
Sabato 22 e domenica 23 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, dopo il restauro effettuato dai tecnici della Soprintendenza speciale di Roma saranno riaperte al pubblico la famosa Tomba dei Nasoni e la più piccola Tomba di Fadilla, due gioielli archeologici lungo via Flaminia, fra Corso Francia e Saxa Rubra.
La Tomba dei Nasoni fu scoperta nel lontanissimo 1674 durante i lavori per l’ampliamento della Via Flaminia ma subì poi gravissimi danneggiamenti a causa delle attività estrattive condotte tra la fine dell’800 e i primi del 900.
La tomba rupestre risale al II secolo d.C. e fu scavata all’interno di un blocco di tufo dove venne realizzata una grande camera rettangolare con una nicchia sul fondo e tre nicchie per ogni lato; una iscrizione riportata all’interno ne attribuisce la proprietà a Nasonius Ambrosius.
La facciata doveva essere a forma di tempietto, ma purtroppo è andata perduta: la bellezza e il fascino del luogo rimane tuttavia inalterato grazie alla presenza delle decorazioni pittoriche sulle pareti e su frammenti delle riquadrature in stucco del soffitto.
Le vicende storiche che interessano questo sepolcro sono lunghe e travagliate; scoperto per caso da alcuni operai che cavavano pietre si presentò all’origine con la sua facciata ornata con pilastri e spigoli di travertino. Al suo interno vennero trovati due sarcofagi in pietra con dentro “terra e avanzi d’ossa ignude”.
A seguito della scoperta il Cardinale Camillo Massimo incaricò Pietro Santi Batoli di eseguire copie a colori di tutti gli affreschi rinvenuti all’interno della tomba consentendo in tal modo di disporre di una fedele e dettagliata ricostruzione delle decorazioni.
La tomba con il passare del tempo ha subito innumerevoli danneggiamenti e spoliazioni (al nipote di Papa Clemente X fu consentito addirittura di staccare tre frammenti di affreschi che trovarono poi sistemazione nella sua villa all’Esquilino). Anche il pavimento, originariamente in mosaico bianco e nero, è andato perduto. Ma forse i danni maggiori furono creati dall’attività estrattiva che interessò tutta la zona e che oltre a provocare il crollo della facciata isolarono gradualmente il blocco di roccia al cui interno era stato ricavato il sepolcro.
La Tomba dei Nasoni si presenta all’interno di una piccola cupola di pietra; al suo interno sono stati allestiti alcuni pannelli con i disegni di Batoli che ricostruiscono dettagliatamente gli affreschi delle pareti e del soffitto. Si tratta di scene mitologiche con elementi decorativi dove è possibile riconoscere le figure di Atena ed Eracle e poi coppie di mostri marini, geni con frutti e Vittorie Alate.
Le decorazioni più ricche sono però quelle del soffitto che comprendeva affreschi relativi al “Giudizio di Paride” e figure allusive delle Stagioni e forse la rappresentazione della conclusione della guerra di Troia.
la Tomba di Fadilla è più piccola, ma ancora perfettamente decorata ed è stata scoperta nel 1923. Si tratta di un sepolcro rupestre scavato nella roccia con una piccola camera funeraria munita di nicchie con loculi per i defunti, riccamente ornata.
Il pavimento a mosaico con al centro la figura di un uccello su un ramo, le pareti affrescate con figure di genietti alati ed animali tra cui emerge la raffigurazione (nella nicchia centrale) di due pavoni che reggono con il becco una benda legata ad una corona sospesa. Il nome della defunta sepolta nella tomba compare in una piccola lapide in marmo con la dedica del marito alla moglie Fadilla.
“Le due tombe – hanno dichiarato il Soprintendente Francesco Prosperetti e il responsabile scientifico Marina Piranomonte – sono state restaurate con fondi ”di somma urgenza”, pari a 40 mila euro ciascuna, per liberarle dai residui dei rovinosi interventi degli anni ’80 e dai danni dell’umidità, oltre che per riportare alla luce e consolidare i colori originali. Dopo le Giornate del Patrimonio, saranno visitabili una volta al mese”.
Visite guidate il 22 e 23 settembre
Riapre così sulla via Flaminia un patrimonio culturale di grande interesse e rilevanza che permette di ricostruire il paesaggio archeologico della consolare.
Le due tombe sono siti di grande importanza il cui interesse è legato non solo alla struttura del sepolcro ma anche alla loro ubicazione; sapere che dei preziosi frammenti di storia antica si trovano poco distanti da Corso Francia, dove l’elemento caratteristico di oggi è il traffico e la confusione, fa di loro due luoghi di grande fascino.
Le aperture straordinarie delle Giornate Europee del Patrimonio – 22 e 23 settembre – prevedono visite guidate alle ore 10.15, 11, 12 e 13. Ingresso fino ad esaurimento posti, non è necessaria la prenotazione. L’appuntamento è in via dei Casali Molinario.
Gaia Azzali
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Dopo la prima apertura la tomba è rimasta chiusa e non visitabile. Solita fanfara e poi il buio……