Ad Atreju 2008 il confronto con i sindaci di Bologna e Verona. Cofferati: prioritaria la legalità. Alemanno: diamo casa e lavoro ai giovani. (Di Emanuela Micucci)
Una città sicura, libera, aperta. Ma anche una città a misura di giovani. In questa direzione stanno andando i primi provvedimenti presi dalla giunta capitolina nell’intenzione del sindaco Gianni Alemanno. Il primo cittadino di Roma lo ha ricordato ieri pomeriggio ad Atreju 2008, la manifestazione dei ragazzi di Azione Giovani che questo anno compie 10 anni e ospita anche i coetanei di Forza Italia. Nei giardini del Celio Alemanno ha affrontato, insieme con i sindaci di Bologna Cofferati e di Verona Tosi temi come il federalismo fiscale (vedi VignaClaraBlog dell’11 settembre 2008), i superpoteri dei sindaci in tema di sicurezza della città e le politiche giovanili.
“Accrescere il senso di legalità e delle regole non significa ridurre la libertà – ha commentato il sindaco – ma è un modo per garantire la libertà di ogni cittadino a 360 gradi, italiano e non italiano, sulle piccole e sulle grandi cose”. Non si tratta, dunque, di realizzare un regime poliziesco, di militarizzare le città o di mettervi il coprifuoco, ma “di avere una città in cui la gente possa uscire di casa e sentirsi ancora in casa propria e non in una giungla, dove domina il potere del più forte, del violento”, spiega Alemanno.
Temi che cominciano ad essere percepiti dai cittadini, meno dalla politica. Di qui l’attacco all’opposizione in Campidoglio. “C’è a Roma chi continua a tenere un atteggiamento ideologico – denuncia Alemanno – Sono stato accusato di essere fascista o poliziesco per aver fatto delle ordinanze più mitigate di quelle di Dominici, il sindaco di Firenze. Trovo una resistenza ideologica grave e intollerante”.
Parlando di sicurezza, inevitabile un riferimento agli immigrati. “L’unica possibilità per il rispetto degli immigrati e dei comunitari è il rispetto delle regole – sottolinea il sindaco di Roma – e dunque l’inflessibilità senza remore. Questa è la prima tutela proprio per l’immigrato onesto, che non vuole essere confuso con l’immigrato disonesto”. Perché “ci deve essere una separazione netta tra i cittadini che rispettano le regole e chi è fuori dalle regole. Solo così avremo una città non con il pugno di ferro sopra ma più libera, vivibile, sicura prima di tutto per i cittadini più deboli”.
Un punto questo su cui Alemanno trova il consenso del sindaco di Bologna Sergio Cofferati (Pd) che spiega che “prima della sicurezza viene il tema della legalità. L’aumento degli organici polizia, carabinieri e guardia di finanzia a Bologna ha portato a un decremento dei reati. Penso che sia giusto che l’azione del sindaco sia integrata dai poteri straordinari, che non ti fanno diventare sindaco-sceriffo ma che ti fanno far meglio il sindaco”. “Chi non rispetta le regole – conclude Alemanno – deve andarsene”. Occorre “regolamentare gli accessi e le uscite dei cittadini stranieri per stare in Italia un po’ meglio in casa nostra”, chiosa invece il primo cittadino di Verona Tosi.
Sul fronte delle politiche giovanili Alemanno immagina Roma come “una città con giovani più liberi, più responsabili cosicché la città diventi una palestra di vita già a 18 anni e in cui i giovani possano sentirsi cittadini”. Tre le priorità: casa, partecipazione e lavoro. “Vorrei che i giovani possano andare a vivere per conto proprio quando vogliono o il prima possibile – afferma -. Per questo occorrono case a canone sociale, mutui agevolati sostenibili e case per gli studenti”. Roma può divenire polo di attrazione e formazione per gli studenti stranieri. Va in questa direzione la convenzione triennale stipulata ieri dal Campidoglio con i tre atenei pubblici romani: una collaborazione comune-università per fare della capitale un polo internazionale d’avanguardia della ricerca e della cultura.
“Occorre poi dare spazio alla vita sociale dei giovani”, aggiunge Alemanno rivolgendo l’invito al ministro per le politiche giovanili Giorgia Meloni di portare avanti la proposta di legge sulle comunità giovanili. “Spazi socioculturali al di fuori delle ideologie e delle logiche commerciali”. “Infine, la città deve offrire la possibilità di lavoro ai giovani – ricorda il sindaco capitolino – anche studenti, coinvolgendoli nei servizi alla persona, ambientali. Anche part-time, non per incrementare il precariato ma per abituare i giovani ad avere uno spazio di lavoro garantito, retribuito e non sfruttato”.
Emanuela Micucci
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