Della Via Francigena, specialmente negli ultimi tempi, si sono occupati in molti. Non si contano gli enti, le autorità e le amministrazioni che sono intervenute, anche con ingenti sforzi economici, per valorizzare e tutelare una via dal significato storico e culturale da tutti riconosciuto. Così come non si contano i cittadini comuni che spesso di propria iniziativa si attivano per rimediare alla negligenza di chi è preposto al controllo di questo importante patrimonio.
Perché, se in tutta Europa la Via Francigena costituisce un monumento dal valore simbolico di indubbia importanza, nel XX Municipio e a Cesano in particolare tale monumento diventa addirittura eccezionale se si pensa che nonostante le dimensioni ridotte il piccolo Borgo può vantare una stratificazione storica da fare invidia, in cui l’antico percorso ha un ruolo di primissimo piano.
Della Francigena esistono ancora oggi in Italia, Svizzera, Francia e Inghilterra notevoli tratti con lastrici e selciati romani e medievali. Tale percorso, proposto nel 1993 dal Ministero del Turismo come itinerario culturale europeo per il Giubileo del 2000, è stato riconosciuto dal Consiglio d’Europa nel 1994, e nel dicembre 2004 il progetto legato alla Via Francigena ha ricevuto la menzione di Grande Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa.
Eppure le sorprese nella parte vecchia di Cesano non cominciano (né, come vedremo, finiscono) con la Via Francigena.
Queste le date: nel 58 a.c. Giulio Cesare aprì una “Via del Sole” come collegamento tra il mare del nord e Roma. Tale via sarà nientemeno che lo scheletro della futura Via Francigena che nascerà in quanto tale in epoca longobarda per collegare Pavia, capitale del regno, a Benevento e al santuario di San Michele nel Gargano. “Iter Francorum” è il nome con cui viene menzionata la via in un documento del 725, ma soltanto nell’876 verrà utilizzata per la prima volta l’espressione “Via Francigena”.
Ebbene, possiamo dire con certezza che già molto prima Cesano aveva una sua precisa identità: necropoli etrusche risalenti all’VIII e VII secolo a.C. sono state scoperte a nord della valle di Baccano, a sud-est del Borgo (Via della Merluzza) e a nord-est (Via Cesanese).
Una storia che precede la grande esperienza dell’impero romano di cui, anche in questo caso, sono state rinvenute preziose testimonianze.
È il caso, recentissimo, del ritrovamento di scheletri umani nelle immediate vicinanze della Chiesa di San Nicola (leggi qui). Hanno fatto forse meno scalpore, ma insieme a quegli scheletri sono venute alla luce tre monete romane di Età Tardo Antica (400 d.C.) che dimostrano senza alcun dubbio la vitalità socio-economica del posto a ridosso delle invasioni del nord Europa e l’inizio dei secoli bui in cui, l’abbiamo visto, Cesano non ha smesso un suo ruolo ben definito.
Ci siamo dilungati su tali accadimenti perché questo è quanto sta alle spalle dell’antico Borgo. Potremmo soffermarci ancora sulla sua storia (per esempio sull’ipotesi, formulata in questi giorni, della presenza di un cimitero rinascimentale situato sotto la chiesa di San Nicola) ma quanto detto è sufficiente per fornire un’idea sull’importanza e il fascino di questo luogo in cui la Via Francigena occupa una parte fondamentale.
Proprio per questo pochi mesi fa aveva destato un notevole scalpore l’inchiesta di Vignaclarablog.it che aveva denunciato la presenza di una discarica a cielo aperto nel tratto della Francigena che ricade su Via della Fontana Morta, a pochi metri da Borgo di sotto (leggi qui).
Un ammasso di rottami, plastica, copertoni, elettrodomestici e sporcizia di ogni genere che deturpava tanto il paesaggio quanto secoli di storia che ovunque in Europa vengono protetti e valorizzati e che a Cesano, nel XX Municipio, sono lasciati nelle mani di cittadini senza scrupoli e dallo scarso senso civico, come ribadito un mese fa da un nostro lettore che ci ha scritto a nome di tanti concittadini per manifestare tutto il suo sdegno per le condizioni in cui si trovava la via Francigena nel lungo tratto che attraversa Cesano.
“Ho più volte segnalato la situazione di degrado in cui versa questo tratto bellissimo di via Francigena” ebbe a dirci in un’accorata email (leggi qui).
In questi giorni siamo tornati sul posto e con soddisfazione abbiamo rilevato che denunce e appelli sono serviti. La situazione di grave trascuratezza è stata almeno per il momento risolta e l’ammasso di rifiuti che sfiguravano lo splendido paesaggio naturale della Via Francigena in quel tratto sono stati rimossi.
È così possibile avvicinarsi al vecchio fontanile e percorrere il percorso immersi nel verde proprio come doveva essere ai tempi in cui queste strade erano praticate da volenterosi pellegrini provenienti da tutta Europa e diretti alla Città Santa. Rivivendone lo spirito e il fervore e lasciandosi conquistare dalla forza evocativa di una storia e di una cultura che attraverso questa via sembrano resistere al passare dei secoli.
Adriano Bonanni
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Finalmente qualche buona notizia!
Invece il tratto del Parco dell’Insugherata in ingresso a Roma, di cui avevato fatto denuncia, è ancora chiuso e in stato di abbandono (ci siamo passati domenica) , nonostante l’impegno del comune a sistemarlo….