Secondo indiscrezioni, smentite dal Campidoglio ma poi confermate da più parti nella serata di ieri, sarà firmata oggi,martedì 20 ottobre, l’ordinanza che vieta di “esercitare mestieri non autorizzati sul suolo pubblico e di turbare il traffico”. Tempi duri quindi per i lavavetri a Roma dal primo di novembre nonostante il drastico no dell’opposizione platealmente manifestato ieri impugnando spugne e stracci e pulendo i vetri degli automobilisti romani.
Ricordiamolo. Ieri alle 13 un nutrito drappello di esponenti dell’opposizione di Regione Lazio, Provincia, Comune di Roma e Municipi ha lavato simbolicamente i vetri delle auto di passaggio al semaforo di piazza San Marco, di fronte al Campidoglio, come gesto di protesta contro l’ordinanza che il Sindaco avrebbe dovuto firmare ieri, poi rinviata ad oggi (leggi qui). Ma l’ordinanza, stando sempre alle indiscrezioni, non prevede solo la multa di 200 euro ed il sequestro dell’attrezzatura. Nel caso di sfruttamento minorile è previsto il reinserimento sociale del minore oppure un percorso di assistenza, valido anche nel caso di donne sorprese in flagrante, tramite il servizio delle assistenti sociali del Comune.
Nonostante il rinvio e nonostante siano stati chiariti, anche se su base indiscrezioni, i contenuti del documento, immediata la reazione degli oppositori ”Presenteremo mercoledì’ prossimo, in Consiglio regionale, una mozione per contrastare l’ordinanza anti-lavavetri. Una mozione analoga verrà presentata nei prossimi giorni anche alla Provincia e al Comune di Roma. Fino a quando il provvedimento non sarà ancora in vigore, ma anche successivamente, utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per contrastarne gli effetti. Riteniamo infatti questa ordinanza un provvedimento inutile – hanno continuato – che andra’ a ledere solo le categorie piu’ deboli, senza colpire il cuore del problema ovvero il racket e lo sfruttamento. Ci opporremo con tutte le nostre forze alla città dell’apartheid”.
Ovviamente non sono mancati i botta e risposta.
Sarcastico Ludovico Todini, (PdL) membro della commissione Sicurezza del Comune di Roma. “Dopo la sconfitta elettorale dell’aprile 2008, la sinistra ha scoperto che i Nomadi non sono necessariamente solo un complesso musicale, ed ora magicamente si accorge che agli angoli dei semafori ci sono sempre le stesse facce. Chissà cosa dirà quando si accorgerà che esiste un racket dei lavavetri. Una città normale – ha aggiunto – e’ quella dove si da solidarietà a chi ne ha bisogno, senza alimentare sterili polemiche tanto per fare cagnara, a meno che la sinistra non voglia istituire l’albo dei lavavetri”.
Sullo stesso tono ed altrettanto sarcastico Federico Guidi, consigliere PdL del Comune di Roma. “Manifestare contro l’ordinanza lavavetri significa essere a favore dell’accattonaggio, dello sfruttamento di disperati, oltre che del degrado della città. Il semaforo-day messo in piedi dalla sinistra dimostra con chiarezza l’aspirazione piu’ attuale della stessa, lontana mille miglia dal comune sentire dei romani, fieramente stracciona e nostalgicamente attaccata al degrado. Mi meraviglia sapere – ha concluso – che tra i promotori di questa iniziativa ci sono anche molti presidenti di Municipio, i primi che dovrebbero avere interesse a ridurre il fenomeno sia per motivi sociali che di pubblica sicurezza”.
Sentiamo allora la voce di un Presidente di Municipio. A parlare è Andrea Catarci (Roma XI). ”insieme a molti altri esponenti politici e amministratori di Roma e del Lazio, in piazza San Marco ho vestito i panni di un lavavetri per protestare contro la prossima ordinanza del Sindaco Alemanno. In un momento in cui la convivenza civile è messa a dura prova, come dimostrato dai continui atti di aggressione verificatisi nella nostra citta’, il Pdl e la Giunta Alemanno gettano benzina sul fuoco della disparità e dell’intolleranza con l’ennesima ordinanza che ha poco a che fare con la risoluzione dei mali di Roma. L’atto viene coperto da un malcelata ipocrisia: si specifica che non sarà diretto contro i lavavetri toutcourt ma contro i ‘lavavetri molesti’, come se le molestie, di ogni genere, non fossero già un reato. Si prevede, poi, l’assistenza per i lavavetri in evidente ‘stato di bisogno’, come se non sia già un dovere delle Pubbliche Amministrazione fornire tale sostegno a tutte le persone in condizioni di indigenza, emarginazione e marginalità. Malgrado i tentativi di nascondersi dietro il classico velo di Iside, insomma a fare le spese dell’iniziativa saranno ancora i più indifesi”.
Gli fa eco Flavia Leuci (Pd), consigliera della Provincia di Roma. “Il Comune spaccia il tema dei lavavetri come un problema di emergenza, sicurezza e ordine pubblico. In realta’ questi provvedimenti sono soltanto fumo negli occhi, veri e propri spot elettorali di un’amministrazione che invece di risolvere i problemi concreti della citta’ si concentra su iniziative che alimentano le paure e l’aggressivita’ nei confronti delle fasce piu’ deboli e marginali. Gli immigrati sono usati ancora una volta come strumento di propaganda politica e di disinformazione da parte di una destra che in realta’ non ha modelli coerenti sulle politiche interculturali”.
E chiudiamo con la dichiarazione salomonica di Carlo Rienzi, presidente del Codacons. “Da tempo i cittadini romani esprimevano la propria contrarietà alla presenza fissa di lavavetri e lavafari nelle strade della città. Per questo il Codacons accoglie positivamente l’ordinanza del Comune di Roma che sembra accogliere le istanze della cittadinanza. Tuttavia e’ necessario che l’amministrazione comunale, prima dell’entrata in vigore del provvedimento, provveda a fornire una qualche occupazione a coloro che non potranno più svolgere l’attività abusiva di lavavetri – ha concluso Rienzi – Il rischio concreto, infatti, è che tali soggetti, non potendo più occupare le strade lavando vetri e fari, si dedichino ad attività delinquenziali pur di sopravvivere, con un conseguente aumento della delinquenza nella capitale”. (red.)
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