
Il rito casalingo più importante per gli italiani? Il cenone della vigilia di Natale e quello della sera di capodanno. Con i parenti il primo, con gli amici il secondo.
Oppure, al grido di facimme ammuina, mettendo insieme i parenti stretti con quelli lontani assieme agli amici e gli amici degli amici.
E festa sia! L’importante è stare insieme e in allegria (E fare pure bella figura aggiunge lei o lui, scegliete voi fra i due padroni di casa).
Ciak, azione: lui e lei
E come nelle prove di un film, già da qualche giorno prima ci si accerta che il tavolo da pranzo si allunghi bene (ehi, qui serve la cera i binari non scorrono!), che le sedie bastino e che sian tutte in buone condizioni con le gambe che non traballano (viene anche Renato che ha il vizio di dondolarsi!), che le tovaglie con pizzi e ricami (rigorosamente bianca per Natale e rossa per capodanno, dice lei) riposte da un anno nell’armadio siano ancora ben stirate.
Ma non finisce qui, perchè quello è il momento di tirar fuori anche il servizio d’argento della nonna.
–Ma non stiamo esagerando? dice lui
–Niente affatto, risponde lei, se non lo uso a Natale quando lo uso?
–Ma non lo vedi che è tutto nero?
Apriti cielo. A pochi giorni da Natale lei si accorge che il servizio di posate d’argento è tutto scuro. Un rapido sguardo nell’angolo nascosto della dispensa le svela che la guantiera con olio, aceto, sale e pepe una volta d’argento sembrano non esserlo più. Stessa sorte per il secchiello che serve a tenere in fresco il vino.
E se il pomeriggio di Santo Stefano dovessi offrire il thè a qualche amica?!? Alla nostra lei si rizzano i capelli in testa: anche il bel servizio da thè della bisnonna, teiera zuccheriera e cucchiaini in argento, sembra essere diventato di bronzo. Aiuto!
Stop, ferma le macchine
Aiuto! ha gridato lei. Stop, vediamo cosa dice il copione. E nelle prime pagine scopriamo che l’aiuto c’è, basta però pensarci per tempo e non ridursi alle ultime, o meglio, agli ultimi giorni stante il motto “non far domani quello che potresti fare oggi”.
Ed ecco che, con settant’anni d’esperienza alle spalle, la Galvanica Bruni, tra le aziende romane più apprezzate del settore, può venire in vostro aiuto perchè riargentare oggetti antici, restituire allo splendore iniziale posate, vassoi, candelabri, servizi da the o caffè in argento che hanno perso il loro smalto è proprio mestiere suo. E lo sa fare in modo egregio.
Ciak, azione: lui e lei atto secondo
Cambio di scena, siamo a novembre, con largo anticipo sulle festività natalizie. Lui e lei salgono in auto (hai preso tutto, ma proprio tutto? dice lei) e si dirigono in via Camposampiero 82, zona Tor di Quinto, a Roma Nord.
Ad accoglierli, all’interno dell’ampio complesso di artigiani, c’è Aurelio Bruni, titolare di terza generazione della Galvanica Bruni, che nel giro di pochi giorni restituirà loro tutta l’argenteria come fosse nuova di zecca.
The end: scena finale
Cenone di Natale (o di capodanno, fate voi). Tutti a tavola, rispettando rigorosamente il copione. Ma l’oggetto della meraviglia non è la gran spigola arrosto poggiata su un letto di patate fumanti ma le posate, il secchiello per il ghiaccio, il vassoio e i sottobicchieri d’argento che brillano lucenti.
Lei gongola, e all’amica che le chiede come faccia a mantenere l’argenteria bella e lucida, risponde a bassa voce: “ssstt, è un segreto, non lo dire a nessuno: è grazie a Galvanica Bruni“.
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