
Una delibera in arrivo affinché “le grandi società di calcio contribuiscano con una parte dei loro guadagni al mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza durante i grandi eventi“.
Il giorno dopo la finale di Coppa Italia e le scene di barbara violenza che hanno funestato Ponte Milvio e l’area del Foro Italico, la sindaca di Roma Virginia Raggi annuncia le contromisure del Campidoglio per arginare i violenti e in particolare coinvolgere i club “sulle spese che generalmente devono sostenere solo le città“.
Un provvedimento che, alla luce dei frequenti scontri e danneggiamenti nella Capitale in occasione di alcuni match, punta a responsabilizzare anche chi – spiega la sindaca – “dal calcio riesce ad avere grandi guadagni“.
A fare seguito all’annuncio della Raggi è anche l’assessore capitolino al Personale, Antonio De Santis, che commentando gli scontri prima della finale Atalanta-Lazio aggiunge: “I costi di questo scempio non possono continuare a gravare sulle casse pubbliche“.
Sicuramente un provvedimento destinato a far discutere. Un provvedimento che il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha bollato altezzosamente dicendo: “le società sportive non devono diventare un bancomat per tutti quanti“.
“Vediamo quello che è giusto e di buonsenso che le società debbano affrontare – ha aggiunto Lotito – Il tema della sicurezza non è solo quello degli stadi è a 360 gradi e va affrontato nel migliore dei modi. La società darà tutti gli strumenti che riterrà necessari“.
Chiaro? quelli che la società riterrà necessari, cioè quelli che i presidenti dei grandi club riterranno necessari, e di certo fra questi non rientra il farsi carico almeno di quota parte di quanto le istituzioni, e quindi i contribuenti, sborsano per garantire la sicurezza in occasione dei match. Neanche un quartiere messo a ferro e a fuoco dai barbari riesce a smuovere l’attenzione del dio pallone dai suoi interessi.
Edoardo Cafasso
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Che le società debbano contribuire è indubbio, ma altrettanto devono essere le autorità a sanzionare. (duramente) i responsabili di disordini e violenze. Non si capisce perché certi reati, se commessi in “ambito sportivo”, godano di una sorta di “zona franca” in cui le leggi non valgono più e, alla peggio, ci si lava la coscienza con una DASPO, la cosa più ridicola ed inutile che ci sia.
Noi siamo un Bancomat e le spese per la sicurezza degli stadi le paghiamo con i soldi nostri e non con le entrate delle partite.