Pomeriggio di mercoledì 4 maggio 2022, Ponte Milvio. Giuseppe Signori, detto Beppe, è un grande campione che non ha bisogno di presentazioni. Oggi però è lui in persona a raccontare la sua storia, presentando il suo libro “Fuorigioco” (edizioni Sperling&Kupfer) all’interno di Libri&Bar Pallotta per una puntata della trasmissione “I libri di Sonia” condotta da Sonia Bruganelli.
Sono in tanti ad assistere nella sala del bar Pallotta: tifosi, curiosi, bambini, appassionati, anche se non si parla di solo calcio e della luminosa carriera del Bomber, bensì delle vicende giudiziarie descritte nel libro.
Tutto comincia “quel maledetto 1o giugno 2011”: Signori aveva appena ottenuto il patentino da allenatore e come racconta lui stesso nel libro, “attendeva fiducioso la chiamata di una squadra per iniziare una nuova carriera, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo da ormai cinque anni”.
Mentre si trova in treno, riceve una telefonata da sua moglie Tina, agitata e in lacrime, che lo informa di una visita della polizia. Incredulo e confuso, da ciò che sembra uno scherzo assurdo, scopre su internet di essere oggetto di un mandato di arresto per accuse inerenti al calcio scommesse e “come in un film”, aggiunge, “viene catapultato in un incubo”. Seguono 12 giorni di arresti domiciliari e un interrogatorio col PM di pochi minuti: per lui, il Bomber è colpevole.
Alla fine degli arresti domiciliari, il campione è preso dallo sconforto e non ha più voglia di uscire per mesi. Racconta della forza che gli ha dato sua moglie, per combattere e dimostrare la sua totale estraneità ai fatti: “Voglio andare avanti per togliere quel grigio su di me”.
Pur avendo sempre dichiarato il suo piacere per le scommesse (legali), non aveva nulla a che fare con l’organizzazione indagata dalla procura di Cremona. Signori voleva dimostrare la sua innocenza ed è stato prosciolto, dopo 10 anni: “Il goal più bello è stata l’assoluzione”.
Prosegue raccontando del perché ha voluto scrivere il libro che narra queste vicende giudiziarie. “L’ho fatto per dire la mia e dar voce alle migliaia di persone comuni, indagate per errori giudiziari, che hanno visto andare in pezzi le loro vite senza avere la possibilità di dire la loro, una volta prosciolti. Da Bomber a mostro”, aggiunge Signori; quel che l’ha fatto soffrire, è stato il non poter proteggere i suoi figli dalle conseguenze derivate dalle accuse mediatiche rivolte al loro papà.
“Parliamo di Zdeněk Zeman” gli dice Sonia Bruganelli e lui inizia citando il suo primo incontro con l’allenatore, quando lo salutò con un “Ciao Bomber!”, che lo sorprese. “E’ stata una fortuna incontrare Zeman: mi ha insegnato a giocare a calcio. Mi ha cambiato la carriera, da centrocampista ad attaccante”; aggiunge ancora che “con Zeman ho smesso di giocare a pallone e ho cominciato giocare a calcio”.
Mentre termina l’intervista arriva Paolo Bonolis, che lo saluta ”Ciao campione!”. L’incontro si chiude con un gioco, una birra, risate e consigli per i più giovani da parte di Signori: “Bisogna fare sacrifici: devi studiare, giocare…soprattutto quando sei giovane. Quindi, la testa è tutto ed è più importante della forma fisica”.
Giuliana Pallotta
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