Home ATTUALITÀ Flaminia, a monte delle Grotte una ciclabile bella ma misteriosa

Flaminia, a monte delle Grotte una ciclabile bella ma misteriosa

Flaminia ciclabile Monte delle Grotte
Galvanica Bruni

Per essere bella è bella. Anzi, con i suoi rossi e gialli accesi è bellissima e sicuramente è la più bella pista ciclabile di Roma. Tanto bella quanto misteriosa perché nasce e muore nel nulla.

Dove? Al monte delle Grotte, la grande collina di tufo in via Flaminia Nuova, all’altezza del civico 834, di fronte al Centro Euclide.

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Cerchiamo però di fare un po’ di chiarezza su questa vicenda. Tanti anni fa, la Cooperativa Quarto Peperino  come “compensazione” per alcune opere di edilizia residenziale avrebbe dovuto realizzare nell’area di Via Quarto Peperino-Valle della Crescenza alcune opere a favore della cittadinanza: una pista ciclabile e un parco pubblico in Via Quarto Peperino e una seconda ciclabile a Monte delle Grotte, sulla Flaminia.

La pista di Via Quarto Peperino dopo lunghissima gestazione è stata completata; il parco pubblico, nonostante recinzione e cancelli, non è mai stato aperto. Più complessa la faccenda della seconda pista ciclabile che forse avrebbe dovuto mettere in collegamento la Crescenza con la pista che corre lungo il Tevere.

Iniziati i lavori nel 2020, nel gennaio del 2021 sono stati sospesi a causa della caduta di alcuni blocchi di tufo dalla cima del Monte delle Grotte; bloccata e recintata l’area, tutto si è fermato.

Sempre nel 2021 l’Assessore capitolino alle Infrastrutture della Giunta Raggi, Linda Meleo, dichiarava: “…sarà necessario progettare e realizzare, dopo previa autorizzazione della Soprintendenza Archeologica, un intervento definitivo di messa in sicurezza del costone roccioso, anche per la presenza di cavità di origine antropica, di pini sottoposti a vincolo e di tombe antiche scavate all’interno del blocco tufaceo”.

Gli anni sono passati e di interventi di messa in sicurezza, se ci sono stati, non sembra essercene traccia mentre le grotte (abitate fin dalla preistoria) sono state vandalizzate e i pini “sottoposti a vincolo” ne sono rimasti solo sei di una dozzina.

In compenso la pista ciclabile che dal campeggio sulla Via Flaminia conduce al Monte delle Grotte recentemente è stata quasi ultimata e oggi è sfavillante con quel suo rosso acceso contornato da barriere gialle.  La pista ha inizio dall’area degradata e in totale stato di abbandono (dove c’è un albergo oramai in disuso) della Flaminia e sale sulla cima dello sperone tufaceo per poi, dopo una mezza circonferenza, ritornare al punto di partenza.

Certo il panorama che si vede dall’alto di Monte delle Grotte è a dir poco stupefacente e costituirà senz’altro un grande richiamo per ciclisti e non (la pista è una ciclo-pedonale) peccato che siano solo un migliaio di metri che nascono e muoiono nel nulla.

Difficile se non impossibile (dal momento che non esistono tabelle esplicative) dire cosa riserva il futuro; forse la pista, passando accanto agli edifici della Papillo e alla Tomba dei Nasoni raggiungerà in futuro la pista sull’argine del Tevere? Certo, se la mondezza è tanta lo spazio è davvero poco. D’altra parte, alternative non ce ne sono dal momento che non esiste ulteriore sbocco.

Chi lo sa, forse nella mente dei progettisti si è voluta dare l’opportunità a chi percorre la ciclabile diretto a Labaro di andare a vedere il bel panorama dal Monte delle Grotte.

Non resta che aspettare… anche se in merito al tempo necessario per realizzare queste “opere di compensazione” c’è da chiedersi se tutti questi anni siano compatibili con gli accordi presi in un lontanissimo passato.

Francesco Gargaglia

 

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