
Educazione vuole, da qualche anno a questa parte, che la notte del 31 dicembre non si gettino bottiglie, lavabi e quant’altro dalla finestra, e fin qui ci siamo.
Poco alla volta siamo riusciti a capire che quel gesto poteva andar bene nell’era del Pitecantropo e del Sinantropo, non di questi tempi, che abbiamo studiato e dovremmo essere più preparati, culturalmente parlando, e meno trogloditi perfino dell’uomo di Neanderthal.
Intelligenza chiede di non gettare in strada neanche gli avanzi del cenone, che altrimenti passeremo i primi tre giorni del 2022 a fotografare i cinghiali che pasteggiano nelle nostre strade. Non è che ce l’abbiamo con gli ungulati, ma è certo che l’asfalto, le portinerie e i parcheggi del supermercato non sono dimora consona per loro.
Cortesia, a proposito di animali, sarebbe quella di evitare i “botti”, chi ha un “peloso” in casa sa cosa significhi convivere con un cane o un gatto che corre in ogni angolo dell’appartamento per la paura.
Capodanno ci aspetta con le solite disperate attese di una quotidianità futura, serena e senza patemi d’animo, fra lazzi e cotillon, cantilene da trenino umano e lenticchie, simbolo di prosperità, anche se c’è gente che s’abbuffa a quattro ganasce e poi finisce puntualmente in bolletta.
Capodanno ci farà dimenticare per un attimo tragedie e virus, oroscopi sballati e discussioni da traffico. Poi, ci si rimboccherà le maniche, per ripartire.
Garbo, infine, sarebbe quello di aiutarsi a vicenda. Ma qui ci sarebbe da far impazzire Freud, che per il mutuo soccorso ci vorranno ancora anni di studio.
Massimiliano Morelli
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