Home ATTUALITÀ Ponte Milvio: arrivano le cesoie per i lucchetti, si risveglia la politica

Ponte Milvio: arrivano le cesoie per i lucchetti, si risveglia la politica

Galvanica Bruni

C’è un gran fermento politico in questo periodo intorno a Ponte Milvio. Da un lato il PD che lancia il programma riappropriamoci della piazza e dintorni, dall’altro il PdL che, stanco di attendere che il sindaco mantenga la promessa, fatta sette mesi, di spostare i famosissimi lucchetti di mocciana memoria, annuncia l’intenzione di mettere mano alle cesoie. Ponte Milvio come argomento di prove tecnico-tattiche della prossima campagna elettorale?

Già, perché proprio giovedì 5 luglio, nel corso della trasmissione “Foro Romano” in onda su RomaUno TV, al conduttore Andrea Bozzo l’assessore ai lavori pubblici del XX Municipio, Stefano Erbaggi, ha così annunciato: “molto presto andremo a togliere i lucchetti di Ponte Milvio. Con il Presidente Gianni Giacomini abbiamo deciso che non possiamo più aspettare la realizzazione del progetto di spostamento sull’argine del Tevere, lanciato dal Sindaco Alemanno a dicembre ma che non ha mai avuto seguito nei fatti”.

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Era infatti un caotico pomeriggio di metà dicembre 2011 quando Alemanno, venuto appositamente a Ponte Milvio in compagnia dello scrittore Moccia, annunciò la nascita della “terrazza dell’amore”, quell’enclave della sponda del Tevere ai piedi di Ponte Milvio dove avrebbe fatto sorgere il nuovo sito dedicato alla moda dei lucchetti. Ecco un video che immortala la promessa: clicca qui.
Era il 14 dicembre, dopo sette mesi non un lucchetto è stato rimosso. E la terrazza dell’amore? Non v’è traccia della stessa nemmeno sui bigliettini dei baci Perugina.

Ora il PD riaccende i riflettori sulla piazza mentre il PdL decide di usare le cesoie. Piace vedere tanto fermento e tanta convergenza di interessi bipartisan da parte della politica locale, quella che per missione e per dovere deve essere attenta al territorio più d’ogni altra istituzione. Si spera solo che non restino buone intenzioni, di queste il piazzale di Ponte Milvio è già sufficientemente lastricato.

La prova dei fatti è prossima: mercoledì 11 luglio si terrà una seduta straordinaria del Consiglio del XX Municipio appositamente dedicata al decoro, alla sicurezza e ed alla vivibilità dell’area di Ponte Milvio e zone limitrofe: una buona occasione perché si passi unanimemente dalle parole ai fatti.

 

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2 COMMENTI

  1. In effetti la storia è abbastanza quella di sempre, vista e rivista.
    Basta esserne consapevoli.
    L’importante è la vigilanza democratica costante.
    La scadenza elettorale prossima ventura induce a frettolosi ripensamenti e a interventi fulminei di “plastica estetica”.
    E’ nostro diritto-dovere mantenere la barra nella direzione giusta, quella autentica che vuole una REALE riqualificazione dell’area di Ponte Milvio, anche finalmente senza lucchetti sullo storico ponte, anche finalmente senza la moltiplicazione dei winebar, anche finalmente senza “tavolino selvaggio”, anche finalmente senza marciapiede-fai-da-te, e ancora di più.
    In sostanza, non operazioni di cosmesi ma interventi duraturi ed efficaci.

    Gli strumenti ci sono tutti per garantire una progettazione partecipata, che sia realmente paritetica.
    Prodromo di una struttura permanente di confronto costruttivo per tutte le problematiche che afferiscono alla vivibilità sostenibile dell’intero territorio municipale.

    Mercoledì 11 luglio è il primo vero banco di prova per capire “chi come e perchè”.

    Attenzione alle falsificazioni!!!

    Paolo Salonia

  2. Questo stesso commento è stato da me proposto anche per l’articolo “Sicurezza e vivibilità di Ponte Milvio: seduta straordinaria Consiglio XX Municipio”, poichè ritengo debba essere raggiunto in entrambi i contesti.

    RIQUALIFICARE PONTE MILVIO E IL SUO TERRITORIO

    Il tema della riqualificazione urbana di Piazzale Ponte Milvio costituisce tema vasto e trasversale, perchè fortemente caratterizzato da problematiche a molteplici variabili.
    Infatti, vengono coinvolte questioni squisitamente afferenti alla disciplina urbanistica (traffico, mobilità, uso del suolo, destinazioni d’uso, tipologie del commercio, ecc.), questioni di ordine ambientale strettamente connesse alle prime, non ultime quelle che possono essere definite “estetico-funzionali” (ad, esempio la qualità architettonica dello spazio urbano della parte di città), fino a comprendere argomenti di tipo sociale, afferenti ai temi dell’inclusione, della convivenza civile, dei diritti e dei doveri della cittadinanza, per non parlare della sicurezza.
    Su tutto, il tema centrale della storicità del luogo, del suo fortissimo “genius loci” che si impone con autorità ancora oggi nonostante il volgare, quanto violento, assalto dei nuovi barbari che, sempre con il beneplacito di una amministrazione municipale connivente, stravolgono l’aspetto e la vivibilità quotidiana del piazzale e delle zone limitrofe, fortemente penalizzando anche la qualità della vita dei residenti.
    Da quanto sinteticamente delineato è facile evincere che il problema necessita di un approccio sistemico, cioè in grado di analizzare non soltanto le singole componenti quanto soprattutto l’interazione e la co-evoluzione delle stesse.
    Per rimanere agli ultimi 15 anni, numerosi sono stati i progetti che, a diversi livelli di complessità e gradi di maturazione e redatti in contesti diversificati, dalle occasioni concorsuali all’esercizio propositivo di gruppi politici, hanno disegnato un diverso assetto dell’area urbana, coniugando sistemazioni funzionali atte ad esaltare le qualità intrinseche dell’area stessa, con razionalizzazione dell’uso del suolo e dei flussi del traffico, fino alla proposizione di valori estetici di una nuova architettura.
    Per lo più sono rimaste, pur nella loro validità, esercitazioni che non sono state tradotte nella concretezza di una diversa realtà urbana.
    Emblematico rimane il caso del mercato rionale – tema concorsuale – che ha prodotto il mostro di via Riano con la ghettizzazione di un mercato storico in ambiente semicoperto, l’assurda apertura di un centro commerciale di prodotti dell’elettronica di parecchi metri quadri, tutto ammassato in una terrificante “architettura”, anche dimensionalmente fuori scala rispetto alla sezione stradale sulla quale insiste.
    Laddove era lo storico mercato, nessuna riqualificazione e/o razionalizzazione dell’ambiente, semplicemente una piattaforma di cemento per un parcheggio a raso, naturalmente a pagamento.

    La soluzione multi-variabile, partecipata e condivisa, del tema posto non è oltre procrastinabile.
    I cittadini, anche e soprattutto mediante le loro rappresentanze associative, hanno l’obbligo di rivendicare il diritto-dovere alla partecipazione nel merito della progettazione e all’esercizio delle decisioni operative che ne conseguono relativamente al complesso delle azioni necessarie alla riqualificazione dell’area urbana.
    Esistono gli strumenti per perseguire questa strada, prima tra tutti la Delibera n. 57 del 2 marzo 2006 con la quale il Comune di Roma ha approvato il Regolamento di partecipazione dei cittadini, “…un insieme di norme, procedure, strumenti, competenze e responsabilità che promuovono e garantiscono la partecipazione dei cittadini alle trasformazioni urbane…”.
    Ad oggi tale strumento risulta utilizzato con molta parsimonia e con una lettura sufficientemente limitativa di quanto viceversa previsto nel suo articolato.
    La richiesta della costituzione di una Commissione ad hoc rappresenta, senz’altro, un primo passo.
    Ma deve essere chiaro, fin da subito, il carattere di pariteticità che tale Commissione deve possedere e come questa debba rapidamente trasformarsi in quella “Casa del Municipio”, luogo anche fisico di incontro e confronto tra i cittadini e i loro amministratori, ciascuno con il proprio ruolo, luogo all’interno del quale devono essere assunte e gestite decisioni, si ribadisce condivise e partecipate, per la riqualificazione non solamente dell’area ma di tutto il territorio municipale e la promozione di una sostenibile vivibilità dello stesso.
    Convergente su questi obiettivi, all’interno dello stesso Comitato “Abitare Ponte Milvio” che ha formalmente richiesto la creazione della Commissione (per altro nel “formale” silenzio dell’amministrazione municipale che si è astenuta dall’inviare alcuna risposta scritta), si è auto-costituito un gruppo di lavoro fortemente orientato a fornire valido supporto e contributo alla costituenda Commissione e al costante monitoraggio dei lavori della stessa.

    Paolo Salonia

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