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Atletica, due settimane agli Europei

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Galvanica Bruni

A grandi passi verso i campionati europei di atletica leggera, che tornano a Roma cinquant’anni dopo l’edizione del 1974 (che si disputarono sempre nella capitale) e novant’anni dopo la prima edizione, che si disputò a Torino nel ’34.

Ventiquattro le specialità, 147 le medaglie in palio e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino molte potrebbero essere appannaggio della nazionale italiana. Che si presenta ai nastri di partenza con i campioni olimpici in carica Jackobs, Tamberi, Desalu, Patta e Tortu e una schiera di giovani in grande crescita, nota più che mai degna di nota al solo pensiero che qualche settimana dopo andrà in scena l’Olimpiade, in programma a Parigi.

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Non sono atleti azzurri, il tartan (e la sabbia) dell’Olimpico vedranno in gara atleti di caratura mondiale. Come l’ucraina Yaroslava Mahuchikh, regina del salto in alto, o la lunghista serba Ivana Spanovic, che troverà in gara l’azzurra Larissa Iapichino, altra speranza italiana, o l’ostacolista olandese Femke Bol; e ancora il mezzofondista finlandese Jakob Ingebrigtsen, l’ostacolista norvegese Karsten Warholm, l’astista svedese Armand Duplantis.

Una schiera di campioni che si presenta a Roma per confermare l’alloro europeo conquistato due anni fa a Monaco di Baviera e che nel contempo si mette in discussione (si fa per dire) alla vigilia della competizione a cinque cerchi.

E’ la venticinquesima edizione della rassegna continentale, fino a oggi l’Italia ha conquistato centoquaranta medaglie (44 ori, 45 argenti e 51 bronzi). Il più medagliato? Beh… non ci vuole molto, il primo nome che viene in mente è quello buono, Pietro Mennea tre medaglie d’oro, due d’argento e una di bronzo.

Leonardo Morelli

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