Dieci anni di perizie, archiviazioni, ricorsi, prescrizioni. Dieci anni di speranze, delusioni, rabbia e costante senso d’impotenza. Del caso Radio Vaticana si sono occupati un po’ tutti. Chi con finalità puramente politiche, chi cavalcando l’onda emotiva del caso (per poi eclissarsi strada facendo), e chi, invece, impegnandosi fermamente e propugnando una battaglia di giustizia e civiltà conclusasi in questi giorni con una inaspettata vittoria.Ma in cosa consiste questa vittoria?
Certo non nella condanna effettiva dei responsabili dell’emittente pontificia. In questo processo difficile, reso subito particolare dalla singolarità di un inquisito eccellente, estraneo alla legislazione italiana, era chiaro sin da subito che se a una condanna si fosse giunti, sarebbe stata una condanna simbolica. Ma questo è già qualcosa. Il riconoscimento di un danno, seppur ben lontano dal risarcire una perdita umana resta sempre un riconoscimento. Di una responsabilità, e conseguentemente di una colpa.
Pochi giorni fa, il 24 febbraio, la IV Sezione penale della Cassazione ha confermato la prescrizione per la condanna a 10 giorni di reclusione nei confronti del cardinale Roberto Tucci, in relazione all’elettrosmog prodotto dalle emissioni di Radio Vaticana ai danni degli abitanti residenti intorno all’impianto di Cesano.
Il ricorso dell’avvocato Franco Coppi, che chiedeva la piena assoluzione del cardinale, è stato respinto, e la Cassazione ha confermato il risarcimento danni per gli abitanti, da quantificarsi in sede civile. Dunque, prescrizione per il reato di “lancio pericoloso di cose”, il che vuol dire che, pur salvata dalla prescrizione, Radio Vaticana è riconosciuta responsabile delle conseguenze che le onde elettromagnetiche hanno avuto sugli abitanti dei comuni limitrofi la stazione radio.
Ma cominciamo dal principio
È il 2000 quando a Cesano ed a La Storta, sollecitati dai comitati di zona Bambini senza onde e Coordinamento dei comitati di Roma Nord, vengono effettuati degli studi epidemiologici sulla popolazione che rilevano l’alta percentuale di leucemie nei bambini e di tumori negli adulti in correlazione alla presenza del vicino impianto di Radio Vaticana.
Nel maggio dello stesso anno, la Procura della Repubblica apriva un’inchiesta a seguito della denuncia della A.S.L. che aveva verificato il superamento dei limiti di legge di 6 W/m – volt/metro – (limiti fissati dal D.M. 381/98). Data la vaghezza legislativa in merito, il reato configurato fu quello di “lancio pericoloso di oggetti”.
Inizialmente, i responsabili dell’emittente si trincerarono dietro il difetto di territorialità, essendo lo stato pontificio, dove l’impianto ha sede, immune dalla giurisdizione italiana così come precisato dai Patti Lateranensi.
Il processo dunque non venne aperto, e in Corte d’Appello, a seguito dei ricorso dei Comitati, venne nuovamente stabilita l’impossibilità di processare Radio Vaticana. Infine, nell’aprile 2003, la Corte di Cassazione accettò il ricorso del procuratore Amendola consentendo così che il processo avesse luogo.
Il primo grado vide la condanna a dieci giorni di reclusione con sospensione condizionale della pena di Padre Pasquale Borgomeo e del cardinale Roberto Tucci (rispettivamente direttore generale dell’emittente ed ex presidente del comitato di gestione), sentenza ribaltata nel giugno 2007 in Corte d’Appello, dove l’assoluzione per i due imputati venne confermata in quanto il “getto pericoloso di cose” non è configurabile in relazione all’emissione di onde elettromagnetiche.
I comitati decisero di rivolgersi alla Cassazione che nel maggio 2008 annullò l’assoluzione di Borgomeo e Tucci riportando il caso alla Corte d’Appello. Il reato cadde in prescrizione ma la stessa Radio Vaticana chiese alla Corte di Cassazione di annullare la condanna.
Si arriva così al 24 febbraio 2011, con la conferma della prescrizione per il cardinale Tucci (Padre Borgomeo è deceduto nel frattempo) e il riconoscimento danni per gli abitanti di Cesano. Tirate le somme, considerando che prescrizione e assoluzione sono due cose ben diverse (e ogni tanto conviene ricordarlo) il processo contro Radio Vaticana non costituisce solo un importantissimo precedente in materia di inquinamento elettromagnetico, ma conferma che la fiducia dei comitati nella giustizia italiana, pur con i suoi tempi e i suoi cavilli burocratici, è stata, in parte, ben riposta.
Ora, non resta che aspettare l’esito dell’altro filone, il processo penale legato alle morti per leucemia, processo che certamente non potrà ignorare la sentenza del 24 febbraio.
Nel 2003 infatti, la Procura di Roma aprì un fascicolo nel quale veniva ipotizzato il reato di omicidio colposo nei confronti di Borgomeo e Tucci. Il gip Zaira Secchi ordinò una perizia per verificare un nesso tra le morti per leucemia e le radiazioni elettromagnetiche. Dopo sette anni di indagini condotte da Andrea Micheli, dell’Istituto dei tumori di Milano, la perizia (basata sugli anni 1997-2003) individuò la stretta correlazione tra il rischio di leucemia, linfomi e mielomi e l’esposizione alle antenne di Radio Vaticana, fino a un raggio di 12 km dall’impianto.
Intanto, le critiche alla decisione della Cassazione non si sono fatte attendere. In un comunicato stampa emesso dall’emittente si legge che “la Direzione della Radio esprime rammarico per questa decisione anche alla luce del fatto che la procura generale non aveva ritenuto infondati alcuni motivi del ricorso. La sentenza si inserisce in una vicenda processale lunga e tormentata e che ha visto l’Emittente pontificia oggetto di accuse ingiuste per i presunti disturbi nei confronti di una parte della popolazione, in relazione alle emissioni elettromagnetiche del Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria” (leggi qui).
A colloquio con il Comitato Bambini senza Onde
Fin qui la vicenda giudiziaria. Ma come sono nati i comitati che hanno sostenuto questa battaglia, da chi sono formati, quali sono i loro obiettivi? Per rispondere a queste domande, VignaClaraBlog.it ha incontrato Fabio Rollo, del Comitato Bambini Senza Onde, che insieme al Coordinamento dei Comitati di Roma Nord è stato tra i protagonisti del processo Radio Vaticana.
Quando e come è nato il Comitato? Il Comitato è nato nel 2000, dalla volontà di tre famiglie di capire il motivo per il quale due di queste si trovavano nella stessa corsia d’ospedale per combattere la stessa malattia. Queste famiglie avevano entrambe le figlie, piccolissime, malate di leucemia. Al Policlinico di Roma, dove erano ricoverate, si accorsero che molti di questi pazienti abitavano proprio intorno all’impianto di Radio Vaticana. A distanza di dieci anni, il Comitato è composto da una trentina di persone, riunitesi in modo spontaneo: non c’è tessera, non c’è fondo, non ci sono né tesorieri, nè presidenti.
All’epoca già si sapeva di Radio Vaticana, della questione legata alle onde elettromagnetiche? La cosa più evidente era il disturbo alle apparecchiature (telefoni, citofoni, televisori). Questo era il dato più immediato. Radio Vaticana è il più potente impianto radio mai costruito: le onde fanno tre volte il giro della terra. Per questo arriva in qualsiasi parte del mondo, con una radiolina da un dollaro chiunque nel globo può captare Radio Vaticana.
Purtroppo, proprio per il nome che porta, e per il fatto di appartenere a uno Stato estero, non è tenuta a fornire documenti e dati, in quanto i 450 ettari dove sorge costituiscono territorio extra-nazionale in base all’accordo del ’51 dei Patti Lateranensi, per cui quel terreno è di proprietà dello Stato Vaticano e sfugge alla legislazione italiana.
Il primo processo infatti ha voluto stabilire se Radio Vaticana fosse o meno processabile. Una fase pre-dibattimentale servì proprio a questo. Tra gli altri, Legambiente e Codacons si costituirono parte civile.
Il 24 febbraio, con la sentenza della Cassazione si è definitivamente chiuso il primo filone del processo, quello civile. A breve inizierà il processo in sede penale. Ci può dire dettagliatamente quali sono state le tappe che hanno portato a questo secondo filone? Nel 2003, il gip Zaira Secchi chiede che venga fatta una perizia epidemiologica che viene successivamente messa agli atti nel luglio 2010. C’è voluto molto tempo sia per carenza di fondi sia per il fatto che il dottor Andrea Micheli ha preferito presentare un lavoro estremamente completo, utilizzando il cosiddetto “metodo Marconi”, vale a dire escludendo passo dopo passo e in maniera sistematica tutte le altre forme di probabile inquinamento ambientale: dalle falde acquifere, alla presenza del vicino centro Enea, dalle pompe di benzina alle piccole medie aziende presenti sul territorio.
La perizia parla di 220 morti per malattie del sangue. Questa perizia ci dice che in queste zone il fattore di rischio di malattia è addirittura sei volte superiore al valore rilevato oltre i 12 km dall’impianto Radio Vaticana, raggiungendo livelli di rischio così elevati tanto da essere riscontrati, nella letteratura scientifica, soltanto negli studi epidemiologici relativi alle zone che hanno subito gli effetti dell’esplosione di una bomba atomica.
Per parte sua, Radio Vaticana ha presentato una controperizia, ma quella del dottor Micheli è una perizia dello Stato, non di parte. Quella di Radio Vaticana lo è, ed è stata eseguita dal comitato scientifico guidato da Umberto Veronesi.
Questa perizia riporta semplicemente un elenco di articoli di letteratura scientifica che sostengono che non esiste alcuna connessione tra elettrosmog e malattie del sangue: 500 pagine contro 60. Quella di Micheli è una perizia sul territorio, quello di Radio Vaticana un elenco di articoli di persone, anche esperte, ma che non hanno mai visto le antenne e che non sono mai state a Cesano.
un momento della manifestazione del 24 febbraio
Qual è la caratteristica del Comitato? Quella di essere assolutamente distante da ogni partito. Questa è una battaglia per il diritto alla salute e alla vita, non vogliamo che nessuno ci mangi sopra, che questa battaglia prenda i colori di un partito politico, perché parliamo di un diritto che spetta a tutti i cittadini. Quella di Radio Vaticana non è una lotta politica. In secondo luogo noi abbiamo sempre bloccato ed evitato ogni eventuale tipo di anticlericalismo legato al caso perché non abbiamo mai contestato il messaggio inviato, ma il mezzo e la strumentazione utilizzata..
Da quando è scoppiato il caso, le onde elettromagnetiche sono rientrate nella norma? Sono state abbassate in modo che non ci siano più disturbi alle apparecchiature. Ma dal 2004 abbiamo scoperto una serie di casi di persone che si sono ammalate o decedute. Inoltre, il problema non riguarda esclusivamente l’intensità delle onde, ma il periodo d’esposizione.
Ovviamente dormendo in media otto ore là dove c’è un’esposizione maggiore il rischio di ammalarsi è più alto. Basarsi sulle misurazioni non è tutto. Radio Vaticana trasmette in tutto il mondo ma secondo fasce orarie particolari. Può capitare dunque che in determinati punti della giornata l’intensità sia maggiore.
In che senso si indirizza ora la vostra attività? In questo momento la cosa più importante è che vengano alla luce e segnalate le malattie che si sono manifestate dopo il 2004, per evitare il rischio concreto di prescrizione. Il processo in sede civile ha stabilito che c’è una connessione tra Radio Vaticana e l’inquinamento elettromagnetico.
Questa perizia lega l’elettromagnetismo alle malattie. Per cui sono tre cose strettamente connesse, io la chiamo la bomba invisibile: ha gli effetti di una bomba ma l’invisibilità di un’onda elettromagnetica.
C’è qualcosa che ha imparato da questa esperienza? Si, all’inizio tutti pensavano che quella contro Radio Vaticana fosse una battaglia persa in partenza. La sentenza della Cassazione ci ha dimostrato una cosa: che a essere invincibile non è Radio Vaticana, l’unica cosa veramente invincibile è il dolore per la perdita di un familiare che nessun risarcimento potrà restituire alla famiglia.
Adriano Bonanni
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un caso di cui bisogna parlare, sempre e comunque
un sostegno all’associazione bambini senza onde con la speranza che riescano a ottenere giustizia
incommentabile. con la tecnologia di oggi tra radio satellite e streaming web ancora con antenne allucinanti trasmettono questi qua. uccidono la gente per trasmettere preghiere e rosari. E’ proprio il colmo!!!!
E’ in edicola il nuovo numero di Loop con l’articolo di Fabio Rollo dal titolo “La bomba invisibile”-considerazioni sulla vicenda dell’inquinamento elettromagnetico di Radio Vaticana
http://www.looponline.info/index.php/ultimo-numero
E’ ancora in edicola l’ultimo numero di Loop con l’articolo di Fabio Rollo del Comitato Bambini Senza Onde dal titolo “La bomba invisibile”-considerazioni sulla vicenda dell’inquinamento elettromagnetico di Radio Vaticana
http://www.looponline.info/index.php/ultimo-numero