Nel nostro Paese è crescente il numero delle coppie con problemi di infertilità. Tra i fattori che ne determinano il progressivo incremento si segnalano l’avanzare dell’età del primo concepimento, la diffusione delle malattie sessualmente trasmessibili e lo stile di vita inadeguato (obesità, sedentarietà, fumo di sigarette, abuso di alcol).
Tutto ciò comporta che sempre più frequentemente le coppie interessate si rivolgono a centri privati di procreazione medicalmente assistita (PMA) accettando di intraprendere un percorso non facile, dagli esiti incerti, non privo di rischi e conseguenze per la loro salute fisica e psichica.
Proprio per sostenere le coppie del Lazio (ma non solo) a realizzare il loro desiderio di genitorialità, il 27 luglio scorso è stato inaugurato il primo servizio di fecondazione eterologa offerto dal sistema sanitario regionale: il presidio Sant’Anna (in via Garigliano n. 55) e quello dell’Ospedale San Filippo Neri fanno capo alla Asl Roma 1 e sostanziano il primo servizio pubblico del centro-sud Italia.
Insomma, una nuova possibilità per le coppie con diagnosi di infertilità desiderose di avere figli in una struttura pubblica del Lazio.
I due presidi pubblici romani
Dal giorno della loro attivazione i centri di PMA del Sant’Anna e del San Filippo Neri hanno ricevuto in tutto oltre un centinaio di richieste di appuntamento.
In particolare, il “Centro Tutela Salute della Donna e del Bambino Sant’Anna” rappresenta un polo dedicato alle attività di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione della donna, del bambino e della coppia. Il Centro è dotato di 2 camere operatorie e garantisce interventi in regime di Day-Surgery e Day-Hospital. La PMA del Sant’Anna è peraltro l’unico centro pubblico del Lazio che esegue la Diagnosi Pre-Impianto (PGD) su coppie portatrici di malattie geneticamente trasmissibili.
Il Centro di PMA San Filippo Neri è stato completamente ristrutturato dal punto di vista tecnologico e organizzativo e consente interventi di 1°, 2° e 3° livello. L’Ospedale San Filippo Neri è inoltre dotato di una area travaglio-parto all’avanguardia in grado di offrire un percorso nascita completo e garantire alla coppia la continuità delle cure e il sostegno sanitario sotto ogni punto di vista.
La Regione Lazio ha fissato le tariffe per la procreazione medicalmente assistita portando nel settore trasparenza e più certezze per cittadini e medici. In particolare, il decreto n. 29/2016 ha stabilito precisi criteri d’accesso a carico del SSR: età della donna (fino al compimento del 43° anno) e numero massimo di tentativi (tre) che possono essere effettuati nelle strutture sanitarie pubbliche.
Richieste in aumento nel Lazio
La tecnica della fecondazione da donatore esterno nel Lazio ha fatto registrare subito un boom di richieste: sin dal mese di agosto – quindi a pochi giorni di distanza dall’attivazione del presidio – le domande di accesso alla tecnica sono in crescita, a dimostrazione di quanto sia meritevole offrire una rete di servizi che sappia dare risposte alle esigenze della donna e della famiglia.
Come noto, l’erogazione della procreazione medicalmente assistita rientra tra i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Anche per questo, deve essere salutata positivamente l’attivazione di questi presidi regionali dove la coppia infertile può sicuramente spendere meno rispetto ai centri privati, benché le liste di attesa rischino di essere più lunghe a fronte di donne che per età non possono permettersi di aspettare. È anche per questo motivo che ancora migliaia di coppie italiane attraversano i confini nazionali per sottoporsi alle medesime cure, soprattutto verso l’Europa dell’Est, in cui i prezzi sono più bassi ma non sempre ci sono le garanzie necessarie.
Ma l’Asl Roma 1 ha di fatto avviato un percorso di progresso nell’offerta dei servizi di procreazione medicalmente assistita. L’auspicio è che se ne garantiscano costantemente la funzionalità, l’eccellenza e la precisione, per dare alle coppie di pazienti risposte concrete e garantire un percorso funzionale e continuativo.
Perché la medicina deve essere basata (anche) su piccole virtù, come la capacità di ascolto, l’informazione del paziente, che ha diritto di sapere perché ha diritto di scegliere, e il senso di responsabilità, tutti sentimenti fondamentali nell’esercizio della professione medica, soprattutto nei confronti di coppie tanto desiderose di avere un figlio.
Chiara Meoli
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Un’attività molto qualificata, svolta con molta competenza, per fare molto bene qualche cosa di profondamente sbagliato.
Il segno dei tempi, preoccupazione e cruccio delle nobili famiglie sterili per dare al Regno un erede al trono, Enrico VIII “The Eight” cambiò otto mogli, altri attingevano sangue fresco dal popolo, in tutti i casi una vita segnata dal blasone come è narrato nei film della “Principessa Sissi”.
Argomento noto, opportunità già reale in altri paesi, ma raccolta di interrogativi segnalati e presenti nei film e nella letteratura ad esempio sulla progressiva perdita di consistenza della figura paterna e della persona sterile che sceglie questa soluzione.
Non siamo degli esperti.