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Al via il rilancio del mercato di Ponte Milvio

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La messa a bando di 18 box chiusi da anni; lavori di riqualificazione da effettuare grazie a un bando di gara di 100mila euro della Regione Lazio; il nuovo locale polifunzionale al centro del mercato.  Sono questi gli assi portanti sui quali il Municipio XV sta lavorando per rilanciare il mercato di Ponte Milvio, in via Riano.

La conferenza stampa per fare il punto della situazione si è tenuta nella mattina di lunedì 4 marzo proprio all’interno del nuovo spazio polifunzionale che nelle intenzioni del governo locale sarà l’agorà del mercato.

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A presentare progetti e scenari dal futuro prossimo il presidente del XV, Daniele Torquati, l’assessore al Commercio, Tommaso Martelli, e la presidente della commissione municipale Commercio, Laura Gigli. In sala, anche l’assessora alla Cultura e Scuola, Tatiana Marchisio, e il vicepresidente del Municipio, Alessandro Cozza.

“Sono tre gli assi su cui negli ultimi due anni come Municipio XV abbiamo lavorato per la ripartenza del mercato di Ponte Milvio, in sofferenza ormai da tempo. Una strategia mirata per il rilancio di questo importante presidio sociale e commerciale del nostro territorio e punto di riferimento per interi quartieri”, ha esordito il presidente Torquati.

Il bando per 18 box

Nelle scorse ore è stato pubblicato il nuovo Avviso Pubblico per la riapertura di diciotto box (clicca qui) che rappresentano oltre il 25% dell’organico dell’intero mercato, con la possibilità per alcuni di questi banchi di apertura prolungata oltre l’orario mattutino.

Di questi, nove box sono riservati al settore “somministrazione” con l’intento di dare nuova vita al mercato in un’ottica di maggiore attrattiva. Non solo alimentari, non solo prodotti agricoli ma anche locali dove mangiare, prendere un aperitivo, fare due chiacchiere, sulla falsariga di altri mercati romani (uno per tutti il Testaccio) dove questa formula è stata già sperimentata da anni.

In tal senso, ha sottolineato l’assessore Martelli, “le proposte saranno analizzate con la massima attenzione all’aspetto qualitativo. I box saranno assegnati con criteri che premiano la qualità dell’offerta più che l’anzianità della licenza. Non vogliamo farne un ‘localificio’ ma una location che si differenzi da quella tradizionale presente su piazza Ponte Milvio e che si rivolga a un target diverso, magari più adulto rispetto agli abituali frequentatori della movida”.

I tempi? “Nella migliore delle ipotesi giugno, oppure entro settembre 2024” è stata la risposta dell’assessore alla domanda quando questi locali di somministrazione verranno aperti.

Lavori per centomila euro  

Con la vittoria del bando della Regione Lazio che prevede il finanziamento di 100mila euro per la riqualificazione di aree mercatali, saranno avviati lavori di riqualificazione dell’illuminazione interna e sulla segnaletica, oltre alla realizzazione di una domus ecologica per il corretto conferimento dei rifiuti.

Ma non solo, sempre sulla scia di favorire l’approccio al mercato come luogo di aggregazione, previsto anche l’allestimento di un’area con tavoli, ombrelloni e sedute, per permettere ai clienti di consumare sul posto.

Lo spazio polifunzionale

Conclusi i lavori del nuovo spazio polifunzionale allestito al centro del mercato nei locali di proprietà del Municipio, sarà pubblicata a breve una manifestazione di interesse per recepire un progetto di qualità che valorizzi gli aspetti educativi, sociali, formativi e permetta allo spazio di restare aperto valorizzando il concetto di luogo come punto di incontro e di aggregazione del territorio.

Corsi di formazione, presentazione di libri, reading, mostre, serate a tema, questi i temi da sviluppare per fare di questa struttura un concreto agorà. Spazio dunque alla fantasia e alla creatività di chi si farà sotto per presentare un progetto.

“È solo un punto di partenza”

“Il lavoro di questi due anni – hanno sottolineato Torquati e Martelli – ci ha permesso di recuperare una situazione abbandonata per troppo tempo e arrivata ormai a un punto di non ritorno. Questo però è solo un ulteriore punto di partenza, per rendere il mercato sempre più attrattivo e pronto a recepire le esigenze della clientela, in un contesto completamente diverso rispetto a qualche anno fa”.

Al via, dunque, la rinascita?

Basteranno questi tre “assi portanti” a rilanciare il mercato? C’è da augurarselo di cuore perché questo mercato è in sofferenza da troppi anni, con tanti box chiusi e scarsa affluenza di clienti. Un lento declino iniziato nel lontano 2010, due anni dopo l’apertura di questa sorta di fortilizio che, visto dall’esterno, non ha mai avuto l’appeal di un vero mercato rionale.

Inaugurato il 7 maggio 2008 dall’allora sindaco Gianni Alemanno e dall’ex presidente del XX Municipio Gianni Giacomini, nacque come centro commerciale realizzato in project financing (cioè, a costo zero per l’amministrazione) per una spesa di 18 milioni di euro, e venne definito dal Sindaco Alemanno “un bell’esempio di integrazione commerciale, un modello”.

Quaranta fra negozi, boutique, bar e ristoranti nei due piani superiori e circa cento banchi al piano terra; prevista anche l’apertura di una banca, un ufficio postale, addirittura di una sede decentrata del Municipio: così si presentava sulla carta quel 7 maggio 2008 il nuovo mercato di Ponte Milvio.

Ma i problemi arrivarono presto. Il parcheggio interno costava tanto (due euro l’ora, ridotto poi ad un euro dopo quasi un anno), il parcheggio esterno venne aperto dopo un anno e mezzo, la fermata bus su viale Tor di Quinto venne soppressa all’apertura del Centro per poi essere ripristinata ben cinque mesi dopo mentre solo dopo un anno, a maggio 2009, la linea 188 fu fatta transitare per via Riano. Da subito fu quindi impossibile raggiungere il mercato rionale se non che a piedi.

L’idea del centro commerciale a Ponte Milvio fu in realtà un flop, con i quaranta negozi dei piani superiori che nel giro di due anni chiusero tutti. E pian piano la crisi cominciò a spostarsi al piano terra.

Poi, il 27 ottobre del 2011, una giornata di follia collettiva, arrivò Trony, e venne accolto come il messia. Nelle aspettative degli operatori del mercato di Ponte Milvio doveva essere la panacea risolutrice, il polo d’attrazione per l’intera struttura. Ma non fu così, presto si capì che chi esce con un televisore fra le mani difficilmente va a comprare pesce e frutta, così com’è vero il contrario. Trony poi, per altri motivi, venne chiuso nel febbraio del 2017 marcando fortemente il declino della struttura (riaprirà poi a luglio dopo aver passato il brand a Euronics).

Nel frattempo, diversi box cominciarono a calare definitivamente la serranda. La crisi sfociò addirittura in una plateale manifestazione di piazza quando nel mattino di un giorno di novembre del 2013 due camion di verdura, circa ottocento kg di carciofi, insalata e bieta, vennero distribuiti gratuitamente ai passanti  dai “fruttivendoli” che, per un giorno, chiusero le porte del casermone rosso di via Riano tornando con i loro banchi sulla piazza di Ponte Milvio. “Stiamo vedendo andare in fumo giorno dopo giorno la nostra attività, dateci una mano” dicevano ai passanti ma soprattutto agli esponenti politici presenti.

Accadeva poco più di dieci anni fa, da allora poco o nulla è cambiato. Ma fortunatamente non è cambiata né diminuita la tenacia di quel manipolo di operatori che ostinatamente, giorno dopo giorno, nonostante le difficoltà, nonostante l’emergenza Covid, hanno tenuto aperti i propri banchi in tutti questi anni.

Amore per il loro lavoro, amore per il mercato. Tanti di loro sono “figli d’arte”, gestiscono banchi che erano dei loro genitori, quando il mercato era sulla piazza, quando colori, odori e suoni s’incrociavano e rimbalzavano in libertà, non costretti fra quattro mura rosse (clicca qui per foto d’epoca).

Ma tant’è. Questo ora c’è di mercato e questo va valorizzato. Rilanciarlo è indispensabile, ma soprattutto è strategico per l’economia locale e per il tessuto sociale e culturale di questo spicchio di Roma Nord.

Claudio Cafasso

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14 COMMENTI

  1. Perché un cittadino che vive nel centro del quartiere dovrebbe fare 20-25 minuti ad andare e 20-25 a tornare a piedi (minimo), portandosi la spesa a spalle, per andare a comprare in un posto sperduto, lontano da tutto, buio, triste e caro come il fuoco?

    Quel posto ha dei problemi strutturali e di posizionamento e nessuna iniziativa, benché lodevole, potrà risollevarlo.

    • Non capisco il Suo pessimismo: forse è troppo giovane e non si ricorda di quando era su viale Tor di Quinto ed andava benissimo? Che intende per “problemi strutturali”? Forse sono io che non ho letto la notizia, ma non mi ricordo di crolli o simili.

      • Ahimè, ho più di 50 anni, mi ricordo di quando bambino il mercato era sulla piazza, tra Pallotta e il palazzo dove c’era il negozio della porchettara con la voglia sul viso (quello abbattuto per far spazio a quell’orrore architettonico di banca e ora ennesimo esercizio di somministrazione) e oltre.
        C’erano sicuramente delle criticità anche su Viale Tor di Quinto, ma con il cambio a mio parere i commercianti ci hanno perso.
        Le criticità strutturali sono per come è stata realizzata quella struttura: lo spazio del mercato è buio, fatto male, con spazi di transito angusti, almeno a me non da belle sensazioni, lo trovo quasi angosciante (e dai commenti delle amiche e vicine dei miei parenti fu così un po’ per tutti fin dall’inizio). Per chi abita nel cuore del quartiere (Ponte Milvio, Via Cassia, Via della Farnesina, Via degli Orti della Farnesina) è troppo lontano per andarci a piedi e troppo vicino per muovere la macchina (che va parcheggiata all’andata e al ritorno: non tutti hanno box/garage, visto anche il cambio di destinazione d’uso di buona parte dei garage condominiali trasformati in esercizi commerciali e/o officine).
        Si dirà: è vicino a dove era il mercato prima. Ni: la maggior parte dei banchi di alimentari erano sul lato della piazza, vicino al chiosco, non quasi su Via Riano. Fare 600 metri o 1.200 (a tratta) non è la stessa cosa, non portandosi la spesa a spalla.
        Si aggiunga che i commercianti fanno a gara a mettere quante più cassette in mezzo ai corridoi, magari con i banchi mezzi vuoti dietro (con la speranza di rallentare il flusso e costringere le persone a fermarsi?), cosa che personalmente mi ha sempre dato molto fastidio perché passare per spazi angusti e bui non è esattamente la cosa più piacevole del mondo, e che i prezzi sono elevatissimi, molto più di altri mercati e ecco lì che conviene rivolgersi altrove.
        Se è tutto così bellissimo, come si spiega la perdita continua di clienti e la moria di banchi uno dietro l’atro che c’è stata quasi da subito, per non parlare degli altri esercizi commerciali al piano di sopra? Come si spiega lo spuntare come funghi di negozietti di frutta e verdura nelle strade di cui sopra? Come si spiega la “popolarità” del banco (abusivo?) che si piazza lungo le mura della parrocchia intercettando una bella fetta di acquirenti a quel punto sottratti al mercato?
        Chi ha scritto l’articolo con una sola frase ha centrato IL punto: “quando colori, odori e suoni s’incrociavano e rimbalzavano in libertà, non costretti fra quattro mura rosse” (separate da corridoi bui in un ambiente tetro e triste aggiungerei io).
        Poi magari sono io che sono “pessimista” e non è vero, anzi va tutto benissimo, basterà una lustratina, piazzare qualche esercizio di somministrazione (che sarà sicuramente aperto la mattina, così si potrà girare per il mercato scavalcando sedie e ombrelloni per passare da un lato all’altro) e le famiglie accoreranno a frotte a fare acquisti.

  2. A differenza di chi mi ha preceduto credo che l’operazione possa avere un suo successo. La diffidenza dei romani e delle romane verso i mercati al coperto appare un esito, per varie esperienze e realizzazioni, confermato nel tempo, però il caso di via Riano è un problema di misura, troppe cose sono andate storte e hanno determinato l’insuccesso.
    Mentre ritengo che potenzialmente gli aspetti attrattivi del luogo “Ponte Milvio”, luogo che si irradia ovviamente sino a via Riano avranno nel tempo ragioni per farsi valere. L’area di gravitazione è molto ampia, anche per una fascia di popolazione anziana, se si riesce ad avere e mantenere parcheggi a basso costo, come già ora peraltro avviene nella mattinata. Non è necessario fare gli spalloni, o incollarsi carichi di spesa per risalire a piedi su via Cassia. E la domanda potrebbe ampliarsi notevolmente in funzione di una nuova offerta.
    Questo progetto, infatti, mi sembra si caratterizzi proprio per l’arricchimento e l’innovazione della offerta. Se i bandi per la somministrazione, per produttori agricoli, per generi vari oltre che per l’alimentare incontreranno fiducia e una adesione creativa si dovrebbero sollecitare nuove tipologie di domanda all’interno dell’attuale mercato. E auguri per questo.
    Ma quello a cui auguro il maggior successo, è lo spazio polifunzionale, e se riuscirà a decollare con partecipazione dei cittadini la frequentazione si riverbererà inevitabilmente anche sugli aspetti commerciali.
    Per anni abbiamo lamentato l’assenza di luoghi d’incontro per i cittadini. Penso in particolare ai giovani, che si ritrovavano solo con un bicchiere in mano davanti a birreria e con rumori di fondo che impedivano lo svilupparsi di un dialogo.
    Penso che l’associazionismo, come le attività sociali educative ed artistiche possano avere un ottimo impulso dall’opportunità offerta dallo spazio polifunzionale. E molto o tutto dipenderà dalla capacità e concretezza della gestione del Centro.
    La cittadinanza che ama Ponte Milvio ha una occasione per mostrare quanto crede nella partecipazione alla cosa pubblica. Vediamo se funziona.

    • Abito al Fleming dal 1962 (quando ancora si chiamava Tor di Quinto) ma lo frequentavo, per lavoro, dal 1958. Come tale non posso che approvare quanto da Lei detto sperando che le Sue previsioni si avverino.

    • Uno che abita sulla Cassia e dintorni, se deve spostare la macchina perché il mercato è troppo lontano per andarci a piedi, va al PIM o al CTS.
      Altro è far diventare quel luogo che già nasce ibrido mercato/centro commerciale un centro di aggregazione, uno spazio dove si mangia e si beve a tutte le ore del giorno e della notte anche al piano terra. Nel caso temo che, come è già successo per buona parte delle altre attività commerciali nei dintorni, i banchi continueranno a chiudere uno dopo l’altro e verranno trasformati in esercizi di somministrazione (negozi di materiale elettrico, giardinaggio, valigie, banche, autoscuole, generi alimentari, cartolerie, elettrodomestici, … Tutti diventati esercizi di somministrazione. Quando un tempo esistevano solo Pallotta, “Naso storto” e la pizza al taglio in piazza accanto alla farmacia).

  3. Credo sia una questione di qualità, prezzo e concorrenza. Non credo ci sia differenza via Riano e l’allora mercato posizionato a Tor di quinto. Conosco chi si sia,spostato al mercato del villaggio olimpico anche andandoci a piedi e chi come me (ma in scooter) ha optato per il trionfale e credetemi li è tutta un’altra cosa come varietà di scelta e direi anche prezzi. Metteteci pure le strna abitudini dei romani, al parcheggio no, ma in doppia fila su Tor di Quinto magari all’altezza del banco di fiducia si…molto comodo certo!

    • Io al mercato sono sempre andato a piedi, sia quando era sulla piazza, sia quando fu spostato un po’ più lontano a Viale Tor di Quinto, sia quando fu ulteriormente spostato ancora più lontano a Via Riano. Mai mossa la macchina per fare 300 metri, poi diventati 600 metri, poi diventati un km e passa.
      Ecco, quel km e passa è quello che inizia a rendere “faticoso” andare a fare la spesa (e io abito quasi “vicino”).
      A quel punto fai 200 metri in più e arrivi al Villaggio Olimpico.
      E se proprio devi prendere l’auto, ti sposti 10 minuti più in là (Trionfale ad esempio, ma non solo, dove i prezzi giustificano anche la spesa per il carburante).
      Questo mercato come struttura è nata male: non ha minimamente preso in considerazione i bisogni dell’utenza di riferimento. Un ibrido piazzato a metà strada tra il Fleming e la Farnesina, lontano sia da uno che dall’altro, senza essere né un mercato puro né un centro commerciale. Un quasi centro commerciale che non ne ha la comodità in termini di posizione per chi abita nel quartiere, di parcheggi per chi si sposta in auto, di orari e di prezzi.

  4. Houston abbiamo un problema! Se le armi migliori per rilanciare un mercato sono “altro”,rispetto al mercato vero e proprio…(attività sociali educative ed artistiche in uno spazio “polifunzionale”), c’è qualcosa che non va…

  5. Fico…adesso e’ il municipio che viola aprire attività di somministrazione ..ombrelloni tavoli posti a sedere …movida incontrollata …ma veramente ci credete?..e’ un fallimento già scritto.
    Ci risentiamo marzo 2025
    Destinassero sti soldi a chi ha veramente bisogno non in progetto fallimentari già visti .

  6. non vivo più a ponte milvio da 15 anni, il nuovo mercato era appena stato inaugurato con tanta aspettativa da parte di tutti con poi grande delusione per gli spazi angusti e la disposizione un po’ labirintica che mi dava un senso di claustrofobia. Sensazione non solo mia purtroppo…
    Mia madre che ci abita ancora non frequenta più come prima il mercato da quando si è spostato nella nuova struttura, anche l’allontanamento di qualche centinaia di metri dalla piazza non aiuta per chi viene a piedi da via della farnesina.
    Purtroppo non riesco a vedere una soluzione ottimale e quello che leggo che verrà fatto non so se risolverà qualcosa

  7. Il mio è un intervento personale e non scrivo in qualità di Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio.
    Sinceramente, esprimo grande sconcerto nei confronti di questo “progetto”, agli onori delle cronache e così tanto strombazzato.
    Magari non sarebbe stato male tenere un profilo cautelativamente più basso.
    Se proprio la devo dire tutta, mi sembra che l’unico segnale che arriva dritto dritto è la conferma della mancanza di visione che continua ad occupare stabilmente via Flaminia 872, quale che sia la Giunta insediata.
    Il “piano Martelli” vorrebbe resuscitare il cadavere morto ancor prima di nascere tanti anni fa, anche grazie alla discutibile qualità architettonica e, ancor peggio, alla distribuzione degli spazi labirintici interni, decisamente “optical”.
    E per raggiungere questo ambizioso obiettivo – che guizzo inventivo – si poggia sulla solita solfa della somministrazione cibo e bevande (ho sempre sospettato che questo fosse l’unico modello di città per gli Amministratori). Ma questa volta sarà “di qualità” (come dire che tutto il resto che circola nel quadrilatero di Ponte Milvio…..no comment) e rivolto ad “un target diverso, magari più adulto rispetto agli abituali frequentatori della movida”.
    Vedremo alla prova dei fatti come posata e diversa antropologicamente sarà la clientela “adulta”…….e soprattutto quale sarà la differenza con quelli che già occupano “militarmente” l’area.
    Inoltre, avevo sentito parlare anche di panchine avveniristiche con la presa USB per ricaricare le biciclette elettriche e l’ipad……ma soprattutto la vera chiave di volta è garantita dall’immancabile spazio polifunzionale (sono sufficienti quei mq per rientrare nella categoria “poli” e non restare tragicamente “mono”?)…..
    Mi permetto di dubitare fortemente che questo diventerà il luogo alternativo, quell’offerta diversificata che sarebbe auspicabile.
    Più probabilmente i giovani dovranno continuare ad accontentarsi della stessa solita offerta, del bicchiere di birra, o di altri alcolici, visto che il Municipio XV non ha aderito all’Ordinanza Comunale sulle vendite degli stessi dopo una certa ora, sembra non tanto per scelta ideologica quanto piuttosto per confusione o scarsa dimistichezza con l’italiano.
    Temo, anche, che questi stessi giovani (che continuiamo colpevolmente a deprivare di prospettive migliori) verosimilmente contageranno con il loro unico e costretto modello questa grandiosa “novità” del mercato in via di resurrezione per il miracolo martelliano…..
    Con particolare gioia dei residenti di via Riano che beneficieranno di questa nuova “pillola” di civiltà urbana. E già sperano che l’inizio della “rivoluzione copernicana” avvenga “nella migliore delle ipotesi a giugno” per garantirsi una estate serena…..altrimenti dovranno pazientare fino a settembre…….tanto il colpo sulle loro teste arriverà in ogni caso, prima o poi…..
    Evito commenti sull’entità del finanziamento erogato per questa azione di recupero di una così importante risorsa territoriale. Si commenta da sola e molto efficacemente dimostra la lungimiranza dell’Amministrazione Comunale.
    Se si volesse fare un discorso serio, bisognerebbe affrontare il tema del lavoro che è stato annientato per moltissime famiglie, ma l’argomento sembra non rientrare nella visione utilitaristica (nel senso del miope fine elettorale) delle Amministrazioni che, evidentemente, ci meritiamo.
    Paolo Salonia

  8. Sono perfettamente d’accordo con lo scetticismo degli interventi precedenti : frequentavo il mercato di ponte Milvio quando era una fila di bancarelle lá dove adesso c’è il parcheggio e ho trovato il mercato coperto labirintico come tutti hanno sottolineato (ci vorrebbe un cartello di “uscita” per evitare che la gente faccia il giro di Peppe da una bancarella all’altra peraltro adesso in gran parte vuote! e molto caro. Inoltre se transito in macchina (come la maggior parte degli “eventuali” utenti) o vado al parcheggio centrale oppure … mi impicco ! Preferisco da anni i tanto convenienti supermercati ( ti muovi col carrello senza trascinarti dietro le buste da un banco all’altro e parcheggi comodamente senza rischio di multe nè vagabondaggi infruttuosi ; per chi ha mezz’ora per fare la spesa al volo, fra il lavoro e i figli , la ginnastica o altri impegni non è un posto “amichevole “ nè lo diventerà moltiplicando i banchi o inaugurando bar e posto di ristoro !

  9. Se vi fosse sncora lo sportello anagrafe o servizi per il cittadino quello sarebbe un motivo molto valido per aumentare il bacino d’utenza. Il mercato purtroppo ha una progettazione architettonica sbagliata buio che non invita tanto e con i box, ma ormai inutile lamentarsi e’ fatto cosi. Forse biognerebbe impostare meglio le sezioni fare un’area del mercato dei contadini usare colori legno dare un’immagine più coordinata perché e’ proprio triste perché manca la luce. A me spiace molto del declino di questo mercato. Un quartiere senzs mercato non ha anima.

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