Serrande giù per le due sedi di Trony di largo Vigna Stelluti, a Vigna Clara, e in via Riano a Ponte Milvio. Ma non solo in queste, anche nella altre sei sedi distribuite in altrettanti quartieri della capitale.
Motivo della chiusura, anticipata dal quotidiano L’Unico, è il fallimento del Gruppo Edom decretato dalla sezione fallimentare del Tribunale Ordinario di Roma con la sentenza n.104 del 13 febbraio 2017 che è stata resa pubblica sul web da “Il portale dei creditori“.
Complessivamente sono circa centosessanta i lavoratori coinvolti che da alcuni giorni s’interrogano su quale sarà il loro futuro.
Per la sede di Ponte Milvio abbiamo raccolto voci non verificate in base alle quali pare che il gruppo Media World sembrerebbe interessato a rilevare la location e il personale mentre per la sede di Vigna Clara al momento è nebbia fitta.
Come se l’animo dei lavoratori non fosse già agitato, ci pensa poi la politica a mettere il carico da undici.
Botta e risposta
Succede infatti che un comunicato di Fabrizio Santori, consigliere FDI in Regione Lazio, abbia mandato su tutte le furie i lavoratori della sede di Ponte Milvio.
“La Regione Lazio e il presidente Zingaretti devono affrontare al più presto il caso dei licenziamenti dei megastore Trony” aveva dichiarato Santori sostenendo che “il dramma dell’occupazione sembra non volere abbandonare la nostra regione e oggi ci troviamo a dover chiedere una mobilitazione straordinaria in seguito al fallimento del Gruppo Edom Spa, controllore di otto negozi nel settore dell’informatica e degli elettrodomestici”.
“Nonostante non siano mancate le offerte pervenute in passato per evitare questo triste epilogo – prosegue il consigliere FDI – non si è potuto scongiurare il default e l’ennesimo dramma del lavoro nella nostra regione. Il nostro territorio si sta lentamente e inesorabilmente svuotando, subendo una progressiva desertificazione dell’offerta occupazionale. Arretrando il lavoro, c’è il rischio che il Lazio possa diventare suo malgrado terreno fertile per l’avanzare dell’illegalità e degli speculatori. E’ obbligatorio – conclude Santori – contrastare questa pericolosa deriva, e nello specifico chiediamo al presidente Zingaretti di attivarsi affinché venga aperto immediatamente un tavolo in Regione al fine di trovare una soluzione che possa salvaguardare i livelli occupazionali dei 160 dipendenti di Trony”.
A stretto giro di mail arriva la risposta dei lavoratori Trony del punto vendita di Ponte Milvio che in un comunicato così replicano.
“In merito alle notizie di stampa diffuse negli ultimi giorni, sulla crisi e il fallimento del gruppo Edom s.p.a. (Trony), che riportano un intervento totalmente fuori misura del Consigliere Santori, i lavoratori di Trony Ponte Milvio ci tengono a precisare che da più di un mese questa vicenda è stata seguita con serietà, concretezza, e soprattutto grande discrezione, da Michele Baldi, Capogruppo della Lista Zingaretti. Lui stesso ha ritenuto opportuno, in modo serio, non far trapelare niente sui giornali proprio per non compromettere tutte quelle iniziative a salvaguardia dei lavoratori nei delicati passaggi che si sono succeduti e di fatto trovando soluzioni concrete che, nel rispetto del ruolo della Magistratura e dei curatori, stanno portando a soluzione la nostra vicenda.”
“Il nostro augurio – concludono – considerato che siamo in dirittura d’arrivo, è che non ci siano ulteriori strumentalizzazioni e ingerenze che rischino di ledere una delicata situazione in cui sono coinvolte centinaia di famiglie. Infine, come gruppo di lavoratori, ci teniamo a prendere le distanze da qualunque strumentalizzazione ulteriore in una vicenda così importante per il nostro futuro”.
Quando Trony aprì a Ponte Milvio
Chi non ricorda le decine di migliaia di persone in fila fin dall’alba e la città impazzita, quel 27 ottobre 2011, quando l’inaugurazione di Trony a Ponte Milvio sconvolse il traffico dell’intero quadrante di Roma Nord? Clacson impazziti, nervi a fior di pelle, decine e decine di Vigili dirottati sulle consolari, Ponte Milvio, Tor di Quinto, Corso Francia, via Flaminia, via Cassia bloccate con code chilometriche, uffici deserti e scuole vuote. Un giovedì nero senza paragoni.
Alessandro Febbraretti, allora amministratore unico di Trony Roma, chiese scusa alla Capitale. Con una nota diffusa nella tarda serata di giovedì 27 ottobre, dichiarò infatti: “A nome della compagnia Trony, rivolgo le più sentite scuse alla città ed al sindaco Gianni Alemanno. Siamo davvero spiacenti dei disagi arrecati questa mattina in occasione dell’apertura del punto vendita di Ponte Milvio. Siamo disponibili ad incontrare l’Amministrazione per rimediare a questi disagi anche attraverso lo studio di iniziative che possano contribuire a rilanciare la vivibilità di quartiere ed il sistema economico del mercato rionale, quasi soffocato dalla crisi.”
Pochi giorno dopo, era il 7 novembre, l’annuncio arrivò dal sindaco Alemanno. “Dopo l’incontro con i titolari del megastore Trony è stato deciso che l’azienda verserà al Comune di Roma 110mila euro per il danno prodotto nella giornata di apertura del 27 ottobre”. 90mila andranno a favore della zona e del mercato rionale di Ponte Milvio e 20mila a copertura degli straordinari della polizia di Roma Capitale. Di quei 90mila euro però non si è saputo più nulla.
Ma non solo, anche il doppio senso di marcia istituito in via Riano dal XX Municipio nell’ottobre 2010 proprio per agevolare l’arrivo di Trony, venne messo in discussione da Alemanno quel 7 novembre 2011. Il sindaco infatti, a seguito dell’incontro avuto nello stesso giorno con gli operatori del mercato, nell’affrontare il problema della viabilità locale ebbe a dichiarare: “ho dato mandato alla Polizia di Roma Capitale e all’Agenzia per la Mobilità di monitorare via Riano per verificare se il doppio senso e gli altri interventi sono state scelte giuste.”
Evidentemente furono considerate scelte giuste perché quel doppio senso rimase in vigore. Nonostante il caos quotidiano e nonostante che per istituirlo furono azzerati addirittura i posti auto per disabili, per abolirlo e tornare al più normale senso unico bisognò attendere un cambio di guardia nell’amministrazione capitolina e municipale. Fu a febbraio 2014 infatti,che fu tolto il doppio senso.
Chi pensava e sperava che l’avvento di Trony aiutasse a rilanciare il mercato rionale in agonia già nel 2011 si è dovuto ricredere. L’osmosi fra la tecnologia e la frutta e verdura non poteva funzionare e non ha funzionato. Chi andava a comprare un televisore difficilmente scendeva al piano terra a prendere frutta e verdura, così come chi aveva fatto la spesa non ci pensava proprio a salire di sopra a guardare gli ultimi modelli di computer con le buste in mano.
Ora, con Trony chiuso e il mercato ridotto a poco meno di quaranta operatori (quando vi si trasferirono erano circa cento) che ne sarà di via Riano?
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ennesima speculazione…e ora ci ritroviamo una stretta via intasata e un enorme colosso di cemento che finirà per diventare l’ennesima cattedrale semideserta…
e il mercato è affogato in fondo a stretti corridoi… a cui si arriva solo da un parcheggio costoso e quasi senza ascensori (solo uno funzionante, accanto all’ufficio della circoscrizione).
sarebbe il caso di trasferire il mercato nell’ex parcheggio ora abusivo, accanto al lungotevere.
I commercianti sono allo stremo, il mercato ha molti clienti in meno, è impossibile parcheggiare all’esterno, se non in un piccolo viale laterale. Un vero schifo, hanno rovinato economicamente molte persone. E’ chiaro l’interesse a distruggere i mercati rionali, in favore dei supermercati
PERCHE NON APRITE UN CENTRO COMMERCIALE O IKEA A PONTE MILVIO SAREBBE COMODO GRAZIE STEFANIA
@fabio nessuna speculazione, le catene di elettronica sono vittime dei nuovi, più pratici, e più convenienti siti di e-commerce
ai lavoratori suggerisco di rivolgersi a siti come ePrice.it e Monclick.it che hanno magazzini da gestire (lasciando da parte l’onnipresente Amazon che offre prezzi anticoncorrenziali grazie ai capitali dei loro investitori e società offshore)
Non ho mai capito xche’ il mercato trasferito a via Riano non abbia funzionato, in parte pure coperto con la possibilita’ di parcheggiare sotto oppure nel parcheggio di viale tor di quinto…ma e’ sempre la stessa storia, la gente vorrebbe tornare ai bei tempi con macchina in 2da fila (con “regolari” luci di emergenze accese) su viale tor di quinto fronte banco: “mi fermo solo 5 minuti….” tutti vogliono parcheggio e negozio una fronte all’altro e guai a sentir parlare di parcheggi a pagamento, del resto vedi il piazzale. Soluzioni? non ce ne sono meglio delle attuali: ovvero mercato coperto e 2 parcheggi nelle vicinanze. I banchi sono diminuiti? mi sembra che i macellai ci sono, furtta e verdure ancora si puo’ scegliere tra varie offerte scadenti e medio alte, 2 alimentari, pure un calzolaio…x me va bene cosi
non vi preoccupate il mercato di via Riano lo vedo benissimo come altro luogo in cui apriranno locali di street food… alcolici e altre amenità che ci mureranno per sempre nel traffico… nel degrado delle urla schiamazzi e orinate in strada senza farci mancare olezzi di stupefacenti.
Il mercato di via Riano non avrebbe potuto funzionare in quel modo e in quel punto.
Il mercato serve principalmente gli abitanti di piazzale di Ponte Milvio e delle vie limitrofe (Via dei Prati della Farnesina, Via della Farnesina, Via degli Orti della Farnesina, Via Cassia e le vie più piccole che si affacciano su queste).
Il primo mercato era situato sul lato destro della piazza (guardando la torretta), sul marciapiedi tra Pallotta e la farmacia, giù fino al lungotevere.
Poi fu spostato dove oggi è stato fatto il parcheggio.
Poi a Via Riano.
Per chi abita nelle vie di cui sopra, messo a Via Riano il mercato è troppo lontano per andarci a piedi, troppo vicino per andarci in macchina.
L’edificio stesso è “fatto male”: troppo buio, passaggi stretti, peggiorati dai commercianti che mettono la mercanzia tutta in mezzo ai corridoi pur avendo mezzo banco vuoto. Ovviamente la cosa è voluta per rallentare il flusso e “fermare” gli acquirenti. Era un giochino che veniva fatto anche nel vecchio mercato e alle rimostranze degli acquirenti veniva risposto che il tutto sarebbe cambiato con il nuovo mercato. Si è visto… Ovviamente in questa situazione il caos regna sovrano e alla fine se devo portarmi a spalla gli acquisti fino a casa (più di 2 km), comprare in un posto buio, disagiato, caotico, … Ma chi me lo fa fare?
Passiamo alla “merce in vendita”. I pescivendoli sono spariti. Già nel vecchio mercato erano in crisi sparata. Nel nuovo il pesce è stato relegato all’angolino in fondo, a sinistra, lontano da tutto. Abbigliamento: tutti in fondo a destra. Ci starebbe anche, ma è un punto triste, buio, “lontano”.
La parte centrale, dove c’è la finta fontana, è il punto un po’ più luminoso, dove ci sono i negozi di alimentari nei corridoi e quelli di frutta e verdura verso il cento, il banco di carne dietro gli uffici della circoscrizione e poco più. Ma anche li il caos regna sovrano, le infiltrazioni d’acqua lo rendono un posto “sgradevole”. Diciamo che è stato tirato su un casermone, che di “bello”, di attraente, non ha proprio nulla. Niente a che vedere, ad esempio, con il mercato Trionfale o quello dietro via Cola di Rienzo. Non è casuale che tra via della Farnesina e via degli Orti della Farnesina nel giro di 2-3 anni abbiano aperto 5 negozi di frutta e verdura.
E alla fine ci rimettono tutti.
Alla stazione Termini hanno creato il “Mercato Centrale”.Decine di piccole botteghe dell’eccellenza culinaria e non solo made in Italy.Posto davvero delizioso.E li dove prima “alloggiava” Trony mi sembra il posto ottimale per ripetere qualche cosa di simile.Anzi.Ancora più funzionale.Liberando anche la Piazza e le zone limitrofe da ingorghi giornalieri.