Home ARTE E CULTURA In hoc signo vinces, due chiavi di lettura dello storico evento

In hoc signo vinces, due chiavi di lettura dello storico evento

Galvanica Bruni

Roma si appresta a rivivere uno dei momenti più importanti della sua storia. Sabato 27 e domenica 28 ottobre ricorre infatti il 1700mo anniversario della battaglia di Ponte Milvio combattuta da Massenzio e Costantino. Per l’occasione abbiamo chiesto a due profondi conoscitori dell’argomento le loro chiavi di lettura dell’evento che pose le basi della nascita dell’Europa cristiana del Medio Evo.

Abbiamo infatti coinvolto Fabrizio Falconi, che con Bruno Carboniero ha firmato il libro di gran successo In Hoc Vinces – La notte che cambiò la storia dell’Occidente, e Sandro Bari, scrittore, storico e saggista, nella redazione di questo articolo di “avvicinamento” alle prossime celebrazioni.

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Le celebrazioni: 27 e 28 ottobre a Saxa Rubra

Ricordiamo innanzitutto che a piazza Sandro Ciotti, zona Saxa Rubra, sabato 27 e domenica 28 ottobre andrà in scena la commemorazione con una due giorni all’insegna dell’antica Roma.
Sarà un fine settimana nel corso del quale un’associazione ferratissima sul tema, S.P.Q.R., si presenterà sui luoghi della disfida bardata di tutto punto, con costumi e armi dell’epoca perfettamente riprodotti.

ihsv.JPGSi comincia alle 10 di sabato 27 (e la ricostruzione durerà fino alle 20), con la preparazione degli accampamenti di Costantino e Massenzio e la relativa ricostruzione di un “Castrum Romano”, l’accampamento dell’epoca. Ai visitatori sarà offerta l’opportunità di conoscere come si viveva in una tendopoli romana e osservare da vicino le macchine da guerra e da assedio dell’epoca.

Sempre sabato 27 spazio per la rievocazione del sogno di Costantino con l’apparizione in cielo della croce, cui si aggiungeranno le letture di fonti antiche. La giornata sarà incorniciata da incontri storico culturali. Sono infatti in programma interventi di saggisti, storici, esperti della Sovrintendenza Statale e Comunale per illustrare il sito archeologico della antica via Flaminia e la sua storia.

La ricostruzione storica della battaglia andrà in scena domenica 28 alle 12 e 30. Saranno presenti storici e cultori della materia.

La manifestazione fa parte delle iniziative culturali del XX Municipio per l’anno 2012.

La notte che cambiò la storia dell’Occidente

bruno-carboniero.jpgUn avvincente viaggio nel tempo alla ricerca di indizi archeologici, esoterici e astronomici nascosti dalla polvere dei secoli. Questo è In Hoc Vinces – La notte che cambiò la storia dell’Occidente, il libro scritto da Fabrizio Falconi e Bruno Carboniero. Un lavoro che, analizzando l’imperatore romano Costantino il Grande, si snoda attraverso un’attenta indagine storica, archeologica e astronomica.
Un libro che va alla scoperta delle radici di quel grande cambiamento indagando con accuratezza quel che accadde la notte del 27 ottobre dell’anno 312 d.C.

Secondo quanto è stato tramandato da due fonti certe, entrambe cristiane, Lattanzio (250-327) ed Eusebio di Cesarea (265-340), durante il sonno Costantino ricevette la visione di Cristo che gli suggerì di iscrivere sugli scudi il monogramma greco del Salvatore “XP”, con la leggendaria promessa “In Hoc Vinces”.

Da questo sogno premonitore parte un avvincente viaggio alla ricerca di indizi sia storici che archeologici, ma anche esoterici ed astronomici, volti a far comprendere meglio quanto quella visione, quella notte e ciò che accadde il giorno seguente con la battaglia di Ponte Milvio, cambiarono la storia dell’Impero romano e dell’Occidente stesso.

 Ma lasciamo la parola a Fabrizio Falconi

fabrizio-falconi.jpgC’è un semplice motivo per cui la Battaglia di Ponte Milvio è unanimemente considerata una delle più importanti della storia moderna: già dalle lezioni mandate a memoria sui banchi scolastici si comprende che la vittoria dell’esercito di Costantino I il Grande, il 28 ottobre del 312 d.C. contro le truppe rivali di Massenzio, segnò i destini non solo dell’Impero Romano, ma dell’Occidente intero, visto che già dall’anno seguente la battaglia, nel 313, lo stesso Costantino promulgò il celebre Editto di Tolleranza o Editto di Milano, primo passo del rapido processo di cristianizzazione che contrassegnò la storia dell’Europa e dell’Occidente.

Quella battaglia ha rappresentato a lungo un rompicapo per gli storici. Non si comprendono infatti le ragioni per cui Massenzio, “l’usurpatore”, pur disponendo di forze superiori e comodamente asserragliato nelle mura mai violate della città di Roma, decise di affrontare il nemico, Costantino, in campo aperto, andando così incontro ad una delle più cocenti sconfitte della antica storia bellica.

Costantino arrivò alle porte di Roma dopo aver attraversato l’Italia centrale – e vinto diverse battaglie – discendendo lungo l’antico tracciato della Via Flaminia. Giunto in prossimità dell’Urbe, fece accampare i suoi subito prima della collina di Prima Porta, ultimo rilievo prima della valle del Tevere che conduce a Roma.

Ed è proprio in quel luogo – là dove sorge l’Arco di Malborghetto – che gli si manifestò una visione dai contorni leggendari: nella notte prima della battaglia, riferiscono due diverse fonti, lo scrittore latino Lattanzio e il vescovo Eusebio di Cesarea, l’Imperatore avrebbe visto nel cielo notturno il segno della Croce – insieme al volto di Cristo – che gli assicurava protezione e vittoria contro l’avversario pagano.

Sui contenuti di questa visione si è molto discusso, nei secoli. Illusione, sugestione, realtà, abile strategia ? Insieme a Bruno Carboniero abbiamo fornito i risultati di una sorprendente scoperta (accolta con interesse in ambito scientifico e accademico) che legherebbe la visione ad un preciso ed eloquente fenomeno astronomico visibile proprio in quella notte, la Costellazione del Cigno.

Il resto della storia è noto: Costantino, persuaso dalla visione – che tutto il mondo conosce con la sigla ‘In hoc signo vinces’ – fece iscrivere il segno della Croce criptato nel simbolo del Labarum sulle insegne del suo esercito e il giorno dopo la clamorosa vittoria gli arrise: le truppe di Massenzio furono costrette ad indietreggiare fino all’argine naturale del Tevere, nelle cui acque l’usurpatore stesso finì per annegare insieme al suo cavallo.
Costantino, con questa schiacciante vittoria, si candidò al potere assoluto imperiale, divenendo nel 324 d.C., dopo la morte di Licinio, l’unico regnante fino alla morte che avvenne nel 337.

Nel giro di soli due decenni dunque, l’Impero Romano cambiò totalmente pelle, diventando cristiano, nacquero le prime grandi basiliche romane, il culto fu istituzionalizzato, l’Impero conobbe una nuova stagione di enorme e stabile prosperità.

Di tutto questo Flavio Valerio Costantino fu il fautore, e a coloro che oggi vivono a Roma questa vecchia storia millenaria dovrebbe comunque essere molto familiare, se non altro per la stessa etimologia dei luoghi che si attraversano magari distrattamente ogni giorno, tutti nel territorio del XX Municipio: Labaro, Malborghetto, Saxa Rubra, Ponte Milvio.

…E se avesse vinto Massenzio?

sandro-bari.jpgUn’ipotesi non verificabile di un evento assurdo: il destino di Roma – e nostro – era già scritto.
E’ questa la teoria di Sandro Bari, eclettico storico, saggista, scrittore, direttore responsabile della rivista “la Voce Romana” e presidente del “Comitato per il Tevere”.

Un paio di anni fa tenne un’interessantissima conferenza dal titolo “e se avesse vinto Massenzio?” Già, cosa ne sarebbe stato di Roma, dell’impero, del suo futuro. Gliene abbiamo chiesto una sintesi, e quindi…

Lasciamo la parola a Sandro Bari

Nella Storia contano i fatti e le ipotesi restano tali. Se Massenzio avesse vinto la battaglia contro Costantino, la storia sarebbe cambiata, non sapremo mai come.

Massenzio ha tutte le carte per vincere. Ha il favore del popolo romano, del Senato e dei fedeli pretoriani; ama Roma e la romanità; si dimostra magnanimo coi vinti; è tollerante verso il Cristianesimo pur non rinnegando le sue credenze pagane (a lui si deve l’editto di Nicomedia); dispone di un esercito almeno quattro volte superiore a quello nemico.

Costantino è forte e valoroso ma crudele: ha fatto sbranare prigionieri per divertimento; ha fatto strage di soldati arresi dopo aver loro promesso salvezza; farà una feroce rappresaglia appena conquistata Roma. Pur essendo osservante del culto del dio Sole, sfrutterà la dottrina cristiana a suo uso, intrigando con i senatori romani, giocando sul concetto di “un dio unico” senza rinunciare alla sua carica di “pontefice massimo” del paganesimo.

Editti e concilii sono da lui usati per gestire il potere assoluto. Il suo battesimo nel palazzo del Laterano in Roma è molto dubbio e sembra essere in realtà una “garanzia” in punto di morte. La sua interpretazione del Cristianesimo si manifesta con l’uccisione di cittadini e militari sospettati di tradimento, nonché lo sterminio della sua famiglia: il primo figlio Crispo, Massimiano, Licinio, Liciniano, la moglie Fausta.

La leggenda della “visione dell’angelo”, da lui stesso diffusa molto dopo la presa di potere, gli consente di circondarsi di un’aura quasi soprannaturale, aiutato in ciò dal mondo cristiano, che ne fa il suo campione e che gli attribuirà poi la famosa “donazione” dei beni temporali (dimostratasi poi falsa).
Oggi altre versioni spiegano scientificamente la “visione”, come la teoria di Fabrizio Falcone e Bruno Carboniero .

Costantino toglie potere ad ogni altra autorità che interferisca col suo assolutismo; riforma le legioni portandole da 6000 uomini a 1500; scioglie la potente guardia pretoriana; nel 335 istituisce la tetrarchia dinastica di parenti imbelli. Fonda la sua nuova capitale in Oriente: megalomane, in una corte sfarzosa si copre di gioielli e vesti preziose, sottraendo a Roma enormi ricchezze e rendendola vulnerabile con lo smantellamento delle difese. Alla sua morte, Roma e l’impero sono in rovina, aperti alla discesa dei barbari.

Massenzio, al quale basterebbe schierare il suo esercito in riva sinistra del Tevere aspettando il nemico, interpreta male la profezia “perirà il nemico di Roma” e, con imperdonabile errore strategico e tattico, trasferisce l’esercito oltre il Fiume attraversando ponte Milvio e un ponte improvvisato, probabilmente di barche, poche decine di metri più a monte.

Nella piana in riva destra del Tevere tra Prima Porta e Saxa Rubra, dove dovranno manovrare circa 240mila uomini, Costantino, sceso da Malborghetto, lancia la cavalleria gallica che sgomina i possenti cavalieri numidi di Massenzio. La massa enorme dell’esercito di Roma, incalzata dagli attaccanti, viene chiusa nella sacca dell’ansa tiberina: i due stretti ponti non basteranno a permettere l’attraversamento del Fiume, dove anche Massenzio troverà la morte.

La Storia scritta dai vincitori descriverà poi Massenzio come sopraffattore e despota; Costantino sarà il “liberatore” della città nella quale farà strage, assurgerà a simbolo di una religione nella quale non crede e infine sarà la causa diretta della fine della grandezza di Roma e dell’Impero.
Ma continua ad essere definito “il grande”.

Roma avrebbe potuto continuare ad essere maestosa nel suo impero, chissà per quanto tempo ancora, se in questa storia avesse vinto il “buono”.
Ma i disegni del Fato sono incontrovertibili.

Save the date

L’appuntamento a Saxa Rubra con Fabrizio Falconi, Bruno Carboniero, Sandro Bari, altri saggisti e storici, l’associazione S.P.Q.R, i rappresentanti del XX Municipio, le scuole e naturalmente con Costantino, è sabato 27 e domenica 28 ottobre.

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11 COMMENTI

  1. Ma come costellazione del cigno?? ma non era quella della croce del sud?? La redazione avrebbe dovuto riportare anche la versione dello storico ed esperto Stefano68 , che si basa su “assolute certezze scientifiche”….
    Ora interverrà riportando qualche altro link del tutto obbrobrioso ed insulso, come quelli già riportati e che la redazione avrebbe dovuto (mi scuso con essa per essermi permesso di dirlo) visionare prima di renderlo pubblico, perchè non si può offendere una religione e i suoi rappresentanti in modo così gratuito.

  2. Labaro, il mio quartiere

    Case a contorno
    di vicoli mai disegnati
    tracce di consumate pietre
    di un tempo scordato
    inganni che la storia ripete
    con segni di facili vittorie
    vessilli divini
    croci e mezze lune
    portati da nuovi poteri
    elargiscono elemosine
    ma non garantiscono diritti
    in tanti, disperati,
    sono arrivati da vicine
    e lontane sponde
    clamando rifugio
    ieri come oggi
    nuovi esiliati
    cercano speranze
    trovano paure
    da borgata amica
    a quartiere incompiuto
    e in futuro
    eterna città .

  3. La Costellazione del Cigno è nota anche come CROCE del Nord.
    Se solo Stefano68 fosse stato un po’ più attento e preciso…

  4. Professore, più che attento è preciso è stato un festival di fandonie senza alcun ragionamento storico,quindi stendiamo un velo pietoso…

  5. >

    FIN QUI IL COMUNICATO.
    Cioé il Campidoglio pensa di celebrare degnamente uno degli eventi piu’ significativi della storia dell’Occidente (la leggenda della visione del cristogramma e la battaglia di Ponte Milvio, il cui frutto sarà, un anno dopo, l’editto di tolleranza e il riconoscimento per la prima volta nella storia della libertà religiosa in tutta la parte dell’Impero governata da Costantino e Licinio) con un documentario notturno in Campidoglio e un libretto piu’ qualche visita?????
    Evidentemente DIMOSTRANO DI AVER PREFERITO IL > AL NUMERO DI BONDAGE (così afferma la locandina dell’evento 99 arts al Tendastrisce di Via Togliatti il 28 gennaio 2012) IN CUI UNA RAGAZZA STAVA MORENDO strozzata come a Settebagni !!!!! (in sala non si sarebbe trovato né medico né coltello per tagliare le corde, per vari minuti…)

    Si vergogni il Sindaco Alemanno, col suo Assessore Gasperini, di aver così lasciato solo il XX Municipio nelle vere celebrazioni degli eventi costantiniani.
    Ci dicano piuttosto se è vero che dal Campidoglio, con lo zampino di qualche tecnico comunale di specie vegetale amante dei lucchetti sul ponte, sia partita una lettera diretta al Presidente del XX Municipio e ai Parroci segnalando l’instabilità del Ponte e se è vero che la Torretta di Ponte Milvio non sia più agibile. Se fosse vero sarebbe uno scandalo nazionale, anzi internazionale, vista l’importanza di Ponte Milvio nella storia.

    Quanto al Professor SANDRO BARI sì, LA STORIA LA SCRIVONO SEMPRE I VINCITORI. Da qui a celebrare Massenzio, che secondo lo storico anticristiano ZOSIMO squartava le donne incinte per trarre gli auspici, ce ne corre un bel pò….
    Al di là dei crimini sicuramente commessi da Costantino in quanto imperatore di uno stato sanguinario, vanno ricordate anche le leggi a protezione degli schiavi, dei detenuti, degli animali e l’abolizione dei giochi gladiatori…. Ma forse il Professor BARI avrebbe preferito che ai nostri giorni il Colosseo fosse ancora un mattatoio…….

  6. Riporto qui il comunicato Alemanno-Gasperini

    COMUNICATO 13.22 DEL 25 OTT 2012 DI ALEMANNO E GASPERINI

    Omniroma-RPT – BATTAGLIA PONTE MILVIO, ROMA CELEBRA “PONTE TRA ANTICHITÀ E MEDIOEVO”

    (OMNIROMA) Roma, 25 OTT – (RIPETIZIONE CON TESTO CORRETTO)
    Per la prima volta Roma Capitale celebra il 1.700° anniversario della Battaglia del 28 ottobre del 312 d.C con numerose attività e iniziative promosse dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e RAI Cinema. Un fitto programma di incontri, proiezioni, visite guidate e conferenze si svolgerà dal 27 ottobre al 2 dicembre 2012 nei diversi punti della città: monumenti e luoghi della memoria di quegli eventi storici che ruotarono intorno alle vicende di Costantino e del suo rivale Massenzio.
    In particolare Ponte Milvio, nella storia come nelle celebrazioni, rappresenta il luogo della storica battaglia del 312 d.C., ma anche il conflitto tra antico e moderno, tra armi e filosofia, tra potere temporale e legittimazione della religione. Un luogo, quello del “ponte”, che diventa anche terreno di congiunzione e di superamento di ostacoli, un simbolo di pace.
    E proprio alla Battaglia di Ponte Milvio, nel suo 1.700° centenario, quest’anno Roma Capitale ha voluto dedicare per il 2.765° Natale di Roma la moneta coniata in occasione di ogni 21 Aprile. Per celebrare questo anniversario, l’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, in collaborazione con RAI Cinema presenterà in anteprima la proiezione del documentario “Costantino, imperatore d’Oriente e Occidente” che si terrà domenica 28 ottobre, presso la Sala della Protomoteca (Palazzo Senatorio – Campidoglio) alle ore 21 e alle ore 22.15. Ad accompagnare lo spettatore in un viaggio storico tra Oriente e Occidente, della durata di 50 minuti, saranno le voci narranti di Franco Scaglia e di due archeologi di fama come Andrea Carandini e Stefano De Luca. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
    Oltre a Ponte Milvio, il Museo della Civiltà Romana, le Mura Aureliane, i Musei Capitolini, la Villa di Massenzio, il Museo di Roma e i Mercati di Traiano, saranno gli scenari di un circuito attraverso cui il pubblico potrà rivivere la ricostruzione dei fatti epocali che rivoluzionarono il rapporto tra l’Impero Romano e la Cristianità. Le visite guidate, gli incontri e le conferenze, a cura dei funzionari della Sovraintendenza Capitolina, sono gratuite, mentre gli appuntamenti del 27-28 ottobre sono a pagamento.
    Tra le altre iniziative, l’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale ha progettato e realizzato anche un volume dal titolo: “312 d.C. Un ponte tra antichità e Medioevo”. Articolata in 25 percorsi e itinerari attraverso cui rivivere i fatti e i luoghi storici del 312 d.C., la pubblicazione apre con la genealogia di Costantino e Massenzio, conducendo il lettore attraverso un viaggio nel contesto storico e urbano in cui si svolgono gli eventi, grazie a cinque presentazioni di approfondimento e ad alcune mappe utili alla ricostruzione delle tappe fondamentali.
    “Tutto quello che è stato inventato nei mesi scorsi riguardo al folklore – ha detto il sindaco Gianni Alemanno che ha preso parte alla presentazione delle iniziative – appartiene alla fantasia di qualche giornalista”. Quanto alla rievocazione organizzata dal Municipio XX a Saxa Rubra, il sindaco afferma: “Le iniziative del XX Municipio non sono quelle del Campidoglio e non sono su Ponte Milvio. L’idea che il Ponte diventasse un grande teatro di folklore con il Papa presente, con simboli e altre cose, appartiene soltanto alla fantasia di qualcuno. Ci sarà una rievocazione storica, ma lontano”. Il Campidoglio si dissocia dal Municipio? “Noi non ci dissociamo, ognuno fa le proprie iniziative. Il Campidoglio fa iniziative di carattere culturale e di approfondimento storico e non potrebbe essere diversamente”.

    red

  7. Perfettamente d’accordo con quanto asserito dal Dott. Sandro Bari. Cercò, purtroppo senza riuscirci, perché assassinato alle spalle da qualche soldato giudaico-cristiano che militava nell’esercito romano, di ovviare alle infamie dello zio (Costantino, appunto), il Grande Giuliano l’Apostata. Ma, evidentemente, il corso della storia doveva andare così. Un’ultima osservazione: ha inizio da questo momento, e più ancora dopo l’editto di Tessalonica del 380, emanato da Teodosio grazie al quale il cristianesimo diviene religione dello stato, che i ” buoni cristiani”, si fa per dire, da perseguitati diventano persecutori in tutti i sensi dei Romani (un esempio per tutti, la astronoma Ippazia), i quali, per poter continuare liberamente a adempiere ai loro rituali, si nascondono nel “pagus”, (da cui pagani), antico villaggio, lontano da occhi indiscreti, pena la morte.

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