
“Sono un po’ stanchino. Credo che tornerò a casa ora”.Pronunciava queste poche parole Tom Hanks in “Forrest Gump” nella scena in cui, dopo aver corso per tutti gli Stati Uniti ininterrottamente per tre anni, due mesi, quattordici giorni e sedici ore, con la barba lunga, i capelli incolti e il cappellino calato sulla fronte, decideva di tornare a casa.
Il Forrest Gump di Roma Nord
Anche a Roma Nord esiste un Forrest Gump, e proprio come quello del film, non si ferma mai. Lavora ore e ore sul ciglio della strada, non corre ma cammina, lavora e cammina, instancabilmente ogni giorno.
Con la schiena curva, armato di carriola e pochi attrezzi per il giardinaggio, toglie erbacce e rifiuti dai marciapiedi, cura piante e alberi, tiene ordinato e pulito il verde del tratto della Cassia che va da La Storta a La Giustiniana. Dall’alba al tramonto, poi quando è sera va a riposare.
Si chiama Marìn e viene dalla Romania. Rimasto vedovo e allontanato dai suoi fratelli dopo aver iniziato un lavoro di pulizie nel suo paese, più di dieci anni fa arriva in Italia in cerca di fortuna, ed è proprio il caso di dirlo, alla fine è lui a diventare la fortuna di molti.
Come il vero Forrest Gump anche Marìn indossa sempre un cappello e una giacca lunga, ha barba e capelli incolti e bianchi e ogni giorno, che piova o ci sia il sole, che faccia freddo o tanto caldo, al sorgere del sole Marìn esce dal suo piccolo alloggio e si incammina.
Procede per zone e lavora fino a sera, sempre da solo, sempre in silenzio, in tutto questo tempo si è preso cura di un tratto di Cassia lungo quasi dieci chilometri. Sceglie un’area e inizia a lavorare e fino a che non è tutto pulito non si sposta. Terminato un tratto, ne comincia un altro.
La missione di Marìn
“Nonostante siano passati molti anni Marìn è rimasto sempre lo stesso. E’ un uomo buono, silenzioso, vuole solo lavorare, tenere pulito il quartiere è la sua missione, e tutti noi dovremmo essergli sempre riconoscenti” – ci racconta Padre Leonardo al telefono.
E’ proprio lui che lo ospita in una roulotte che gli è stata donata anni fa e che tutt’ora è parcheggiata nel cortile della Parrocchia Beata Vergine Immacolata a La Giustiniana. “Negli ultimi anni abbiamo addirittura sottratto lo spogliatoio all’arbitro della nostra squadra di calcio per dargli un po’ più di spazio, mettendo a disposizione il bagno e le docce, ma lui sfrutta questa stanza come ripostiglio per i suoi attrezzi”.
Marìn non ama essere avvicinato, non dà confidenza e non accetta offerte in denaro, ha paura di disturbare e non capisce perché tutti gli vogliono così bene e vorrebbero aiutarlo. Cede solo all’offerta di qualche sigaretta, e al limite qualche abito o attrezzi da lavoro.
La prima volta che Vignaclarablog.it raccontò di lui era il 2015 e anche in quell’occasione avevamo scelto di rispettare la sua riservatezza e di non avvicinarlo, facendoci raccontare proprio da Padre Leonardo qualche cosa in più sulla sua storia.
A mani nude per la Cassia
L’instancabile Marìn oggi ha circa 65 anni, ma la sua pelle corrosa dalla fatica tradisce la sua vera età. Ha mani grandi segnate dal tempo e nonostante negli anni gli siano stati regalati molti attrezzi da lavoro, è solo sulle sue mani che Marìn conta.
“Preferisce lavorare a mani nude, sono quelle che gli danno la forza e gli permettono di raggiungere risultati enormi. Qualche tempo fa, il nostro comitato, con il supporto di altri residenti di zona, gli ha regalato un decespugliatore, volevamo fare qualcosa per ringraziarlo di tutto il lavoro che ogni giorno svolge nel nostro quartiere. Marìn ci ha ringraziato ma alla fine non lo usa, lo ha riposto insieme agli altri attrezzi” – racconta Francesco Petrucci, presidente del Comitato “La Giustiniana e dintorni” – “vorremmo fare ancora qualcosa per lui, visto che è solo, abbiamo pensato di organizzarci per intestargli un’assicurazione, per tutelare la sua persona da qualunque rischio. Ci stiamo informando per capire come fare, e anzi se qualcuno fosse disponibile ad aiutarci …”
Solidarietà di quartiere
Così, mentre Marìn strappa erbacce, scava, sistema reti, taglia rami e pianta, i residenti lo guardano con ammirazione e si preoccupano per lui. Quest’estate, per un periodo, la sua presenza si è fatta meno assidua, e in molti nel quartiere, si sono chiesti che fine avesse fatto, poi per fortuna è tornato.
“Non si è mai allontanato dalla zona, semplicemente faceva davvero tanto caldo anche per lui, così lavorava un po’ di meno e nel frattempo si dedicava al suo piccolo orto, un pezzo di terra vicino la chiesa dove coltiva principalmente pomodori. Così invece di camminare e lavorare sul ciglio della strada faceva ogni giorno tantissimi viaggi con le taniche d’acqua per innaffiare la terra. Marìn non può fare a meno di prendersi cura di ciò che lo circonda.” – aggiunge Padre Leonardo.
E anche stamattina Marìn era già in strada, con la sua carriola coperta da un plaid di lana, quasi a voler proteggere ciò che ha di più caro.
Ludovica Panzerotto
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Martin è solo da ammirare per la volontà e il coraggio di lavorare. Per noi romani anzi per noi italiani ci dà una lezione di mancata responsabilità e rispetto della nostra Nazione e a Roma il non rispetto delle Vie Principali: Cassia, Flaminia, Appia, Aurelia,Salaria. E poi si parla di turismo…..che bella presentazione.. Grazie a Martin.
Grazie Marin a nome di tutti gli abitanti della Giustiniana La Storta.
Anche l’Ama dovrebbe prendere esempio da lui.
Commovente esempio di uomo che sfida il sistema con gesti quotidiani di concretezza, conosciuto ed amato dalla gente che lo porta alle cronache dell’informazione locale per farlo conoscere.
Quest’uomo, Marin, merita rispetto e ci ricorda le nostre fortune che noi consideriamo normalità.
Ringraziamo il Sig. Francesco Petrucci del Comitato “La Giustiniana e dintorni” per essere stato efficace nella comunicazione per quello di cui proprio quella zona ha bisogno.
Marín è un angelo accidentalmente in carne d’uomo.