In questi giorni si è fatto un gran parlare della rinascita del mercato di Ponte Milvio, quel fortilizio rosso in via Riano al cui interno un manipolo di operatori porta avanti l’attività nonostante le difficoltà degli ultimi anni.
Nel parlarne, la memoria di tanti è tornata indietro negli anni, a quando il mercato era sulla piazza, quando colori, odori e suoni s’incrociavano e rimbalzavano in libertà, non costretti fra quattro mura rosse.
Lì è nato, cresciuto e prosperato dai primi decenni del ‘900 fino al 1982, quando il Comune decise che la piazza doveva essere liberata e i banchi vennero trasferiti sul lungo marciapiede centrale di viale Tor di Quinto dove oggi c’è un parcheggio.
Un’atmosfera unica
Ancora oggi nella memoria dei residenti il mercato è parte fondamentale della storia di Ponte Milvio avendone caratterizzato la quotidianità per decenni, con i banchi-carretti che ogni mattina venivano distribuiti partendo dall’angolo con via della Farnesina fino a Largo Maresciallo Diaz, mentre i principali magazzini per la rimessa dei mezzi erano ubicati all’inizio di via Prati della Farnesina.
L’atmosfera chiassosa era quella tipica di ogni mercato rionale ma quello di Ponte Milvio aveva qualcosa in più: un clima amichevole e confidenziale, un sottofondo di chiacchiericcio, un ritrovarsi ogni giorno come se fosse il primo.
Tutti si conoscevano, tutti si chiamavano per nome. Era un paese.
Ricordi in bianco e nero
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