Nel 2017 sono state 23.510, nel 2018 19.860. Il bilancio delle sanzioni emesse dagli accertatori AMA a carico di chi sporca la città, abbandona i rifiuti o non rispetta la differenziata, nell’ultimo anno fa registrare un secco meno 15% sull’anno precedente.
Romani più puliti? Non si direbbe viste le foto continuamente postate sui social che immortalano mini e macro discariche, materassi e rifiuti abbandonati agli angoli e sui marciapiedi dei quartieri della città.
La realtà è che il lavoro degli accertatori è veramente improbo, da mission impossible. L’AMA, sull’intero territorio della capitale che misura 1287 km quadrati, ne dispone di meno di 40, 38 per l’esattezza: ognuno di essi dovrebbe controllare sulla carta 33,8 kmq di teritorio romano. Un’area grande quanto l’intera città di Pescara piuttosto che di Monza. Assurdo.
Per sopperire a questa enorme carenza, nell’ottobre 2017 la sindaca Virginia Raggi ne annunciò il raddoppio entro lo stesso anno anno. “Abbiamo 40 ispettori Ama, entro fine anno ne saranno abilitati altri 40 e ci potranno essere maggiori controlli“. Così dichiarò su facebook, ma poi non se ne fece niente.
Un anno dopo, siamo ad ottobre 2018, arriva la novità dei carabinieri in pensione. Ad annunciarlo è l’allora direttore operativo di AMA, Massimo Bagatti, dichiarando che “i carabinieri in congedo saranno di fatto degli agenti che segnaleranno i conferimenti impropri e poi diventeranno, dopo un approfondimento con corsi di abilitazione, agenti accertatori in grado di fare sanzioni….Abbiamo già fatto una prima convenzione, saranno circa 150“.
Ed in verità, da inizio dicembre 2018, nel VI e e nel X Municipio, sono scesi in campo 20 volontari dell’Associazione di Carabinieri in congedo “Martiri di Nasiriyha” per vigilare sul corretto conferimento dei rifiuti. Ma non sono accertatori, non emettono multe, sono solo “ispettori” che poi riferiscono sul comportamento dei cittadini. Meglio di niente si potrebbe dire. E gli altri 130 da sguinzagliare negli rimanenti 13 municipi?
Quindi oggi, ad emettere sanzioni, sono sempre e solo i 38 accertatori ufficiali che fanno quel che possono, ognuno nei suoi 33,8 kmq di competenza. E che facciano quel che possono lo dimostrano anche i dati aggregati per tipologia di sanzione: a emergere prepotentemente sono quelle che non richiedono una contestazione de visu al cittadino indisciplinato, quindi le meno complicate da comminare.
Le multe nel 2017
Sono state 23.510 le multe elevate nel 2017 sull’intera area del Comune di Roma; 1959 al mese, 97 ogni giorno lavorativo, 2 multe virgola qualcosa al giorno per ogni accertatore. Ma quasi la metà del totale (10.977 pari al 46%) è rappresentato dalla voce “veicolo in sosta davanti a cassonetto stradale” che vengono elevate anche e soprattutto in assenza del trasgressore.
In ogni caso, visto che ogni multa è di cento euro, l’ammontare delle sanzioni del 2017 è di oltre due milioni e trecentomila euro. Non poco per un’azienda dal bilancio in negativo, almeno stando a quanto dice il Campidoglio.
E le multe nel 2018
Nell’anno scorso le multe per infrazioni al “Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti urbani” ammontano a 19.860 ed anche in questo caso la voce riguardante “veicolo in sosta davanti a cassonetto stradale” ne conta 8.976 (45%).
Sono invece solo 1.432 (7%) quelle per “mancata differenziazione e abbandono generico”. E se nel corso del 2018 vi è capitato di pestare una deiezione canina sul marciapiede sotto casa e oggi vorreste sapere quanti sono gli indisciplinati proprietari di cani multati nell’ultimo anno, resterete a bocca asciutta: zero assoluto, così come nel 2017.
E’ vero, fanno quel che possono: ma se cercassero di prendere un po’ più di petto chi sporca la città “beccandolo col sorcio in bocca“, per dirlo alla romana, (come ad esempio quelli che hanno ridotto in queste condizioni via dei Giuochi Istmici a Vigna Clara), l’improbo lavoro di questi 38 accertatori sarebbe molto più visibile e apprezzato. Sarebbe da standing ovation.
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