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Quel cippo dimenticato sotto Ponte Milvio

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Galvanica Bruni

A giugno del 2009, a seguito di alcuni lavori di sistemazione della banchina del Tevere, sotto Ponte Milvio, sul lato sinistro della Torretta Valadier, affiorò dal terreno un importante reperto archeologico che era rimasto per alcuni decenni sepolto sotto le erbacce e la sporcizia.

Riportato alla luce, suscitò l’interesse di storici e studiosi e venne deciso che doveva essere protetto, recintato, e messo in bella vista.

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Messo in bella vista lì, il suo posto era lì dove era sempre stato e non in un museo perchè si trattava di un piccolo lembo di storia antica che forniva preziose informazioni topografiche di ciò che doveva esserci a Ponte Milvio in età tardo repubblicana.

cippo sotto Ponte MilvioMa come sempre accade i buoni intendimenti si persero per strada e quella testimonianza secolare della Roma che fu oggi è nuovamente letteralmente sommersa dalle erbacce.

Anni addietro, gli archeologi Licia Capannolo e Andrea Venier scrissero per VignaClaraBlog.it un’accurata scheda su questo cippo (leggibile cliccando qui), scheda che prende le mosse da quando, tra il 1943 e il 1950, l’argine sulla riva destra del Tevere, a ridosso di Ponte Milvio, fu interessato da sterri per la realizzazione di un nuovo sistema di arginatura che prevedeva la costruzione di grandi muraglioni i quali avrebbero dovuto risolvere il gravoso problema dello straripamento del fiume.

Fu in quell’occasione che il cippo tornò alla luce per poi ricadere nell’oblio fino al 2009 quando, grazie ai lavori di sistemazione della banchina del Tevere, fu riportato agli albori, recintato e messo in bella vista.

Poi, come sempre accade, dopo qualche mese tornò a essere sommerso dalla sporcizia e dalle erbacce tanto che, anche oggi, a volerlo rintracciare non basterebbe neanche il GPS.

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