Se ne è andata ieri nonna Carmela, la nonnina di Cesano che ad aprile avrebbe compiuto 103 anni e che nella sua lunga vita non ha perso neanche un giorno, neanche un momento che non fosse dedicato alla sua famiglia e ai suoi affetti più cari.
Una donna coraggiosa che in nome dell’amore ha costruito tutto, legami forti che grazie alla sua tenacia non si sono mai sciolti, audacia, che non le è mai mancata, rispetto e cura verso chiunque abbia incontrato sulla sua strada.
E poi i suoi figli e i suoi nipoti, porto sicuro da cui partire e verso il quale tornare sempre, un nido da custodire e raccogliere intorno a lunghe tavolate nei giorni di festa, generazioni a cui tramandare tradizione e storia.
Questa era nonna Carmela, nata nell’entroterra siciliano, nella sua Calascibetta, in provincia di Enna, da dove dopo aver viaggiato per anni, aveva portato con sé, quasi a volergli lasciare un angolino nella valigia, gli odori e i sapori di quelle terre.
Solo lei in famiglia, e poi la sua adorata nuora, sapeva cucinare il cous cous come da tradizione; per lei il cibo era convivialità e condivisione, cucinare per la sua famiglia era da sempre la sua passione, mangiare insieme significava continuare a costruire legami forti che sarebbero durati una vita.
Nonna Carmela era la ragazza che si era innamorata dell’uomo della sua vita, nonno Umberto, da una finestra della sua casa siciliana, e poi aveva curato questo amore con una lunga corrispondenza epistolare mentre il suo amato era partito militare.
Era la donna che insieme al marito, tornato dalla guerra e scontata una lunga prigionia, aveva tirato su la loro casa a Tripoli dove poi erano nati i loro tre figli; la stessa donna che negli anni 70, con la sua famiglia era dovuta rientrare in Italia, aveva preso il diploma di quinta elementare e poi aveva ripreso a lavorare.
“Lavoravo alle Poste e facevo avanti e indietro con Roma perché vivevamo lì. Ho fatto tanti mestieri nella mia vita, c’era bisogno di aiutare la famiglia. Quando eravamo ancora a Calascibetta, da ragazzina, facevo la bambinaia ad una famiglia di un possidente del paese, poi aiutavo mio papà nei campi, facevo la contadina. Ma soprattutto sono stata e sono tutt’ora una grande sarta. Cucivo camicie e pantaloni, e quando ero a Tripoli facevo a mano le divise dei netturbini”- aveva raccontato due anni fa alla nostra redazione, quando l’avevamo incontrata per festeggiare i suoi 101 anni.
L’appuntamento con nonna Carmela per VignaClaraBlog.it era ormai fisso, sempre su skype, per via della pandemia, sempre supportata dai suoi adorati nipoti Danilo e Martina, che ai tempi del Covid avevano imparato anche a farle la messa in piega, perché per nonna Carmela, che vista l’età era già abituata a stare in casa, durante il lockdown l’unica grande preoccupazione era diventata non poter andare al supermercato a dal parrucchiere “per stare comunque in ordine”.
Nonna Carmela ci aveva insegnato che la gioia per le piccole cose, come la panna sui dolci di cui andava ghiotta, poteva davvero andare a braccetto con i valori grandi e importanti che ogni donna e ogni uomo dovrebbero avere nella vita; ci aveva confidato che la regola principale per vivere a lungo e in forma come lei era solo la cura, l’attenzione e l’amore in tutto quello che si fa. Seguiremo ancora il suo consiglio, ricordandola con i suoi grandi occhi vispi.
Ludovica Panzerotto
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