Home CRONACA Morte Maddalena Urbani, alla sbarra il pusher di via Vibio Mariano

Morte Maddalena Urbani, alla sbarra il pusher di via Vibio Mariano

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Galvanica Bruni

Al via da questa mattina il processo nei confronti di Abdulaziz Rajab, il pusher siriano accusato di omicidio volontario con dolo eventuale in concorso con Kaoula El Haouzi per la morte di Maddalena Urbani, deceduta lo scorso 27 marzo nell’abitazione dell’uomo, in via Vibio Mariano, zona Tomba di Nerone, sulla Cassia.

Maddalena era figlia di Carlo Urbani, medico e microbiologo nato nel 1956 in provincia di Ancona e morto a Bangkok nel marzo del 2003, noto per esser stato il primo a identificare e classificare la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome, Sindrome Respiratoria Acuta Grave) o “polmonite atipica”, la malattia al centro dell’epidemia esplosa in Estremo Oriente tra il 2002 e 2003 che provocò 774 vittime accertate, tra cui lui stesso.

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Al processo nei riguardi del pusher si è arrivati dopo che la Procura di Roma ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Secondo l’accusa, Maddalena morì a causa di un mix di droghe e medicine che stando alla ricostruzione degli inquirenti vennero assunte nell’abitazione del siriano nella notte fra il 26 e il 27 marzo del 2021.

La ragazza poteva però essere salvata se anziché chiamare presunti medici che le iniettarono naloxone o le fecero massaggi cardiaci ma che in realtà sarebbero stati solo pusher o amici del pusher, fosse stato chiesto subito aiuto al 118. In quelle ore accadde infatti di tutto intorno a Maddalena. La ricostruzione è nel nostro precedente articolo, leggi qui.

Ricostruzione confermata dal capo d’imputazione, a carico del siriano e della ragazza, che questa mattina, in apertura di udienza, è stato letto in aula: “In concorso tra loro, cagionavano il decesso di Maddalena Urbani (…) con le condotte consistite nell’omettere di far pervenire tempestivi e adeguati soccorsi sanitari, che avrebbero consentito di evitare l’evento letale, nonostante che la sintomatologia di intossicazione e comunque di severo malessere si fossero manifestate già nelle ore serali del giorno precedente, mentre la Urbani si trovava presso l’abitazione di Rajab insieme all’amica El Haouzi, con cui vi si era recata partendo da Perugia”.

All’udienza di oggi si sono costituiti parte civile la madre e il fratello della vittima, rappresentati dall’avvocato Giorgio Beni.  La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 5 aprile. In quella sede saranno sentiti consulenti tecnici e gli amici del siriano che arrivati nell’appartamento tentarono di rianimare la giovane.

Il pusher siriano è attualmente detenuto mentre a El Haouzi è stato revocato l’obbligo di dimora ed è tornata in libertà  L’uomo, difeso dall’avvocato Andrea Palmiero, lo scorso ottobre era stato infatti condannato a 2 anni e 8 mesi in rito abbreviato per detenzione di droga finalizzata allo spaccio. La vicenda era legata al ritrovamento di alcune dosi di eroina nel suo appartamento.

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