Un grave smottamento, che come effetto indotto ha provocato la sospensione dei lavori e la chiusura della pista ciclabile in via di realizzazione, si è verificato negli ultimi giorni per poi aggravarsi nelle ultime ore sul Monte delle Grotte, in via Flaminia.
La redazione di VignaClaraBlog.it, dopo aver dato per prima l’allarme, è tornata oggi sul posto per una ulteriore ispezione dal basso che ha confermato un ulteriore smottamento.
Osservando il costone con l’ausilio di un binocolo si vede che a scivolare sono stati grossi e piccoli massi di tufo e poi terra, non più trattenuta sul ciglio del costone. Sulla destra, dopo il terzo vano, su di un piccolo terrazzino abbiamo individuato un grosso masso di tufo che sembra essersi staccato e poi fermatosi proprio lassù in alto. Se così fosse si tratterebbe ovviamente di una situazione di forte rischio.
Sempre grazie al binocolo abbiamo visto come il ciglio del costone, ricoperto da uno strato di terra abbia ceduto mettendo in mostra numerose radici spezzate, mentre il tufo sottostante è tutto fratturato.
Che oltre alle piogge insistenti (ma neanche troppo dal momento che in questi ultimo giorni sono caduti circa 70mm di pioggia) a provocare il cedimento siano state anche le radici dei pini?
“Siamo andati sul posto, ma il crollo che ha travolto anche la pista ciclabile non ci consente ancora di poter salire e fare un sopralluogo dettagliato – ha dichiarato l’archeologa Marina Piranomonte al Messaggero – Non possiamo ancora fare una stima precisa dei danni. Di sicuro possiamo dire che è venuta giù la parte del costone tufaceo, quanto alle tombe antiche speriamo che non siano state toccate, ma potremo dirlo solo quando i Vigili del Fuoco e i tecnici del Municipio XV ci consentiranno di salire in sicurezza”.
Che cosa sia successo saranno dunque gli addetti ai lavori a scoprirlo, resta però il fatto che l’instabilità del costone era ben conosciuta (altrimenti perché mettere una rete?) e che non si sarebbe dovuto, per nessun motivo, permettere la realizzazione di un insediamento abusivo proprio alle sue pendici.
Gli allarmi di oggi fanno pensare al solito cancello chiuso dopo che i buoi sono scappati: tutta quell’area, nonostante le tante segnalazioni, è da anni in stato di abbandono e dimenticata.
Francesco Gargaglia
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