La vittoria di Francesco Rocca è stata schiacciante anche a Roma Nord: 57,5% contro il 33,6% di Alessio D’Amato e il 7,5% di Donatella Bianchi. Schiacciante il risultato di Fratelli d’Italia che vola sempre più in alto.
Ma a ben guardare i voti di lista, confrontando i risultati con quelli delle amministrative del 2021 (impossibile farlo con le politiche del 2022 organizzate per collegi elettorali che non rispecchiano in toto la suddivisione di Roma in municipi) si rilevano significative oscillazioni di voti in libertà da un partito all’altro.
Tornando indietro dunque a ottobre del 2021 vediamo come si è spostato l’elettorato del XV per quanto attiene ai partiti col maggior consenso.
Fratelli d’Italia
Nel 2021 fu la prima forza politica del XV Municipio con un tondo 20% (+6 punti percentuali rispetto al 2016). Nel 2023 ha rafforzato la sua posizione: sempre primo partito, ma sparigliando lo scenario con un eclatante 36,1%.
Partito Democratico
nel 2021 prese il 16,8% posizionandosi come terza forza politica. Nel 2023 rimane sostanzialmente stabile attestandosi al 17,6% ma diventando il secondo partito del XV
Lega
Nel 2021 prese l’11,3%. Fu la quarta forza politica del Municipio XV. Nel 2023 si ferma al 9,2% ma sale di una posizione diventando il terzo partito.
Forza Italia
Nel 2021 raccolse il 6,3% (posizionandosi come quinta forza politica del Municipio). Nel 2023 è cresciuta di 1,2 punti attestandosi a 7,5% e salendo di un gradino: oggi è il quarto partito del XV.
Calenda-Azione-Italia Viva
Con il 18,8%, nel 2021 si aggiudicò quasi inaspettatamente la seconda posizione. Crolla invece nel 2023, perde un gran pezzo dell’elettorato, cala al 7,0% e diventa il quinto partito
Movimento 5 Stelle
Nel 2021 prese il 5,2% piazzandosi al sesto posto. Ieri ha guadagnato un pizzico di voti in più arrivando al 6,0% ma restando il sesto partito del XV.
L’astensionimo
E poi c’è il vincitore assoluto di ogni tornata elettorale, quello che nel primo turno del 2021 tenne a casa il 54,5% degli elettori, che al secondo, il ballottaggio, diventarono il 62,1% fino a raggiungere quota 69 e passa percento nei giorni scorsi.
Nel Municipio XV sette elettori su dieci il 12 e 13 febbraio 2023 sono rimasti a casa. Significherà qualcosa?
Regionali, nel Lazio vincono Rocca e il partito dell’astensionismo
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Significa quello che ha sempre significato ovvero che gli italiani non si sentono più rappresentati dai partiti, lontani anni luce (primo fra tutti il PD) dalle esigenze e necessità degli italiani . Significa anche che, dal momento che chi governa lo fa con uno striminzito 15%, la democrazia “non esiste” (conti alla mano).
Se cominciassimo a togliere RDC, assegni sociali, assegni familiari e altro a chi dimostra di non votare, vedremo la corsa ai seggi! I non votanti non possono avere benefici soltanto da coloro che votano! Dovrebbero votare tutti e non soltanto lamentarsi e rimanere a casa in attesa che altri lavorino per loro! La politica non sta dando buone indicazione, ma anche i cittadini se ne fregano! L’INPS potrebbe raccogliere dati dal Viminale e chi risulta che non vota da almeno due elezioni perda il diritto dei benefici.
Lei, Casimiro, invece di domandarsi il.perche gli italiani non votano ci racconta ‘sta barzelletta!
Vada a farsi un giro in periferia, nelle borgate, nei quartieri popolari e magari capirà…..che razza di democrazia è quella che produce 5.000.000 di poveri il 10% della popolazione….che razza di democrazia è quella che da 1.000.000 di euro del contribuente a Fazio e mezzo milione ad Amadeus mentre la gente non compra medice, non accende il risldamento, non mangia perché vive con pensioni da 500 euro…..
Questa democrazia è morta e defunta e a dimostrarlo sono il 70% dei votanti che restano a casa…
A parte Fazio ed Amadeus ci sono centinaia di “personaggi” assolutamente impreparati, anche in italiano, e quindi non formativi per la nostra gioventù che vengono retribuiti per riempire gli schermi di chiacchiere con concetti e notizie ripetuti più e più volte anche nella stessa rete. A volte con versioni diverse a seconda del personaggio che le pronuncia. Detto questo chi non vuole dare il suo consenso a nessuno dei candidati non ha che andare a votare e lasciare scheda bianca.
Non ci siamo capiti! Chi vota “scheda bianca” e’ perché magari non si riconosce in una lista…chi non ci va è invece schifato da questo sistema ingiusto e non rappresentativo.
Un grande poeta, economista e nemico giurato degli usurai paragono’ la democrazia ad un grande e bel supermercato dove tutti solo LIBERI di entrare ma solo chi ha i soldi può comperare…. la nostra democrazia è proprio così! Come la nostra Europa di burocrati senza anima e banche usuraie…..Ecco perché la gente la schifa e non vota!