In una Città eterna dove non si ringrazia neanche chi trova un portafoglio e lo restituisce al legittimo proprietario, c’è chi comunque la parola “grazie” sa ancora profferirla, seppur “mugugnandola” o “squittendola”.
Sono i cinghiali che scendono a valle e i topi che sbucano dalle fogne, che trovano pane per i loro denti. E, a dirla tutta, non solo pane, ma anche carne, brodo vegetale e pasta scotta.
Ce ne siamo accorti mentre scattavamo questa foto, l’olezzo saliva alto, e altro che i profumi della cucina romana, dell’abbacchio alla scottadito farcito da foglie d’alloro, altro che delicato aroma d’un ossobuco. Altro che tradizioni romanesche.
Per la cronaca, il cassonetto in questione ne ha viste di tutti i colori, prima è stato dato alle fiamme; poi, dopo che qualche cittadino di buona coscienza s’è industriato per smorzarle, eccolo riempito ogni giorno delle prelibatezze del rifiuto.
Forse, per perfezionare lo scempio, sarebbe il caso di apporre un cartello per ungulati e sorci: “Scusateci se non abbiamo fatto la differenziata”. Del resto, è Natale anche per gli animali, perché lasciarli a stecchetto?
Massimiliano Morelli
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