Da giorni circola l’ipotesi che la RAI sarebbe pronta ad ampliare il Centro di Saxa Ruba con altri immobili per 22mila metri quadri da costruire in un terreno di proprietà, attualmente incolto e inutilizzato da anni, confinante le attuali palazzine.
Nel nuovo insediamento dovrebbero trasferirsi le 1324 persone che attualmente lavorano nella sede di piazza Mazzini, sede che verrebbe messa in vendita in quanto necessita di bonifica a causa amianto. Il costo dell’operazione è di novanta milioni, troppo per le casse dell’Azienda che sta studiando quindi di cedere il palazzo e spostare tutti gli uffici nel centro di produzione di Saxa Rubra.
A divulgare la notizia, alcuni giorni fa, è stata La Repubblica citando un documento interno della RAI, “un documento riservato – scrive il quotidiano romano – che delinea la strategia della televisione di Stato sui suoi immobili (di cui 12 solo nella Capitale)” e che “l”idea è di trasferire i 1.324 dipendenti della sede storica a Saxa Rubra. Qui l’emittente potrebbe costruire nuovi edifici per 22 mila metri quadri in un terreno di proprietà, inutilizzato da anni“.
Nei giorni successivi La RAI ha diffuso un comunicato sostenendo che “nessuna decisione è stata presa dal Consiglio di Amministrazione in merito al prossimo Piano Immobiliare che delineerà i nuovi investimenti dell’Azienda per gli anni a venire. Anche la valorizzazione dell’immobile di viale Mazzini rientrerà in questo piano e il CdA deve ancora valutare le possibili ipotesi a riguardo“. Dunque né una conferma né una smentita.
19 ettari di tecnologia
Il centro di produzione RAI già oggi occupa una superficie di circa 19 ettari, altri 2,2 andrebbero quindi ad aggiungersi facendo diventare la cittadella dell’informazione una realtà ancora più consistente sul territorio del Municipio XV, di cui è “ospite non pagante“.
Una definizione questa coniata da Vincenzo Pira, sociologo e antropologo residente a Labaro, sostenendo che “La RAI usa il territorio del XV Municipio ma non ha mai avuto un ruolo propositivo a livello di promozione dello sviluppo locale e di miglioramento sociale e culturale dello stesso“. Affermazioni datate otto anni fa, ma sempre attuali.
Risale infatti al maggio del 2014 la lettera aperta che Pira inviò ad Anna Maria Tarantola, allora Presidente RAI, per chiedere “se la RAI, la più grande impresa culturale dell’Italia, abbia doveri verso il territorio che la ospita o se ne deve solo usufruire da estranea […] La RAI, usa il territorio ma non ha mai avuto un ruolo propositivo a livello di promozione dello sviluppo locale e di miglioramento sociale e culturale di ciò che la circonda […]”
Pira propose una serie di iniziative molto interessanti sfidando la top manager RAI a “interloquire con le autorità locali e cittadine per progettare quanto possa essere utile a togliere dal degrado l’area in cui la RAI vive e lavora“. Proposte rimaste tutte nel cassetto.
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Io non so se la RAI avrebbe dovuto fare quanto proposto dal Prof. Pira ma so che siamo davanti all’ennesima follia. Di quell’area ce ne siamo occupati numerose volte proponendo la trasformazione di quei terreni in un parco fluviale. Ora vogliono cementarlo come se non fosse sufficiente quello che avviene a Via di Grottarossa dove si costruisce a più non posso (sullo sky- line si vedono solo gru!!!!!). Siamo il paese in Europa che consuma più territorio; siamo la regione che cementifica di più…davanti ad un simile scempio aggravato dal riscaldamento globale invece di salvaguardare ogni centimetro di territorio vogliamo costruire ancora!!
Ma che siamo completamente fuori di testa? Cosa vogliamo lasciare a figli e nipoti un territorio devastato dall’edificazione e dal degrado?
Spero che non si faccia e quell’area abbandonata diventi “il parco del Tevere”. Se così non sarà i cittadini dovranno arrabbiarsi…ma arrabbiarsi molto!!!
Girando spesso per tutta Roma, area urbana, periferia e suburbi, vedo ovunque milioni di metri cubi finiti ma invenduti ma anche moltissimi edifici in via di completamento ma fermi da anni. Vi sono inoltra moltissime “vecchie” cubature abbandonate ed inutilizzate. Mi domando quindi se serva la creazione di nuovi edifici. Circa la RAI mi sembra un discorso quanto meno egoistico quello di vendere l’edificio di Viale Mazzini perché ne è antieconomica la bonifica dell’amianto,scaricando il problema su un altro quartiere e su altra viabilità. Spero che il XV°, e tutti noi, si adoperi per fermare l’opera.
Diciamo che il terreno è loro
Anche lo storico immobile di piazza Mazzini diciamo come se lo fosse
Diciamo che il terreno in oggetto è attualmente abbandonato ed incolto
Diciamo anche che l’accentramento di una azienda è sicuramente un fatto positivo anche perché “sposterebbe” 1300 persone dal centro di Roma a fuori ; un fuori che inoltre è provvisto di ferrovia e parcheggio
Diciamo che è loro ma diciamo anche che il loro in realtà è nostro essendo una struttura governativa , in ogni caso
Questa non dovrebbe essere una operazione edilizia fine a sé stessa o a scopo di lucro ma una razionalizzazione dell’organizzazione aziendale e francamente ci vedo poco di assolutamente negativo
Poi sul fatto che a Fazio &C darei una vanga invece che 2milioni anno , d’accordo
Ho l’impressione che quando qualcuno proponga qualcosa spunta il solito fronte del no a prescindere
Se proprio vogliamo creare un parco fluviale perché non prendere in considerazione l’area che parte da Tor di quinto fino alla Salaria ? eliminando il campo nomadi abbandonato (?) e quelli sciagurati sfascia carrozze che deturpano ed inquinano le rive del Tevere ?
Vincenzo Pira potrebbe comunque dire la sua , avendo numerose conoscenze nella Rai considerata l’occupazione invasiva delle poltrone dirigenziali e non da parte del PD in questa azienda
Come non essere d’accordo sulla razionalizzazione….il fatto e’ che la RAI, ente pubblico in preda alla lottizazione politica e che pretende dai cittadini un canone per un servizio che altri offrono gratuitamente, non e’ certo nota per le sue economie di bilancio; basterebbe pensare ai compensi o al fatto che tutti i servizi sono nelle mani di “dinosauri” che impediscono il ricambio generazionale. Da quanto so i terreni sulla Flaninia dovevano servire per spostare tutta la RAI a Saxa Rubra, operazione non andata in porto per i vincoli pre-esistenti. Ma se esistevano questi vincoli perché acquistare i terreni e poi lasciarli inutilizzati per decenni?
Quanto al “Parco del Tevere” e’ solo una mia idea…..