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Cassia, dopo l’incendio al San Pietro riaperti gli ambulatori

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Galvanica Bruni

A 48 ore di distanza dall’incendio che ha bloccato tutte le attività dell’Ospedale San Pietro, sulla Cassia, Vigili del Fuoco e tecnici sono al lavoro per individuare le cause all’origine del cortocircuito che ha mandato in tilt l’impianto elettrico della struttura costringendo la Direzione Sanitaria, in accordo con L’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, a disporre l’evacuazione dei ricoverati applicando il “piano intraospedaliero massiccio afflusso feriti”. Circa 140 sono stati i degenti trasferiti e 250 quelli dimessi.

Nel frattempo, da questa mattina gran parte degli ambulatori sono stati riaperti con la prestazioni di servizi e visite specialistiche che vengono erogati in locali che non stati coinvolti dai danni all’impianto elettrico.

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Come si legge sul sito web del San Pietro, i servizi ambulatoriali riattivati da questa mattina sono Medicina (visita, pneumologia, geriatria, reumatologia, dermatologia, diabetologia e nefrologia); Neurologia (visite e prestazioni diagnostiche), Fisiatria (visite, fisiochinesiterapia, terapie onde d’urto); Ortopedia (visite); Oculistica (visite e prestazioni diagnostiche (interventi di cataratta e macula riprogrammati a breve); Chirurgia Generale/Plastica/Pediatrica (visite); Endoscopia Digestiva (visite gastroenterologiche, esami endoscopici); Pediatria/Neonatologia (visite, follow-up, ecografie anche); Ostetricia e Ginecologia (visite, monitoraggi, ecografie ostetriche, colposcopie, isteroscopie, visite di anestesia ostetrica, controlli genetista); Cardiologia (visite, elettrocardiogrammi (ecocardiogrammi in riprogrammazione); Radioterapia (visite e prestazioni terapeutiche); Oncologia, Ematologia, Ozonoterapia (visite); Terapia del Dolore (visite e prestazioni ambulatoriali); Ecografie; Chirurgia Vascolare (visite, ecocolordoppler); Urologia (visite e prestazioni da riprogrammare a breve).

Riapre anche radioterapia per i pazienti oncologici mentre sono sospese le attività di Preospedalizzazione, TAC, Risonanza Magnetica e Radiografia.
Sul sito web dell’Ospedale San Pietro saranno riportate, nei prossimi giorni, gli aggiornamenti su ripristino delle ulteriori attività e numeri utili per specifiche discipline.

Per il ritorno a pieno regime servirà comunque tempo; almeno un mese, stando a quanto dichiarato dalla Direzione che si è dichiarata fiduciosa di poter “ripristinare la completa attività ospedaliera entro il mese di novembre“.

Proprio a tale scopo la Regione Lazio ha chiesto un dettagliato cronoprogramma all’Ospedale invitandolo a mettere a disposizione un numero di telefono ed uno sportello per fornire tutte le informazioni ai pazienti e ai loro famigliari trasferiti presso altre strutture o in lista d’attesa presso l’Ospedale Villa San Pietro, dando priorità ai malati oncologici e a tutti i pazienti in attesa di follow-up.
L’Assessorato alla Sanità della Regione ha inoltre chiesto alla Asl Roma 1 che è territorialmente competente di verificare la ripresa delle attività assistenziali.

Preoccupazioni sulla ripresa arrivano dalle organizzazioni sindacali perchè “terminata la messa in sicurezza e l’evacuazione dei pazienti ricoverati, ora c’è una complessa questione organizzativa da risolvere, che riguarda gli 800 dipendenti alle dirette dipendenze della struttura ospedaliera e i circa 150 lavoratori esternalizzati delle cooperative che gestiscono i servizi ausiliari, il trasporto malati, il cup, le pulizie e la vigilanza dell’ospedale“.

A lanciare l’allarme sui tempi di ripristino dei reparti della struttura ospedaliera e Roberto Chierchia, segretario generale della Cisl Fp Lazio: “Dopo la tragedia sfiorata e sventata anche grazie al grande spirito di abnegazione dimostrato dai lavoratori, ora emerge la preoccupazione rispetto alla tenuta dei livelli salariali e occupazionali dei dipendenti a seguito dell’interruzione delle attività assistenziali. È per questo motivo che chiediamo all’ospedale Villa San Pietro e alla Regione Lazio di fare al più presto chiarezza, coinvolgendo le parti sociali al fine di velocizzare la riapertura e trovare soluzioni che garantiscano continuità lavorativa e retributiva agli operatori”.

Gaia Azzali

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