo scorso 7 novembre, è frutto degli innumerevoli disagi che vivono quotidianamente gli utenti della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo. A spiegarlo a VignaClaraBlog.it è il presidente del comitato, Fabrizio Bonanni. “Vogliamo che la ferrovia resti aperta, che vengano fatte le adeguate opere di rinnovamento delle strutture, e che venga rivisto l’orario dal momento che ogni giorno vengono soppresse nuove corse. Queste cose noi chiediamo e queste cose noi vogliamo, perché i pendolari di Roma Nord devono viaggiare in sicurezza, con un servizio garantito e soprattutto non devono avere il timore che il treno non ci sia, che all’ultimo minuto non parta o non arrivi. C’è gente che lavora, c’è gente che studia, e tutti hanno il diritto di arrivare puntuali usando i mezzi pubblici”.
Normali interventi di manutenzione e adeguamento dei servizi, dunque. Eppure ottenerli sembra impossibile. “Noi paghiamo un servizio tutti i giorni, e vogliamo che ci sia quello per cui paghiamo. Non vogliamo nient’altro”, spiega Bonanni.
E continua: “Atac prende 90 milioni di euro di incasso all’anno dalla Regione Lazio? Bene, quei soldi li deve stanziare per migliorare la tratta. È inutile che i rappresentanti della Regione vengono, come hanno fatto oggi, a fare il mea culpa. È inutile che ci danno ragione, che ci dicono che i lavori non sono stati fatti quando erano necessari. Iniziassero a mobilitarsi per migliorare questa situazione”.
Anche perché, come illustrano i cartelloni esposti in piazza del Popolo durante la manifestazione, se i lavori partissero oggi il raddoppio dei binari verrebbe realizzato per la fine del 2023, i nuovi treni verrebbero aggiunti entro la fine del 2022 e la nuova stazione di piazzale Flaminio aprirebbe a fine 2021.
“La Regione Lazio – comunica inoltre Bonanni – ci ha invitato lunedì prossimo (18 novembre, ndr) a partecipare a un tavolo congiunto per avere finalmente i dati che chiediamo da sei mesi: il cronoprogramma, le modifiche sull’orario, le risposte dell’associazione nazionale sulla sicurezza ferroviaria”.
Nel frattempo, per dare un’idea dei disservizi a tutti gli utenti, il Comitato ha fatto due conti: “Abbiamo fatto un confronto dei treni disponibili tra giugno e settembre 2019. Nel giro di tre mesi sono state eliminate 18 corse in treno, sostituite da soli 6 bus. Questo vuol dire che abbiamo perso 12 tratte tra andata e ritorno. Oltre al fatto che i bus non possono sostituire l’efficienza di un viaggio in treno. Ormai questa tratta è diventata una gommovia”.
E per questo a richiedere soluzioni concrete, oggi, si sono presentati a centinaia. “Nonostante fosse sabato mattina, e nonostante la pioggia – ci racconta il presidente del Comitato – la manifestazione è andata bene. Abbiamo superato le 200 presenze”.
Il problema è di tutti, ma ci sono persone che lo subiscono più di altre. È il caso di una madre costretta a citare Atac in giudizio perché il proprio figlio disabile non riusciva a viaggiare sui treni della Ferrovia Roma Nord. I mezzi, infatti, non permettono la salita e la discesa di biciclette, carrozzine, passeggini e sedie a rotelle, anche se a bordo il posto c’è.
Questa “mamma-coraggio”, come la definisce Bonanni, si chiama Cristina Abballe e suo figlio Alessandro è costretto a vivere su una sedia a rotelle. Cristina e Alessandro hanno vinto la causa. Ma prima hanno dovuto pagare avvocati e studi legali, solo per avere un diritto riconosciuto a Roma, nel 2019. “È una cosa veramente vergognosa”, commentano.
“Noi oggi siamo qua in rappresentanza di tutti gli utenti della ferrovia, sperando che questa situazione riceva la giusta attenzione. Faremo un’altra riunione dei pendolari, e un’altra assemblea dei comitati. Dobbiamo resistere, altrimenti tutto resterà com’è” ha concluso Bonanni rivolgendosi ai circa duecento manifestanti fra i quali alcuni sindaci dei comuni dell’hinterland a nord di Roma, il presidente del XV Municipio, Stefano Simonelli, rappresentanti sindacali e della Regione Lazio.
Camilla Palladino
video dalla pagina facebook “comitato pendolari ferrovia roma nord”
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Abito dal 1991 a labaro. Vendevano le case vantando l’apertura del sant’andrea ed il trenino che praticamente ti portava in centro anzi a “Roma” (CHISSA DOVE VIVIAMO) in 17 m. Ma quando mai… Tanti hanno ripopolato i paesi intorno a Roma nord stranieri compresi e nessuno ha mai adeguato treni( i pavimenti sono molli e senza freni) le stazioni sono state rimodernate ma a prima porta presero male le misure.. E pure a montebello visto che il binario 5 costringe ad alzare le gambe oer salire i gradini