Home ATTUALITÀ Urologo si finge nipote di Mattarella per essere assunto dal Gemelli

Urologo si finge nipote di Mattarella per essere assunto dal Gemelli

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Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Una Repubblica fondata sulla raccomandazione. Al punto da investire lo stesso Quirinale. Potrebbe essere la trama di un film di Totò; invece è ciò che è realmente accaduto.

Il protagonista non è un venditore di fumo, bensì uno stimato professionista – urologo – desideroso di fare il salto di qualità. E di concludere la carriera al Policlinico Gemelli.

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Per approdare nell’ospedale romano era necessaria una “spintarella”. Non avendola a disposizione, l’ha fabbricata. Malamente. Il piano prevedeva una raffica di chiamate direttamente sui cellulari dei vertici dell’ospedale, a nome del “nipote” di Sergio Mattarella.

Il “luminare” appena sbarcato in Italia dagli Stati Uniti, non si limitava a spacciare una inesistente parentela con il Capo dello Stato. Ma presentava un curriculum abbondantemente ritoccato con successi professionali e accademici, master, pubblicazioni. Conquistati soprattutto negli stati Uniti. Dalla California all’Oregon. Allegata, una lettera di raccomandazione su carta intestata della presidenza della Repubblica e firmata da Sergio Mattarella.

L’assedio inizialmente sembrava aver dato risultati perché il 56enne urologo con l’ambizione di lavorare al Gemelli riusciva ad ottenere un colloquio con i dirigenti del Policlinico. Sembrava fatta. Ma il millantatore ha esagerato ed ha fatto seguire all’accerchiamento  cartaceo una telefonata.

Doveva essere il colpo da maestro ma è stato l’inciampo che lo ha fatto scoprire. La telefonata del sedicente presidente della Repubblica è arrivata sui cellulari dello staff di comando del Gemelli.  Non ad un solo dirigente, ma a più d’uno. A quel punto il piano dell’urologo non ha retto alla controprova.

E’ bastato che i destinatari delle telefonate dal Quirinale  parlassero tra loro perché qualche sospetto cominciasse a fare capolino. Anche perché tutte quelle pressioni stridevano con il carattere riservato del capo dello stato. A quel punto dal Gemelli è partita la telefonata diretta al Quirinale. Una telefonata di verifica. Che ha trovato gli interlocutori del tutto sorpresi. Non c’era alcun nipote urologo in casa Mattarella nè il Presidente si era mai sognato di chiamare o scrivere per sollecitare assunzioni.

L’ospedale si scusa e fa partire la denuncia. Il caso adesso è nelle mani dei pm Francesco Gualtieri e Giulia Guccione che hanno aperto un fascicolo per sostituzione di persona e falso a carico del’urologo che ha sempre chiamato dal suo cellulare personale, consentendo una facile identificazione.

Più’ che Totò la storia sembra tratta dalle disavventure del rag. Fantozzi.

Rossana Livolsi

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