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Insugherata: l’amianto è ancora là

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Da molti anni documentiamo le situazioni di degrado del territorio  fatte da discariche improvvisate, campi e baracche abusive, giardini e parchi in stato di abbandono; se siamo abituati al degrado lo siamo anche alle scarse risposte delle istituzioni  e a volte all’assenza totale di interventi riparatori.

Così tornando nella Riserva dell’Insugherata per controllare se l’amianto da noi individuato il 19 marzo in Via Panattoni  era ancora là non ci siamo affatto meravigliati dall’assenza di un qualsivoglia intervento.

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Neppure il servizio mandato in onda dal TGR Lazio lo scorso 30 aprile è servito a qualcosa: l’amianto c’era e c’è ancora.

Mentre a Parigi il mondo intero si interroga sul futuro del pianeta e sui provvedimenti da adottare per scongiurare una catastrofe ambientale, mentre il venerdì, in ogni grande città, si manifesta perché i governi intervengano per ridurre plastiche e gas serra, a Roma non si è capaci di  togliere l’amianto frantumato che appesta una grande riserva naturale.

L’amianto è un minerale fibroso e cancerogeno le cui fibre sono 1300 volte più sottili di un capello e dal momento che non esiste una soglia minima di sicurezza è sempre pericolosissimo  tant’è che dal 1992 è stato messo fuori legge. Le lastre di eternit nella Riserva dell’Insugherata sono in quel luogo da anni  e la presenza di un  folto gruppo di cinghiali che ha eletto a dimora quell’area ne ha provocato l’ulteriore frantumazione.

Non si capisce cosa gli Enti preposti – nello specifico dovrebbe essere l’Ente Roma Natura – aspettino ad intervenire e rimuovere oltre all’amianto anche i tanti rifiuti presenti, compreso il cinghialetto morto che giace da qualche giorno a bordo strada probabilmente a seguito di un investimento.

Francesco Gargaglia

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