Continua la nostra inchiesta sull’area di Tor di Quinto, quella stessa area che dovrebbe essere sottoposta a vincoli paesaggistici e che invece è una delle zone più sporche e degradate di Roma Nord. Questa volta ci occupiamo di quella fetta di territorio divisa in due dal grande terrapieno su cui scorre la tangenziale. Qui ci sono numerosi impianti sportivi ma è proprio ai margini di questi che troviamo isole di degrado, discariche e dormitori.
I grandi piloni in cemento armato nascondono gran parte di questo mondo sotterraneo che complice la fitta vegetazione sfugge allo sguardo disattento dei tanti automobilisti.
Eppure in questi striminziti spazi e al di sotto del cavalcavia vivono da tempo parecchie persone che alloggiano in baracche fatiscenti o all’interno di piccole tende.
Trovarli non è facile perchè bisogna individuare uno dei tanti sentieri aperti tra la fitta vegetazione oppure seguire l’odore acre del cibo scadente cotto su bracieri improvvisati.
All’ingresso di questi cunicoli ricavati tra gli arbusti sono stati montati dei rudimentali cancelli per affermare il possesso del terreno.
Sotto le grandi travi di cemento armato sono stati accatastati materiali di ogni genere: assi, vetri, frigoriferi e cucine. Un deposito dal quale prelevare il necessario per arredare un alloggio di fortuna o ampliare una baracca.
Per i rifiuti veri e propri e per i liquami si utilizzano invece vecchi fossati ricavati alla base dei grandi piloni; qui cataste di mondezza e di tutto quello che non serve più. Si tratta di un informe tappeto costituito da bottiglie di plastica, sacchetti della spazzatura, stracci, detriti e materiale dalla natura incerta; vere e proprie montagne di sozzura dove è facile immaginare la presenza di ratti e anche di percolato.
Se, come documentato nella prima parte di questa inchiesta, i rifiuti accatastati nel campo nomadi di Via del Baiardo sono sotto gli occhi di tutti, questi invece sono nascosti e più difficili da individuare anche se poi percorrendo a piedi la tangenziale lo scempio salta agli occhi.
Difficile credere che chi ha competenza nella gestione del territorio ne ignori l’esistenza. Eppure stiamo parlando di una gravissima situazione di degrado a pochi passi dal Tevere e poco distante dalla zona abitata.
Francesco Gargaglia
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Approvo di certo il nuovo titolo del film”La grande Immondizia” e di certo sarebbe molto più appropriato infatti è una vergogna che ogni giorno è sempre più in aumento il dissesto,ma la cosa peggiore è la totale assenza delle istituzioni.Qui parliamo di roma nord ma possiamo tranquillamente fare un blocco unico di tutti i municipi. In merito al crollo sulla Flaminia credo che passeranno dei tempi molto lunghi e se vogliamo risolvere questo problema dobbiamo organizzare una manifestazione memorabile….grazie e buon lavoro
La cosa più facile è scaricare le colpe sugli altri: ma ” La grande immondizia”
sono i cittadini incivili a farla e state pur certi che ad una ” manifestazione
memorabile” in prima fila ci saranno proprio i cittadini più scorretti…..e in tutti i sensi….a buon intenditor…..
Ho abitato da quando vivo a Roma, oltre 20 anni , in molti municipi ,sempre signorili, ma mai ho riscontrato il livello di degrado che riscontro invece quotidianamente a Vigna Clara: spazzatura spesso lasciata accanto al cassonetto plastica nella raccolta della carta , negozianti che abbandonano cartoni accanto alla carta…. Tv e altri ingombranti mollati sul marciapiede nonostante vi sia la raccolta gratuita fino a fine mese. Credo con questa inciviltà sia impossibile per qualsiasi amministrazione far fronte, la pulizia inizia proprio da noi cittadini.
A molti nostri concittadini manca il senso del decoro, non sanno neanche come comportarsi quando si tratta di lasciare l’immondizia nei cassonetti. Quando impareranno che i rifiuti vanno messi in appositi sacchetti che devono essere chiusi e non lasciati fuori? Ho visto gente lasciare l’immondizia accanto al cassonetto nonostante questo fosse mezzo vuoto!! Poi ce la prendiamo con i rom, che tra l’altro quando rovistano tra i rifiuti non combinano il casino che invece creano molti negozianti quando lasciano i loro scarti. L’AMA poi e’ un’azienda degna di un citta’ cosi’ incivile, nel mio quartiere abbiamo cassonetti stravecchi malridotti e insufficienti, e nell’ impegnarsi a fare la differenziata in queste condizioni onestamente ci si sente dei fessi.