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Morto al Gemelli l’immunologo Fernando Aiuti

fernando aiuti
Galvanica Bruni

È morto all’ospedale Gemelli, dove era ricoverato da tempo, Fernando Aiuti, il famoso immunologo dell’Università di Roma. La Procura ha aperto un’inchiesta. Sembra che la causa del decesso siano state complicanze immediate di un trauma da caduta. “Aiuti è caduto dalla rampa delle scale adiacente il reparto di degenza“. Lo riferisce lo stesso ospedale romano.

Aiuti era ricoverato nel reparto di Medicina Generale del Gemelli “per il trattamento di una grave cardiopatia ischemica da cui era da tempo affetto e che lo aveva già costretto ad altri ricoveri e a trattamenti anche invasivi. Più recentemente il quadro cardiologico si era aggravato evolvendo verso un franco scompenso cardiaco, in trattamento polifarmacologico“. la Procura sta accertando l’ipotesi che Aiuti si sia tolto la vita.

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Fernando Aiuti era allergologo, immunologo, reumatologo, infettivologo, un esperto nella cura di malattie autoimmuni, connettiviti, vasculiti, asma, immunodeficienze, infezioni ricorrenti, allergie e intolleranze alimentari, vaccini.

Ma il suo contributo maggiore, la più importante eredità che ha lasciato, riguarda il suo impegno nella ricerca e nella sensibilizzazione contro l’Aids.

Nato a Urbino nel 1935, si era laureato in medicina nel 1961 all’Università La Sapienza di Roma, dove poi diventò fino al 2007 professore ordinario di Medicina Interna, direttore e docente della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica, nonchè coordinatore del Dottorato di Ricerche in Scienze delle Terapie Immunologiche.

La sua fama si deve soprattutto al suo impegno a sostegno dei malati di Aids. E’ stato Aiuti che nel 1985 fondo’ l’Associazione Nazionale per la lotta contro l’Aids (Anlaids), di cui era presidente onorario. Si tratta della prima associazione italiana nata per fermare la diffusione del virus HIV, sostenendo la ricerca, ma anche organizzando campagne di prevenzione e informazione.

Importante è stato il contributo di Aiuti a sostegno delle persone Hiv positive e la sua lotta agli stereotipi. Celebre, non solo in Italia, è la foto scattata da un reporter nel 1991, alla Fiera di Cagliari, quando durante un congresso in cui si discuteva della possibilità che l’AIDS si trasmettesse anche per via orale, Aiuti afferrò a un tratto la sieropositiva Rosaria Iardino e la baciò sulla bocca. Si trattò di un gesto plateale per convincere il pubblico che il virus non poteva essere trasmesso per via orale.

In un’intervista racconto che quel bacio dato alla donna sieropositiva “è servito a togliere dubbi a molte persone, ma non a tutti, visto che esistono ancora questi episodi di non conoscenza del problema“.

Anche la sua attività di ricerca è stata molto proficua con oltre 600 pubblicazioni su riviste scientifiche. E’ stato membro dei consigli scientifici di numerose società scientifiche di immunologia e ha fatto parte di varie commissioni ministeriali.

E’ stato nominato dal Presidente della Repubblica Italiana Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica nel 1992, la massima onorificenza che viene consegnata in Italia per meriti o per la carriera.

Nella sua vita ci fu anche una breve parentesi politica: fu eletto nel 2008 come capolista del PdL al Campidoglio, e poi si ricandidò nel 2013, sempre con Gianni Alemanno, ma non venne eletto. Nel 2010 è stato nominato dal ministro della Pubblica Istruzione e Ricerca Scientifica, su proposta del Senato Accademico dell’Universita’ “Sapienza” di Roma, professore emerito a vita.

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