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    Cenare con le mani sporche, ora si può

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    Sfiora l’irrealtà quel che stiamo riscontrando con l’allarme siccità, e mentre arriva l’ordinanza della Regione in stile “siate parsimoniosi”, Acea risponde con un “no problem”. E io che pensavo… “dopo pandemia e guerra che potrà succedere?”.

    Spremendo le meningi potevo immaginare al massimo che sarebbe arrivata l’invasione delle cavallette (che comunque in Sardegna c’è stata) e invece ci troviamo a ragionare sull’acqua che manca.

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    E adesso ci preoccupiamo perfino per il Tevere, l’altro giorno uno che ha gettato da ponte Mollo una bottiglietta che (comunque) non c’erano cestini manco a pagarli oro l’ho sentito dire “ahò, sto fiume sta in secca, dovemo da fa quarcosa”. E l’amico, di rimando: “Si, ma er Po sta peggio, ar nord è un casino”.

    Romanità spicciola a parte, abbiamo letto proprio oggi di quel personaggio pubblico che non tira lo sciacquone ogni volta che va al bagno per risparmiare acqua; e che si cambia le mutande ogni due, tre giorni. Beh, io non so voi – e sicuramente lo strano sono io – ma se, specie d’estate, non mi cambiassi i boxer due volte al giorno, mi sentirei proprio male.

    Ognuno tira fuori dal cilindro la “sua” soluzione, le massaie raddoppiano i chili di indumenti nella lavatrice così da diminuire le messe in moto e ho saputo pure di una signora che i piatti adesso li pulisce con lo scottex. Dice che “fa prima”.

    Fortunati i ragazzini, adesso il cerume nelle orecchie resta nei padiglioni auricolari senza timore di prendere uno scappellotto e i talloni neri se visti da una certa angolazione possono perfino somigliare a quei tatuaggi “che mamma e papà non mi fanno fare”.

    E – storico come la medaglia d’oro di Ceccon al Mondiale di nuoto – si smarrisce nel tempo perfino la frase “se non ti lavi le mani, stasera non ceni”. 

    Massimiliano Morelli

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    1 commento

    1. La butto là: n7n è che se potrebbe con l’occasione dragare il Tevere per eliminare un po’ de mondezzai e pure un po’ di vegetazione ?

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