
All’imbocco della Cassia Bis, dopo che era stato una quarantina di minuti in fila cercando di incanalarsi nel traffico, l’autista di un camion ha inavvertitamente lambito un’auto che procedeva a passo di lumaca al suo fianco.
Il doppio colpo di pedale sul freno non l’ha aiutato a inchiodare il bisonte della strada e il parafango posteriore destro del suv guidato da una signora (che è andata subito su tutte le furie dopo il crash) è diventato poltiglia.
Così, bloccato l’unico accesso alla strada che porta nella Tuscia, s’è innescata una sinfonia di musica da clacson che ha fatto da ouverture e nel contempo sottofondo alla furibonda litigata fra la signora e l’autista.
Il giorno prima stessa tiritera, identico traffico e tempi persi in fotocopia, bruciate le frizioni di una Fiat 500 e di una Renault Clio, vuoi perché magari erano usurate e vuoi perché il “frizione-prima-frena-frizione” ha aggravato la meccanica delle due auto.
Altro caos, fila che s’allunga, gente che dimentica la fede cristiana dimostrando di conoscere tutti i santi del calendario e rabbia che s’accumula. E che prima o poi verrà sfogata chissà su chi…
Uno qualche notte fa è rimasto senza benzina proprio lì, in quella strettoia, e s’è creata la fila pure all’una di notte, basta poco per ingrossare il traffico, pure se a sorvegliare la strada c’è la luna.
Ormai i romani ci hanno fatto il callo a certa noncuranza nei confronti del cittadino che mentre staziona su quel fazzoletto di strada, pur avendo letto che questi lavori finiranno il 23 settembre, comincia a pensare seriamente che stavano meglio gli antichi romani. Con le bighe a Viterbo ci si arrivava prima.
Massimiliano Morelli
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