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Tornano i cassonetti gialli nelle strade di Roma

cassonetti gialli
Galvanica Bruni

Tornano nelle strade di Roma i cassonetti gialli per la raccolta di abiti usati. Il Campidoglio, al termine di due gare, ha individuato le imprese private che avranno il compito di svuotare i cassonetti e quelle a cui saranno consegnati gli oggetti raccolti e che pagheranno Ama per il materiale ricevuto. In questo modo, il servizio sarà a costo zero per l’AMA.

A comunicarlo su Facebook è Paolo Ferrara, capogruppo M5S in Campidoglio affermando che i grandi contenitori dove liberarsi degli abiti usati “erano spariti dopo le inchieste legate a Mafia Capitale.”
E in effetti i cassonetti gialli, gioia e delizia dei rovistatori di mestiere e fonte primaria dei tanti mercatini abusivi e spontanei che spuntano negli angoli della città, erano stati rimossi a novembre 2015.

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I circa 1800 cassonetti gialli targati AMA ma gestiti da alcuni consorzi per conto dell’azienda erano stati infatti ritirati per effetto indotto dello scandalo Mafia Capitale. I consorzi non erano proprio in odor di santità e l’Azienda era corsa ai ripari revocando loro la concessione dopo che, nell’ambito del processo per Mafia Capitale, era stata resa pubblica la “Relazione sugli esiti dell’accesso presso Roma Capitale” redatta dai tre ispettori prefettizi ed avallata dall’allora Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, che conteneva anche un capitolo riguardante questo servizio.

All’interno del documento si evidenziano condotte non corrette dei due consorzi nella gestione e nella partecipazione alla gara… nonché l’esistenza di gravi infiltrazioni mafiose…” – fece sapere AMA annunciando lo stop al servizio di raccolta degli abiti usati.

Nel XV Municipio, a dir la verità, i cassonetti gialli erano spariti già due anni prima per effetto della “vicenda monsignore“, ma questa è un’altra storia. Tornando invece al 2015, già nel mese di gennaio erano finite in manette quattordici persone ritenute responsabili di aver messo in piedi in diverse città d’Italia, Roma compresa, una complessa organizzazione “dedita al traffico illecito di rifiuti speciali, ovvero gli abiti usati raccolti nei cassonetti gialli distribuiti in città“.

Fra gli arrestati, diversi responsabili e dipendenti di Cooperative che svolgevano il servizio per conto dell’AMA; tutti furono ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di “associazione per delinquere finalizzata al traffico di indumenti usati, prodotti tessili e accessori di abbigliamento che venivano inoltrati per la vendita – con spedizioni transfrontaliere – nei paesi dell’Est Europa, del Nord-Africa e del Sud-Africa“, come spiegò allora la Questura.

Dieci mesi dopo l’AMA ritirava tutti i cassonetti gialli dalla città dicendo che avrebbe provveduto in proprio ad erogare il servizio a partire da qualche mese dopo. Ciò non è avvenuto, anche per le note traversie dell’azienda, e si è dovuto attendere buoni due anni e più per riaverlo.

Il nuovo servizio

A spiegarlo è l’AMA sul suo sito annunciando che è partito il piano di posizionamento dei cassonetti gialli, con accorgimenti antintrusione, a partire dai municipi II e X. Il piano si estenderà progressivamente ai restanti 13 municipi.

Saranno complessivamente collocati sulle strade di Roma oltre 1.500 nuovi raccoglitori, che verranno gradualmente geo-localizzati su mappa. Al termine delle attività di posizionamento tutte le informazioni saranno disponibili on line e i cittadini potranno individuare, tramite il sito o la APP Amaroma, il cassonetto più vicino alla propria abitazione.

Negli stessi si possono conferire, in buste ben chiuse e non troppo voluminose, abiti usati (vestiti, cappotti, ecc.), prodotti tessili (stoffe, coperte, tende, tappeti e tappezzerie) e accessori di abbigliamento (scarpe, borse, zaini, cappelli, sciarpe, guanti, ecc.).

Gli indumenti raccolti che fine faranno? AMA spiega che saranno igienizzati, trattati e recuperati in impianti idonei autorizzati a cura delle società aggiudicatarie della gara. Quelli in buono stato saranno avviati a commercializzazione e vendita presso i mercati dell’usato. I capi ancora recuperabili saranno invece valorizzati come recupero di materia (pezzame, filati). I materiali non recuperabili, infine, saranno smaltiti a norma in impianti autorizzati.

Edoardo Cafasso

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